Un dittico di Carpi e Bartok in scena al teatro Verdi dal 14 al 23 giugno 2024
Il teatro Verdi di Trieste sta per chiudere la stagione con uno spettacolo che vale di essere segnalato per tempo, per poter permette agli appassionati di raggiungere una delle città italiane di maggior suggestione per assistere ad una delle proposte più raffinate dei cartelloni di quest’anno.
In una stessa serata vengono proposti due spettacoli : ‘LA PORTA DIVISORIA’di Fiorenzo Carpi ed IL CASTELLO DEL DUCA BARBABLU’di Béla Bartók.
Si tratta di una idea coraggiosa, che rende merito alla direzione artistica ed al sovrintendente e che riporta dopo quarantacinque anni Bartok nel teatro triestino dove, nel 1979, era andata in scena una serata leggendaria dedicata al compositore: in ‘Il Castello di Barbablù’, allestito con la regia di Massiroli, cantava una quasi esordiente Giovanna Casolla, di impressionante presa, mentre in ‘Il Mandarino Meraviglioso’ il pubblico era incantato da Luciana Savignano e Mario Pistoni, anche coreografo di uno spettacolo con le scene di Luzzati.
Una occasione da non perdere, anche per l’interesse dell’accoppiata.
Il primo titolo è l’unico per cui Strehler abbia scritto un libretto, peraltro ispirato a La metamorfosi di Franz Kafka, costruito sulle tematiche dell’incomunicabilità e della emarginazione.
Un lavoro dalla genesi complessa, commissionato a Carpi da Victor de Sabata, che, nonostante fosse annunciato nei cartelloni della Piccola Scala nelle stagioni 1956/57 e 1957/58, non vide le scene fino a due anni fa, quando la partitura, completata da Alessandro Solbiati, venne messa in scena a Spoleto.
Un lavoro articolato, sperimentale, con citazioni atonali e dodecafoniche, che bene da’ voce all’eterogeneità artistica dell’Italia degli anni Cinquanta, nella quale maturarono le provocazioni di Manzoni e la poesia di Fontana, l’immobilità metafisica delle bottiglie di Morandi e la coraggiose sperimentazione del Mac, con il geniale apporto di Bruno Munari.
A Trieste arriva lo stesso allestimento, per direzione, voci, scene e regia, di Spoleto, ovvero quello della prima mondiale del lavoro, che ha visto il coinvolgimento del regista Giorgio Bongiovanni, dello scenografo Andrea Stanisci e della costumista Clelia De Angelis.
Uno spettacolo coinvolgente, ricco di rimandi e di tensione, una occasione preziosa per conoscere una pagina musicale interessante e quasi inedita, interpretata dai cantanti che hanno dato vita, con bravura, per la prima volta ai personaggi.
Molto stimolante la proposta dell’accostamento con ‘Il Castello di Barbablù’, in lingua originale.
L’idea di un atto di musica così intensa, coinvolgente, con un testo in ungherese spaventerebbe chiunque, ma qui interviene una azione quanto mai meritoria della direzione del teatro: invitare una terna di artisti autentici, capaci di cogliere il senso profondo della partitura e di trasformare le sensazioni descritte in gesti, movimenti, dinamiche drammaturgiche: il regista Henning Brockhaus, il costumista Giancarlo Colis e la coreografa Valentina Escobar.
Quello che ci aspetta è un lavoro costruito su differenti livelli di lettura sensoriale.
Una autentica performance a più piani: la musica, diretta come per ‘La Porta Divisoria’ da Marco Angius, il canto affidato alle voci, tenebrose, di Andrea Silvestrelli e di Isabel De Paoli, la performance visiva, la danza.
Brockhaus, che con Colis firma anche le scene, è un Maestro del teatro. Figura di grande esperienza, ha realizzato sempre spettacoli di grande presa , intensi, scavati nella loro essenza più profonda. Mai scontato o banale, riuscirà sicuramente a trovare una chiave di lettura interessante ed in ogni caso poter assistere ad un nuovo lavoro, inedito, del regista è un’occasione da non perdere: siamo davanti ad uno dei veri grandi Maestri del teatro contemporaneo, di luminosa coerenza e di grande spessore intellettuale ed il fatto che abbia accettato un lavoro così di nicchia ne dimostra ancora una volta la passione e la raffinatezza.
