Domenica, 24 Novembre 2024
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Per aver gridato frasi ingiuriose contro il duca di Ferrara, l’11 marzo 1579 Torquato Tasso fu internato nel manicomio di Sant’Anna. Recluso nel reparto riservato ai pazzi furiosi e trattato come frenetico, vi rimase per sette anni, tre dei quali in assoluto isolamento, a volte persino alla catena. La follia del Tasso diverrà oggetto di secolari discussioni: la sua fu vera pazzia o un’amletica forma di mascheratura che il poeta stesso assunse per non rivelare qualcosa di inconfessabile e che aveva a che fare con la sfera dell’eros e del sesso? Fatto sta che, dopo quell’isolamento, Tasso si smarrisce come persona per consegnarsi definitivamente alla storia come personaggio. Ed è come personaggio che vediamo il Tasso in questa nostra messinscena dell’Aminta. Ormai il dramma bucolico pastorale, dove si narrano gli amori a lieto fine tra ninfe e pastori, scritto in uno degli ultimi momenti felici della sua vita, è solo una vaghissima, lontana memoria, una memoria corrotta dal dolore e dall’esaltazione. La favola pastorale si è spezzata in frammenti, brandelli, ripetizioni, ossessioni, smarrendo per sempre l’olimpico ordine compositivo –perfetto!- con cui era stata scritta. Un’ Aminta immaginata e rivista da Tasso all’interno dell’universo manicomiale in cui è precipitato, fatto di sopraffazione e violenza; dove gli altri frenetici (come lui stesso è considerato) assumono nella sua mente allucinata i ruoli di Aminta e Silvia e Dafne, e dove lui stesso s’immagina come Tirsi, l’amante deluso e sfortunato, che solo nella poesia ha trovato rifugio al suo dolore. Tasso riconosce i personaggi del dramma pastorale nei reclusi che presentano curiose similitudini psicologiche (e patologiche…) con gli originali; li riconosce in Veronica, Alighiero, Adalgisa, povere anime devastate dalla follia e mette in scena il suo personalissimo ed immaginario teatro, la sua impossibile rappresentazione.

 

Sergio Basile

26 aprile 2015

 

informazioni

28 aprile 2015 | ore 20:30

Teatro Quirinetta

AMINTA

di Torquato Tasso

rappresentata dai filodrammatici del manicomio di Sant’Anna per opera del poeta medesimo

 

adattamento e regia di Sergio Basile

con Benedetta Corà, Paola Cultrera, Lorenzo Garufo, Teo Guarini, Fabrizio Milano, Stefano Patti, Giulia Pera

direzione tecnica di Edoardo Basile

spettacolo selezionato per "Il mistero della mente", Festival di Teatro Sociale e delle Diversità – Teatro Quirinetta (20 – 29 aprile 2015)

 

prenotazioni:

Teatro Quirinetta

via Marco Minghetti, 5 – Roma

Tel. 06 69925616

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Tre ragazzi si incontrano per organizzare una rapina in una gioielleria. “Il piano non fa una piega”, nell’aria c’è voglia di cambiare, di elevarsi da quello stato di mediocrità che li perseguita. A fare da cornice c’è un quarto personaggio, l’amico del piano di sopra, fuori dal tempo e dalle consuetudini con un morboso attaccamento alle fiabe. Insomma ragazzi come tanti, immersi nei loro sogni e nelle loro problematiche, chiusi in una stanza che diventa il centro del mondo  dove tutto cambia di colpo quando la casualità è la forza motrice degli eventi, sempre se esiste. Ed è così che i nostri personaggi dubitano di ciò che gli sta intorno, spalleggiandosi teorie e superando il limite dell’assurdo ma restando sempre incollati con i piedi per Terra. “Dove sono finiti, allora, quei 21 grammi di cui tanto si è sentito parlare”?

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Lo spettacolo è un omaggio a Robert Schumann, alla sua musica e a Clara, sua moglie e musa ispiratrice, concertista di fama internazionale scomparsa nel 1896.

Siamo nel 1856, pochi giorni prima della morte di Robert Schumann in un ospedale psichiatrico. Protagonista della storia è Clara Wieck, moglie del grande compositore e madre di otto bambini. Clara non vede il marito dal giorno del suo internamento che risale a oltre due anni prima e non accetta l'idea che a una donna "non è concesso di far visita al proprio marito".

Riesce a ottenere il permesso per visitarlo solo pochi giorni prima della sua morte.

"È magro e gli occhi incavati sembravano spenti‚ forse non mi ha neppure riconosciuta".

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L’Astra Roma Ballet, la Compagnia fondata nel 1985 e diretta dalla grande étoile italiana Diana Ferrara, festeggia il trentennale il 27 aprile 2015 con una scintillante kermesse multimediale in scena al teatro Olimpico di Roma.

L’evento, promosso dal MIBACT, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e patrocinato dall’Assessorato alla Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione di Roma Capitale, rievoca i momenti più luminosi e memorabili che la Compagnia ha percorso in questi trent’anni. 

Lo spettacolo vede in scena 20 ballerini diretti da 14 coreografi scelti tra i nomi più interessanti del panorama della danza italiana, sotto la guida del regista e compositore Marco Schiavoni, insieme ai testimonial che hanno espresso nel corso degli anni il peculiare talento dell’Astra Roma Ballet. 

Non una celebrazione tout court, ma una esplosione di emozioni sul filo intrecciato e armonioso della memoria con l’arricchimento di video, foto, frammenti danzati, voci e volti di grandi e piccoli artisti, talenti esordienti o già consolidati.  

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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