Recensione dello spettacolo Così è (se vi pare) in scena al Teatro Quirino dal giorno 11 al 23 aprile 2023
Se si pensa a Pirandello, istintivamente associamo il suo nome alle opere più rinomate come Il fu Mattia Pascal o Sei personaggi in cerca d’autore. In realtà un altro gioiellino della sua produzione scritta troppo spesso sottovalutato e misconosciuto è la drammaturgia di Così è (se vi pare). Il nucleo originario dell’opera si sviluppa nella novella Il signor Frola e la signora Ponza, elaborato e trasformato nel testo teatrale andato in scena per la prima volta nel 1917 con grande successo di pubblico. Era la prima volta che sulle scene italiane era rappresentata una pièce con finale aperto, ossia Così è (se vi pare), come allude il titolo, non ha una conclusione, non dà risposte sui fatti narrati, non si giunge ad una verità univoca. Nei primi anni del secolo passato, quest’operazione rivoluzionaria disintegra i canoni del teatro tradizionale. Il pubblico in sala, oggi come allora, subisce sempre un effetto di disorientamento e smarrimento a causa dei quesiti che la trama pone, ma lascia insoluti. Pirandello infatti non rivela l’identità del misterioso personaggio chiave attorno a cui è sapientemente costruito l’impianto drammaturgico: la signora Frola, l’ipotetica madre asserisce che sia sua figlia Lina, nonchè la prima moglie del signor Ponza, mentre il marito ritiene che sia un’altra donna, Giulia, sua seconda moglie poiché la prima è morta. L’uno accusa l’altro di essere pazzo, ma dopo tutti i tentativi della gente del posto di sciogliere l’enigma, ella compare coperta da un velo e dichiara in chiusura: La verità? È solo questa: che io sono sì la figlia della signora Frola e la seconda moglie del signor Ponza. Ammette così di essere entrambe le persone, lasciando tutti gli astanti sconcertati. Dinanzi a tale stupore aggiunge: Sì e per me nessuna, nessuna! Per me sono colei che mi si crede!
I nuclei concettuali e i significati complessi del testo sono espressi da un altro personaggio centrale da intendere come una proiezione dello stesso Pirandello sulla scena: Lamberto Laudisi. Appartiene al provinciale mondo piccolo borghese che funge da cornice alle vicende, ma emerge da subito per la sua ironia e la sua rilevanza super partes. Affermerà ripetutamente che una verità assoluta non esiste, ma al contrario sono possibili solo una molteplicità di punti di vista. La realtà e quindi la verità è la conseguenza di una percezione puramente soggettiva. La realtà consiste in una molteplicità di fantasmi, ossia quello che vedono gli altri proiezione della nostra interiorità, ribadendo così l’estrema relatività del reale frantumato in mille personali ricostruzioni di essa.
La scenografia risulta appropriata e suggestiva con la disposizione strategica di pannelli trasparenti ma anche riflettenti al centro della scena, ampliando così lo spazio scenico. Consente di esplicitare ulteriormente il pensiero pirandelliano: per un verso è possibile avere la visuale dei personaggi da più angolazioni, per un altro, mentre al momento dell’uscita di scena si soffermano dietro al pannello, nell’immagine dai contorni sfocati che ne consegue, appare il loro fantasma, la parte di sé che gli altri vogliono vedere. Nel contempo gli stessi pannelli acquisiscono l’ulteriore funzione di schermo su cui sono proiettati video che ripropongono i momenti in cui gli abitanti del posto spettegolano sulla vita privata dei protagonisti. Tale scelta registica li ripone sullo sfondo sottolineando la loro piccolezza e la loro funzione di cornice alle vicende. Anche in questo caso, ci sembra che il regista Geppy Gleijeses voglia interpretare l’insofferenza del Premio Nobel per l’asfissiante realtà provinciale ipocrita da cui è scaturito uno dei fondamenti del pensiero pirandelliano: il conflitto tra la maschera e un’impossibile autenticità dell’io. Anche i costumi ci offrono uno spaccato della società piccolo borghese dei primi anni del 1900: la moda dell’epoca è fedelmente ricostruita sul palco con abiti, gioielli e cappellini eleganti frutto di un’accurata selezione. Ma a sbalordire prepotentemente lo spettatore è l’interpretazione di tutto il cast: i ruoli sembrano cuciti addosso agli attori che recitano con disinvoltura e competenza tecnica. Milena Vukotic ci restituisce una signora Frola dal tono sommesso ma elegante, al momento opportuno furiosa senza sbavature o eccessi con un’interpretazione intensa ma sempre raffinata come lei. Pino Micol nelle vesti di Lamberto Laudisi è uno dei personaggi meglio riusciti grazie alle sue beffarde risate, ai suoi tempi comici e all’atteggiamento sornione. Infine Gianluca Ferrato conferisce al signor Ponza tutta la sua drammaticità con un tono calmo ma inquietante, con monologhi lenti che prevedono pause drammatiche.
L’ardua impresa a cui chiama la drammaturgia pirandelliana con un testo così innovativo e complesso si può considerare pienamente riuscita se consideriamo che gli ingredienti della ricetta risultano sapientemente scelti e ben mescolati.
Mena Zarrelli
16 aprile 2023
Informazioni
11 . 23 aprile
Gitiesse Artisti Riuniti
presenta
MILENA VUKOTIC
PINO MICOL
GIANLUCA FERRATO
COSÌ È (SE VI PARE)
di Luigi Pirandello
con
MARIA ROSARIA CARLI MASSIMO LELLO
e
STEFANIA BARCA MARCO PROSPERINI
ANTONIO SARASSO ROBERTA ROSIGNOLI
VICKY CATALANO WALTER CERROTTA GIULIA PAOLETTI
regia GEPPY GLEIJESES
scene Roberto Crea
costumi Chiara Donato
musiche Teho Teardo
light designer Francesco Grieco
videoartist Michelangelo Bastiani
aiuto regia Giovanna Bozzolo
personaggi e interpreti:
Signor Laudisi / Pino Micol
Signora Frola / Milena Vukotic
Signor Ponza / Gianluca Ferrato
Consigliere Agazzi / Massimo Lello
Signor Prefetto / Marco Prosperini
Signora Agazzi / Maria Rosaria Carli
Signora Cini / Roberta Rosignoli
Signor Sirelli / Antonio Sarasso
Signora Sirelli / Stefania Barca
Commissario Centuri / Walter Cerrotta
Signora Nenni / Vicky Catalano
Dina / Giulia Paoletti