Domenica, 24 Novembre 2024
$ £

 

Lucia Calamaro, drammaturga, regista e attrice, ci parla della nascita della scuola di drammaturgia “Scritture” da lei diretta e sostenuta dall’associazione Riccione Teatro, affiancata dal Teatro Stabile di Bolzano, dal Teatro della Toscana, dal Teatro Bellini di Napoli e da Sardegna Teatro. Un progetto ambizioso che unisce l’Italia in un momento di grande incertezza per il teatro con lo scopo di poter dare in futuro nuova linfa al settore. 

 

Perchè in questo momento, di grande difficoltà per il settore teatrale, avete deciso di puntare sulla "scrittura" istituendo una scuola di drammaturgia?

I motivi sono due.Uno storico: non c'è. Non dichiarata come tale, non cosi trasversale, non sostenuta da cosi tante e importanti istituzioni teatrali. È un’occasione unica per dimostrare il vecchio adagio che l "unione fa la forza" e  per marcare anche una rottura con il teatro del ‘900 che nel suo discorso si è voluto e distinto soprattutto come teatro di regia. Si tratta di rimettere di nuovo la parola al centro del discorso.

Il secondo è simbolico: è nell'assenza, nella mancanza, nell'impossibilità, che si nutre e cresce la funzione simbolica della parola. Perchè questo presente sospeso, fermo, in un certo senso in attesa di esistere , va comunque analizzato e raccontato e se c'è una pratica del teatro  che non ha bisogno di apertura e di pubblico, è la scrittura di un’opera, , che ha vari momenti di solitudine, prima di passare alla condivisione massima con attori e pubblico

 

Credete che, quando questo periodo di emergenza sarà passato, una maggior qualità delle sceneggiature, potrà dare nuova linfa al teatro?

Come tutto quello che ci è stato proibito fare in questo lunghissimo anno, credo che anche il teatro beneficerà naturalmente di un aumento del desiderio e la nostra responsabilità è accogliere il nuovo pubblico, quello del teatro che verrà, con nuove storie, che gli parlino, che lo avvolgano, che lo facciano sentire incluso.

 

Viviamo ancora in un momento di incertezza, abbiamo letto che il bando  per le iscrizioni alla scuola di drammaturgia scadrà il 10 aprile, e poi? Come sarà strutturato il percorso formativo?

In teatro non c'è formazione senza pratica. Il nostro è un corso per professionisti che avranno l’occasione, durante 8 settimane , 1 al mese, di avere un feedback immediato e costruttivo sui loro lavori di scrittura. Di vedere, settimana per settimana, come le scene che hanno prodotto da un mese all’altro, funzionano o meno, aiutano o no, convergono o divergono. È un’esperienza individuale ma in gruppo che crea altissima livelli di collaborazione. In squadra, si lavora meglio. 

La squadra di Scritture, mi fa pensare alla nazionale italiana di drammaturgia. Il progetto è ambizioso, ma se non si punta lontano, inutile partire.

 

Qual è l'obiettivo che vi ponete nei confronti dei futuri studenti,  quali traguardi vorreste raggiungere con loro entro la fine del corso?

Sono vari.  Aver creato un testo che riunisca l'autore a un suo pubblico potenziale. Dargli la possibilità di incontrare di nuovo un applauso.  Fargli capire che scrivere e dirigere sono molto spesso la stessa materia, solo che una si fa su un computer, l’altra nello spazio scenico. Soprattutto, creare degli artisti autonomi.

 

 

Enrico Ferdinandi

25 marzo 2021

 

 

informazioni

 

BANDO UFFICIALE

Bando ufficiale

Art. 1 – Premessa

La scuola di drammaturgia Scritture nasce da un’iniziativa congiunta di cinque istituzioni teatrali impegnate a sostegno della drammaturgia italiana contemporanea: Riccione Teatro (soggetto proponente e attuatore), Sardegna Teatro, Teatro Bellini di Napoli, Teatro Stabile di Bolzano e Teatro della Toscana (soggetti promotori). Di comune accordo le cinque istituzioni hanno affidato a Lucia Calamaro, autrice tra le più apprezzate del teatro italiano, la direzione di una scuola itinerante destinata a formare autrici e autori teatrali e nuove professionalità legate alla drammaturgia.

