Domenica, 24 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Shuma, in scena dal 20 al 23 ottobre 2022 al teatro Brancati, all'interno del Fringe Festival 2022 di Catania

 

Immaginate un cantastorie, di quelli antichi, che vi srotola  davanti il cartellone e mette in scena la sua favola. Ecco "Shuma" ha esattamente questo intento, così come dichiara Peppe Macauda che scrive, dirige e interpreta una storia dolorosa che si veste da favola e la rende morbida e profondamente toccante. Dall'incontro con Peppe Macauda emerge l'urgenza emotiva di portare in scena questa storia, una storia che l'ha cercato e nel quale si è immerso calzandola fino in fondo alle viscere. Il fatto di cronaca è noto, il bambino migrante ritrovato in mare con la pagella nel petto. Questo bambino in "Shuma" continua a vivere nel fondo degli abissi, incontrando le creature del mare che attraversano il corpo del bravo Macauda e che lui traduce in gesti, ombre, voci, silenzi. Macauda afferma di non avere una formazione accademica, di aver scelto se vivere di teatro, se cavalcare una passione; ebbene ha scelto di farlo e a nostro parere nulla di più azzeccato. Un approccio con il teatro che mostra un percorso di conoscenza di sé, dei limiti e delle potenzialità del proprio corpo, senza artificiose forzature, senza tensioni, ma con una sorprendente morbidezza che poi è la cararatteristica di tutta la messa in scena.

Recensione dello spettacolo M'ama non m'ama, in scena dal 20 al 23 ottobre 2022 al teatro Open, "Fringe Festival" Catania.

"M'ama non m'ama" è davvero un bel testo, recitato dalla stessa autrice con profonda intensità. Un incipit questo necessario per raccontare una trama lunga cinquanta minuti di un mologo mai banale su un tema crudo come un abuso. La violenza è spesso una voce inascoltata, che spesso è difficile anche far uscire, ed è in queste parole che si bloccano in gola la bellezza di questa messa in scena. Delia Oddo autrice e attrice di questo bel testo merita davvero attenzione, per la sua giovane età e per un talento assolutamente non acerbo. Il monologo nasconde delle piccole fioriture poetiche da non sottovalutare, come ad esempio il racconto di seni acerbi che non crescono e che nonostante questo vengono violati, come i tentativi di raccontare ciò che non si può dire, che spesso crollano inattesi nel silenzio. La regia di Luca Belle' lavora con il corpo dell'attrice, utilizzandolo come un oggetto di scena, lo copre con un telo, lo scopre, lo inginocchia su una sedia, lo alza, lo abbassa, lo trasforma in base alle parole.

Recensione dello spettacolo Tarantula, in scena dal 20 al 23 ottobre 2022 al Piccolo teatro della città, Fringe Festival 2022 Catania

 

"Tarantula" è un testo di Philip Ridley, oggettivamente assai complesso, non tanto nel tema, bensì su come l'autore lo lavora, a volte perdendosi in evidenti e macchinose arricolazioni, da cui è difficile trarre il capo. Nonostante questo Raffaella Alterio, la giovane attrice che si è sottoposta a questa complicata prova, ne è uscita assolutamente vincente. Raffaella Alterio tiene in mano con una sapienza adulta un testo di 80 minuti senza nessuna increspatura, donandogli un cuore e una intensità davvero unici. La storia è il racconto di una giovane donna, ancora acerba dinanzi alle emozioni dell'amore, che affronta con ingenuità un primo appuntamento. Fin qui tutto bene, se non fosse che la fine dell'appartamento ha dei risvolti tragici e inaspettati che muteranno inevitabilmente la vita della protagonista.

Recensione dello spettacolo Tutte io, in scena dal 20 al 23 ottobre 2022 allo spazio Open, nell'ambito del Fringe Festival di Catania

 

Un monologo con la voce di quattro donne diverse, così Luce Pellicani percorre la sua storia, quella di una giovane donna che decide di lasciare il paese di origine per scappare dai pregiudizi della provincia e intraprendere il mestiere di attrice. Esilarante e mai banale, l'attrice alterna i quattro volti, con una capacità comica e di lettura dell'altro davvero meritevoli. E tutto ciò avviene in scena, dinanzi al pubblico che assiste ai cambi d'abito e di volto e che la Pellicani rende partecipe sfondando la quarta parete in un dialogo costante con lo spettatore.
L'attrice parla del suo spettacolo, come "La volontà di vestire i panni di quattro donne che  hanno accompagnato il mio viaggio dalla Puglia a Milano con il grande desiderio di essere attrice. Donne esistite e che ho scelto perché ognuna di loro in fondo è un pezzo di me".

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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