Certamente innovativa l’idea di inserire un gruppo di ballerini e mimi che, quasi come un coro greco ed echeggiando le streghe di ‘Macbeth’, raccontino con i gesti le sensazioni della musica, il senso dei brani cantati, diano forma alla lotta fra terra e cielo, fra poesia e crudeltà.
Quello che vedremo non sarà la storia che ci hanno raccontato nell’infanzia, ma un racconto intenso, maturo, spietato, in un dialogo fra canto e dramma.
Era necessario che questi movimenti fossero in perfetta sintonia con la chiave di lettura registica e questo viene assicurato dalla presenza di Valentina Escobar, che ha partecipato a tanti lavori del Maestro, dimostrando una intesa profonda, intensa ed una grande raffinatezza e profondità.
Nella sua coreografia, l’animo di Judith e di Barbalù prenderanno le forme dei corpi dei ballerini e poco importa che le parole siano suono più che significante: come in un quadro astratto le sensazioni animeranno il cuore di chi guarda, in un viaggio, duro ed al tempo stesso magico, che sublima i contrasti, le tensioni, i simboli, che sono dominanti senza essere autoreferenziali.
Questo spettacolo promette di essere una di quelle occasioni raffinate che sarebbe un peccato perdere, non una semplice rappresentazione ma quasi una sorta di rito arcano, che celebra la vita nella sublimazione della fatica del viaggio terreno, nell’esaltazione delle tensioni, nelle ferite dei contrasti.
Naturalmente proporremo la recensione dello spettacolo, ma non segnalare l’opportunità di essere parte di questo evento sarebbe stata una trascuratezza verso il pubblico cha ama gli spettacoli meno scontati ed il grande teatro.
Gianluca Macovez
5 giugno 2024
informazioni
LA PORTA DIVISORIA/ IL CASTELLO DEL DUCA BARBABLU’
LA PORTA DIVISORIA
di Fiorenzo Carpi
completamento di Alessandro Solbiati
Unico libretto d’opera di Giorgio Strehler da La Metamorfosi di Franz Kafka e su commissione di Victor de Sabata
Prima esecuzione assoluta: Spoleto, Teatro Caio Melisso, 2 settembre 2022
Maestro Concertatore e Direttore MARCO ANGIUS
Maestro Concertatore e Direttore MARCO ANGIUS
Regia GIORGIO BONGIOVANNI
Scene ANDREA STANISCI
Costumi CLELIA DE ANGELIS
Luci EVA BRUNO
Allestimento del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Personaggi e interpreti
Gregorio DAVIDE ROMEO
Padre di Gregorio ALFONSO MICHELE CIULLA
Madre di Gregorio SIMONE VAN SEUMEREN
Sorella di Gregorio ANTONIA SALZANO
Il gerente/Secondo pensionante DAVIDE PERONI
Primo pensionante/Terza voce di Gregorio ORONZO D’URSO
Seconda domestica/Seconda voce di Gregorio FEDERICA TUCCILLO
Terzo pensionante GIORDANO FARINA
Prima domestica CLAUDIA FLORIS
IL CASTELLO DEL DUCA BARBABLU’
di Béla Bartók
Opera in un atto su libretto di Béla Balázs
Prima rappresentazione: Budapest, Opera di Amburgo, 24 maggio 1918
Ed. Musicali: Universal Edition
Maestro Concertatore e Direttore MARCO ANGIUS
Regia e luci HENNING BROCKHAUS
Scene HENNING BROCKHAUS/GIANCARLO COLIS
Costumi GIANCARLO COLIS
Coreografie VALENTINA ESCOBAR
Nuovo Allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Personaggi e interpreti principali
Il duca Barbablù ANDREA SILVESTRELLI
Judith, sua moglie ISABEL DE PAOLI
Un bardo MAURIZIO ZACCHIGNA
In scena il 14,15, 16, 21, 22,23 giugno 2024 l teatro Verdi di Trieste.