Art. 2 – Finalità

La scuola ha una doppia finalità. Da un punto di visto generale, affianca i partecipanti nella ricerca di un loro specifico linguaggio teatrale, aiutandoli a sviluppare una forma artistica con cui presentarsi al mondo; parafrasando Voltaire, la scuola chiede a ciascuno studente di “coltivare il proprio giardino” e lo asseconda in quest’attività senza imposizioni dogmatiche ma con un approccio concreto. Da un punto di vista pratico, questo approccio prevede per ogni partecipante la stesura di un nuovo testo teatrale pronto per la messa in scena.

Art. 3 – Destinatari

La scuola è pensata per persone già attive in ambito teatrale: uscite da una scuola teatrale da almeno due anni, o impegnate in modo professionale nel settore da un minimo di cinque anni. Non c’è nessun limite di età e non è escluso nessun mestiere teatrale. Oltre che a drammaturghe e drammaturghi tout court, la scuola è aperta a chiunque pratichi in qualche forma la scrittura teatrale con un background attoriale, registico, coreutico o performativo. 

 

Art. 4 – Sedi e durata

La scuola ha la sua base operativa a Riccione ma è itinerante e mette in rete cinque isole di creatività disseminate sul territorio italiano. Sono quindi in programma lezioni, seminari e restituzioni pubbliche in tutte le sedi delle istituzioni che promuovono la scuola: oltre alla città di Riccione, l’area metropolitana di Napoli, la provincia autonoma di Bolzano, le regioni Sardegna e Toscana.

Il percorso formativo prevede otto settimane piene per gli incontri di gruppo (di norma da lunedì a domenica), intervallate da alcune pause per il lavoro individuale. La durata complessiva del corso va dal 24 maggio al 21 novembre 2021. Il calendario didattico prevede le seguenti tappe di lavoro:

24-30 maggio: Teatro Stabile di Bolzano

14-20 giugno: Teatro Bellini di Napoli

12-18 luglio: Sardegna Teatro

20-26 settembre: Teatro della Toscana

28 settembre – 3 ottobre: Riccione Teatro

25-31 ottobre: Teatro Bellini di Napoli 8-21 novembre: Teatro Stabile di Bolzano.

Art. 5 – Percorso formativo 

La scuola avrà in primo luogo una funzione maieutica, aiutando ogni partecipante a far emergere materiali e potenzialità su cui poi lavorare. In una seconda fase, quando il lavoro dello studente avrà raggiunto un livello di maturità adeguato, saranno fornite regole e competenze utili ad affinare ulteriormente la scrittura. Il percorso formativo sarà indicativamente articolato secondo il seguente calendario, che prevede sei settimane di lavoro sul testo e almeno due settimane di lavoro per la restituzione pubblica.

1a settimana: individuazione del tema, dell’argomento e del problema su cui focalizzare la ricerca individuale.

2a settimana: produzione delle prime scene e stratificazione dei personaggi.

3a settimana: incontro con un poeta, per aggiungere forza simbolica e valore ritmico alla lingua. 4a e 5a settimana: completamento della struttura del testo.

6a settimana: perfezionamento del testo in vista della restituzione pubblica.

7a settimana: primo ciclo di mise en espace; passaggio dall’autorialità alla regia, intesa come concezione spaziale dell’opera e direzione degli attori; verifica pubblica della tenuta del testo.

8a settimana: secondo ciclo di mise en espace dopo un lavoro di rifinitura/riscrittura del testo. 

Eventuali altre mise en espace verranno concordate successivamente.

Art. 6 – Docenti e modalità di lavoro

Il percorso verrà condotto da Lucia Calamaro; i weekend delle settimane di lavoro saranno invece masterclass affidate a specialisti della parola teatrale o letteraria. 

Le settimane di pausa sono immaginate come momenti di scrittura individuale; è per  insieme che si capisce se il testo scritto regge la scena, cioè la prova dell’oralità, e saranno quindi fondamentali anche il lavoro di gruppo con gli altri partecipanti e il confronto con interpreti e pubblico. 

Art. 7 – Numero di partecipanti

La classe sarà composta da quindici persone che verranno individuate dopo una selezione in due fasi: la prima via email e la seconda in presenza (o in videoconferenza), secondo le modalità e i tempi indicati nei due articoli seguenti.

Art. 8 – Prima fase di selezione

Per accedere alla prima fase di selezione è necessario inviare entro il 10 aprile 2021 un’email con oggetto “Scritture 2021” all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., allegando i seguenti materiali.

