Sabato, 23 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo “L’imbalsamatore”, in scena presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, 11 - 12 ottobre 2023

 

Nel 1997 Renzo Rosso, prendendo spunto dagli eventi accaduti in quel periodo, scrisse un monologo sarcastico e surreale musicato in seguito da Giorgio Battistelli, che prese in mano questa travolgente scrittura sagomandola intorno alla musica (o viceversa), rendendola così un monodramma giocoso da camera, in cui la voce dell’attore e la melodia sono entrambe personaggi che si intersecano tra loro per riprodurre la trama di questo racconto. Il Romaeuropa Festival, regala agli spettatori una riedizione de “L’imbalsamatore”, dove la voce narrante prende corpo nel bravissimo Massimo Popolizio, mentre la direzione dell’orchestra Parco della Musica Contemporanea Ensemble è affidata a Tonino Battista. Popolizio calca il proscenio della “Sala Petrassi” nell’Auditorium di Roma, davanti a un velo, sul quale sono proiettate immagini simboliche che si rifanno al racconto, soddisfacendo in questo modo anche il senso visivo di uno spettatore curioso dell’ ascolto della storia, il resoconto della folle solitudine del dottor Aleksej Miscin, di professione imbalsamatore, che viene incaricato di curare la “salute” della mummia di Lenin.

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Recensione dello spettacolo Le memorie di Ivàn Karamazov in scena al Teatro Vascello di Roma dal 10 al 22 ottobre 2023 

 

Settanta minuti di Teatro, ininterrotti. Un complesso monologo e un’incredibile prova di memoria che avanza senza interruzioni, se non nelle pause cadenzate con tecnica precisione. Una recitazione intensa, teatrale, immersiva, commovente, appagante. Al Teatro Vascello di Roma, dal 10 al 22 ottobre uno dei protagonisti più controversi e irrisolti della penna di Dostoevsckij rivive in “le Memorie di Ivan Karamazov”, con la drammaturgia di Luca Micheletti e di Umberto Orsini, unico attore protagonista. A lui, alla sua magistralità interpretativa il pubblico, addomesticato e annichilito, si prostra inerme e all’annuncio dell’inizio dello spettacolo, calato il buio, obbedisce rivelando un ossequioso silenzio.

Un occhio di bue si accende sulla figura ormai matura di Orsini che, quasi non fosse più riuscito a disfarsene dal loro primo incontro nel lontano 1969, avvolto in un caldo trench, un cilindro per cappello e lunghi stivali neri ai piedi, si ritrova, ancora una volta, a indossare i panni di Ivàn Karamazov. L’idea evidentemente ambiziosa del duo Orsini-Micheletti, nata e condivisa ormai dieci anni fa in occasione di una tournee, è quella di creare uno spin off dell’originale dostoevskijano “I fratelli Karamazov”, mostrando una volontà quasi pirandelliana di dare seguito alla storia di un personaggio che l’autore lascia nel suo romanzo senza un finale, trincerato in un’aula di tribunale in preda ai suoi deliri, apparentemente irrisolto. “Scomparso? Ma io sono convinto che la vera vita degli uomini e delle cose comincia soltanto dopo la loro scomparsa. Reclamo il mio finale. Si metta a verbale”.

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#recensione Milano Off Fringe Festival, dal 25 settembre all’8 ottobre 2023

 

Nel 2009 esce il romanzo “Regno a venire” di James Graham Ballard, un  testo crudo e polemico su una classe borghese che alla fine non riesce a risolversi in ciò che ha creduto. L’analisi critica di Ballard trova come stratagemma narrativo, la critica dei “non luoghi” già teorizzati da Augè e che in questo caso vengono demoliti come precetti di luoghi in cui manifestarsi nella propria individualità e inevitabilmente nel senso comune. 

Citare Ballard per raccontare l’esperienza vissuta da chi vi scrive in un fine settimana lungo attraverso i luoghi del  Milano Off Fringe Festival, che si è tenuto dal 25 settembre all’8 ottobre 2023, è una piccola iperbole stilistica per manifestare quella che a nostro parere rimane l’idea principe che anima i Fringe, soprattutto negli ultimi anni; uscire dai “non luoghi”, utilizzando le arti performative e riappropriarsi di territori periferici e spesso lontani dal centro città in cui esibire esperimenti di teatro indipendente. 

Il Fringe Festival nasce a Edimburgo nel 1947, quando otto compagnie teatrali scartate dalla prima edizione del Festival Internazionale di Edimburgo decidono di avviare un festival indipendente, il nome del festival  Fringe (“ai margini” appunto) sospende questo tipo di kermesse su un filo di variabili che non possono necessariamente appartenere a quello che abitualmente dichiariamo il linguaggio del teatro. Ecco perché nei Fringe, a nostro parere, bisogna sempre attraversare i luoghi e ciò che vi si rappresenta non staccando mai lo sguardo dal perimetro sociale e storico che ne vede la messa in scena. 

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Recensione dello Spettacolo Abracadown in scena al Teatro Brancaccio di Roma il 3 il 4 ottobre 2023 

 

Abracadown, in scena al Teatro Brancaccio di Roma il 3 e il 4 ottobre, comincia dai saluti: a sipario ancora chiuso, una carrellata di volti noti nel mondo dello spettacolo rivolge affettuosi e sinceri messaggi di incoraggiamento, proiettati su un grande schermo, a un cast d’eccezione, anzi eccezionale, al primo debutto su un palcoscenico di prestigio. Trentaquattro giovani attrici e attori, ballerine e ballerini e appassionati di canto, di magia e illusionismo, nati con una copia in più del cromosoma 21, una patologia comunemente conosciuta come sindrome di down, appena dietro le quinte, attendono trepidanti. L’effervescenza dei protagonisti, la stessa del gremito pubblico in sala, per lo più familiari, amici e rappresentanti del mondo dello spettacolo, delle associazioni e delle istituzioni (una menzione speciale va alla Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli), è udibile e palpabile e sembra far già parte della messa in scena, preludendo sin dall’inizio la volontà di accogliere la platea in un grande abbraccio che abbatte il muro invisibile tra spettatore e opera. Il pretesto narrativo è l’esperienza realmente vissuta e condivisa che questi trentaquattro giovani, che interpretano in maniera autentica loro stessi durante tutto lo spettacolo, vivono nell’arco di sette mesi, accomunati dal sogno di esibirsi in un grande teatro.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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