Martedì, 15 Aprile 2025
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Recensione dello spettacolo “Ukiyo-e” in scena il 7 settembre 2023, Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”

Quando durante la conferenza stampa di presentazione del Romaeuropa Festival 2023 tenutasi  all’Istituto Svizzero di Roma, a Villa Maraini, il 5 settembre Sidi Larbi Cherkaoui, coreografo dello spettacolo ha chiosato con la frase È di dolcezza che il mondo ha bisogno. Per trovare la dolcezza è necessaria molta concentrazione, trovare violenza invece è molto più facile”, probabilmente era impensabile che tali parole fossero ritagliate perfettamente intorno ad uno spettacolo, tanto da forgiarne un vestito assolutamente perfetto. L’opening del REF quest’anno viene quindi affidato al uovo direttore artistico del Ballet du Grand Théâtre De Genève,  che per due sere ha fatto fluttuare l’immensa cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” di Roma, in un ipnotico gioco di movimenti che ha immobilizzato il pubblico per settanta minuti. Lo spettacolo è un omaggio al Giappone, la ukiyo-e è difatti una  forma d'arte popolare, immagini nate per illustrare libri che nel tempo  divennero indipendenti, fino a farsi delle opere a parte stampate su un foglio come cartoline o come poster per il teatro kabuki.

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Dal 26 Agosto al 3 Settembre 2023, Todi Festival, XXXVII edizione

 

Todi, apre le porte anche quest’anno al Todi festival. La città umbra è arrivata oramai alla XXXVII edizione di un festival che questo luogo  sente quasi come un bene di “prima necessità”. E questo lo dimostra l’affluenza a teatro degli stessi cittadini che vivono appieno l’esperienza festivaliera, approcciando a tutti i linguaggi proposti con curiosità. L’esordio del festival, che poi è l’immagine che lo rappresenta, si deve quest’anno a Ugo la Pietra che fa da intro con la sua mostra inaugurata sabato 26 agosto; una raccolta variegata di lavori dell’artista, che viaggia all’interno della sua ricerca di una vita e che ha come filo conduttore, lo spazio. Lo spazio umano, lo spazio in cui viviamo, o cui ci siamo costretti a vivere. Le opere di La Pietra non sono mai monotematiche, grazie anche alla differenziazione delle tecniche che l’artista attraversa tutte: la pittura, la scultura, il disegno, la fotografia; gioca con  materiali, con immagini e frasi iconiche, che seppure in modo a volte impercettibile, raccontano una storia analoga. Durante il vernissage inaugurale della mostra tenutosi al Palazzo Comunale, alla presenza del sindaco di Todi e del curatore del Festival Eugenio Guarducci, il curatore della mostra Marco Tonelli cita non a caso Lacan, facendo intuire l’attenzione dell’artista all’individuo e  alla città abitata, fuori da un ordine precostituito tanto da attribuirgli  la definizione data da Gillo Dorfles, "Effetto randomico", che non a caso è il titolo della mostra. 

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Recensione dello spettacolo La Traviata, di Giuseppe Verdi, in scena allo Sferisterio di Macerata il 13 agosto 2023 all’interno del Macerata Opera Festival 

 

Operazione culturale di grande respiro internazionale rappresentare La Traviata di Giuseppe Verdi, al Macerata Opera Festival, in questa singolare versione messa in scena per ben cinquanta volte in 30 anni in tutto il mondo, sin dalla Prima pensata proprio allo Sferisterio nel’92 e che ora torna nel luogo della sua nascita. Quattro repliche dell’opera nei weekend sono state il coronamento di una ricca serie di spettacoli ed eventi musicali che hanno riempito tutti i giorni della settimana di un Festival sold out.

Si apre il sipario e si rimane sbalorditi vedendo il palcoscenico vuoto, con un buio pesto, senza ornamenti e mobili al tempo della Belle Époque. C’è solo un grandissimo specchio a faccia in giù, come un grande sipario che si estende su tutto il palcoscenico.

Presto si inizia ad amare questa enorme pellicola specchiante, leggerissima, la quale, sollevata, forma un angolo di circa 50 gradi, raddoppiando il palcoscenico che si crea nel riflesso di Giuseppe Verdi, in una messa in scena glamour e lussuosa soprannominata La Traviata degli specchi. 

Si dice che lo scenografo ceco Josef Svoboda - genio creativo e innovatore della illuminotecnica - si trovasse in una trattoria romana con la caratteristica tovaglia a quadri e che, mangiando, notò il riflesso del coltello quando gli venne l’idea, concependo così lo specchio come fondale inclinato.

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Il ROF ripropone un lavoro quasi dimenticato di Rossini

 

Eduardo e Cristina è un'opera di Gioachino Rossini, per la prima volta inserita nel programma del ROF di Pesaro e presentata nella edizione critica, curata da Alice Altavilla e Andrea Malnati per la fondazione Rossini e trasmessa in leggera differita su Rai 5.

Si tratta di un centone, cioè uno spettacolo realizzato utilizzando brani  provenienti da altre opere, di solito non particolarmente note, un genere abbastanza diffuso nell’Ottocento, che quando andò il scena, il 24 aprile 1819 al Teatro San Benedetto di Venezia , ebbe una entusiastica accoglienza, testimoniata  da una trentina di repliche in due mesi.

In questo caso, le arie vennero riprese da altri lavori sono 19 su 26, tratte da ‘Adelaide di Borgogna’, ‘Ermione’, ‘Ricciardo e Zoraide’ e ‘Mosè in Egitto’  ed i brani composti appositamente sono di fatto elementi di collegamento e brevi strutture musicali, ma l’insieme è di grande interesse, con una sua identità ed una buona valenza sia musicale che teatrale.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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