Venerdì, 22 Novembre 2024
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Nicoletti stupisce in Persone naturali e strafottenti. Malinconia e spudoratezza in una Napoli nera come la notte

Recensione dello spettacolo Persone naturali e strafottenti di Giancarlo Nicoletti in scena al Teatro Ciak il 15 marzo 2024

 

Una messa in scena decisamente interessante, quella di Persone naturali e strafottenti, testo scandalo di Giuseppe Patroni Griffi andato per la prima volta in scena nel 1974 con la regia dell’autore stesso e un cast che comprendeva Pupella Maggio, Gabriele Lavia e Mariano Rigillo, direttore artistico dell’accogliente teatro Ciak.

Il nuovo allestimento, diretto da Giancarlo Nicoletti, riporta sulla scena drammatica un’attrice di carisma e di mestiere, perfetta in ruoli come questo, come Marisa Laurito, alle prese con un personaggio sofferente e fitto di ombre. Laurito è Donna Violante, tenutaria di un appartamento che affitta per gli incontri sessuali dei femminielli della Napoli notturna; una Napoli nera, cupa, sotterranea molto diversa da quella rappresentata usualmente.

La sera di fine anno irrompe nel suo salotto addobbato di lanterne giapponesi Mariacallàs (Nicoletti), travestito folleggiante sull’orlo della depressione, insieme a una giovane coppia di ragazzi, uno studente omosessuale Fred (Poggi) che ansima tra le costrizioni di una vita priva di libertà, e uno scrittore di colore Byron (Beshir), divorato dalla rabbia per le umiliazioni subite in passato. La scena è semplice e funzionale: lampade giapponesi, un letto, una finestra sul mondo e altri pochi elementi. L’azione si svolge tutta in un unico interno, di sera, dove ci si incontra e scontra senza esclusione di colpi.

La sera dell’ultimo dell’anno, piena di speranza e di illusioni, ognuno è pronto a difendere la propria diversità: chi il disagio, chi l’omosessualità e chi l’essere travestito. Ma la proprietaria allora cosa difende? Il suo essere napoletana e le mille contraddizioni che vivere in una città del genere comporta. Quella meravigliosa metropoli in cui lo stesso Griffi era nato e con cui aveva un rapporto conflittuale. “Napoli è la città nel mondo con più densità di popolazione e inquinamento, dice donna Violante a Byron; noi e voi non siamo poi così diversi. Napoletani e neri sono simili!”. 

L’originale testo di Patroni Griffi mantiene una spudoratezza che conserva intatta la sua forza; vi è la strafottenza del titolo, che si tocca con mano non solo nei dialoghi, ma anche nei fatti; vi è quel dolore di fondo, buio a sé stesso, riservato, e solo alla fine manifesto: è il palmo della mano che Violante aveva dischiuso per ricevere denaro da Byron e che, dopo averlo rifiutato, mantiene aperto - quello straziante palmo della mano tesa in avanti per ricevere qualcosa che in quella travagliata notte di Capodanno non si può ricevere.

I personaggi sono tutti nel loro linguaggio, e le parole compongono una rappresentazione della società e delle sue contraddizioni, con un’analisi appassionata e spietata al contempo, che sa guardare all’essere umano nel suo profondo, senza fermarsi alle apparenze della diversità e dell’emarginazione, ma neppure alle apparenze di presunta normalità. 

La scommessa di Nicoletti è quella di portare in scena un mondo reale con una lingua contemporanea corrispondente, e dunque attraverso la parola “naturale”, senza infingimenti o attenuazioni, fare affiorare il vissuto e l’umanità dei personaggi, in tutte le loro gamme, scavando sino alle profondità emozionali e alle apparenti volgarità. Ma chi è Mariacallàs di Nicoletti attore? Un travestito, sì, che a Napoli trova comunque un’accettazione maggiore che altrove nella rete sociale perché è in qualche modo l’evoluzione della figura del femminiello, ritenuto portafortuna e pertanto impiegato in piccole attività nella gestione del gioco del lotto o della tombola, accettato nelle famiglie come aiuto alle mansioni delle donne, e non inevitabilmente dedito alla prostituzione. Mariacallàs ha incamerato nel suo vissuto questa dimensione arcaica di appartenenza di genere, e nello stesso tempo è culturalmente avanzata: cita il “Grande Viennese”, cioè Freud, parla di antirazzismo. Non a caso alterna italiano (nei dialoghi con Byron e Fred) e dialetto (con la napoletana Violante). 

Persone naturali e strafottenti è uno spettacolo vero, che trasuda umanità e realismo. Uno spettacolo che ti fa uscire con non poche domande, ma che rivedresti.

 

 

Alessandra Perrone Fodaro

17 marzo 2024

 

Informazioni

Teatro Ciak

Persone naturali e strafottenti di Giuseppe Patroni Griffi.

Regia Giancarlo Nicoletti
Con Marisa Laurito, Giancarlo Nicoletti, Guglielmo Poggi, Livio Beshir.


Aiuto regia Giuditta Vasile. Costumi Giulia Pagliarulo. Disegno luci Daniele Manenti. Make up artist Vincenzo Verdesca. Direttore di scena Claudia Tagliaferro. Organizzazione Cinzia Storari. Foto Luana Belli– 

Produzione Altra Scena

Con il sostegno del Ministero della Cultura

In scena il 15 marzo 2024

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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