  1. Modulo d’iscrizione, scaricabile dal sito www.riccioneteatro.it, compilato in ogni punto.
  2. Curriculum vitae (in formato .pdf).
  3. Fotografia (in formato .jpg).
  4. Autobiografia discorsiva: una pagina per presentarsi, in modo personale, a Lucia Calamaro (lo stile pu  essere arguto, profondo o originale in altro modo; l’importante è che non risulti asettico e scolastico).
  5. Un breve dialogo sul “niente”, per mostrare il proprio stile. 
  6. Facoltativo: se si è già scritta una drammaturgia originale, è possibile inviarne un estratto di un paio di pagine. 

I testi presentati per la selezione dovranno essere originali, inediti, non ancora prodotti né rappresentati. I materiali inviati non saranno restituiti. 

Art. 9 – Seconda fase di selezione

Sulla base dei materiali ricevuti verrà ristretto il numero di candidati. Le persone selezionate per la seconda fase saranno ricontattate, entro il 20 aprile 2021, per un’audizione in presenza: una giornata di lavoro, in piccoli gruppi, programmata per il 28/29/30 aprile presso il Teatro della Pergola di Firenze. All’audizione parteciperanno Lucia Calamaro e un rappresentante dei soggetti partner.

Se le misure anti-Covid non rendessero possibile la selezione in presenza, a fronte di una tempestiva comunicazione l’audizione si svolgerà su una piattaforma online e a tutti i candidati sarà inviato l’accredito per accedere a tale piattaforma. 

L’esito della seconda fase di selezione verrà comunicata ai partecipanti entro sabato 8 maggio 2021.

Art. 10 – Iscrizione alla scuola

Entro sei giorni dalla comunicazione di ammissione, le autrici e gli autori selezionati saranno tenuti a sottoscrivere la loro partecipazione firmando il regolamento della scuola e versando la quota d’iscrizione, pari a € 250,00 (euro duecentocinquanta/00) non rimborsabili, e i diritti di segreteria, pari a  € 50,00 euro (euro cinquanta/00) non rimborsabili. 

Art. 11 – Ospitalità

L’ospitalità dei partecipanti nelle diverse sedi della scuola è a carico dell’organizzazione. Non sono invece coperti i costi di trasferimento e, qualora non espressamente indicato, le spese per il vitto.

Art. 12 – Assenze 

Eventuali assenze verranno valutate caso per caso. 

Art. 13 – Partecipazione al Premio Riccione per il Teatro

Le drammaturgie create all’interno della scuola non potranno essere presentate al Premio Riccione per il Teatro. L’autrice o l’autore si potrà per  candidare con un altro testo.

Art. 14 – Privacy

Con la sottoscrizione del modulo d’iscrizione, i candidati e le candidate dichiarano di accettare integralmente le condizioni del bando e autorizzano l’utilizzo dei dati personali ai sensi del Codice della privacy (d.lgs. n. 196/2003).

Le drammaturgie create all’interno della scuola saranno conservate presso gli archivi di Riccione Teatro. La loro conservazione è destinata esclusivamente a fini di conservazione, consultazione, conoscenza e studio, senza scopo di lucro. Ogni altro utilizzo dovrà essere concordato con le autrici e gli autori.

Art. 15 – Misure anti-Covid

Il programma delle selezioni e il calendario del corso potranno subire delle variazioni in ottemperanza alle normative anti-Covid. Le variazioni saranno tempestivamente comunicate.

A tutti i candidati e le candidate sarà inviata una copia del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19. I candidati dovranno prenderne visione e impegnarsi a rispettarne rigorosamente le disposizioni. In occasione del primo incontro in presenza, verrà richiesta la dichiarazione sottoscritta di presa visione del suddetto protocollo. 

Art. 16 – Accettazione del regolamento

La partecipazione alle selezioni è considerata quale accettazione integrale del presente bando.

A partire da domani, giovedì 11 marzo prenderà il via, con un omaggio ai cento anni del grande compositore Astor Piazzola, la seconda edizione del MEDITERRANEO RADIO FESTIVAL. 

Dieci appuntamenti registrati dall’11 al 22 marzo al Teatro Politeama di Catanzaro per Rai Radio 3 e proposti in streaming, come da programma, sulla pagina facebook del teatro. Il direttore artistico del Festival, il M° Filippo Arlia, ci ha raccontato l’importanza di questa edizione per lui.

 

Questa sarà sicuramente un’edizione particolare, che arriva dopo un anno complesso, perché la scelta di Astor Piazzolla?

Tengo in maniera particolare a Piazzola perché lo suono da quindici anni e ha fatto la mia fortuna come musicista, inoltre ritengo che non sia abbastanza conosciuto in Italia e non ha il posto che gli spetta anche fra chi studia in conservatorio. Vi faccio un esempio della fare un esempio, quando Piazzolla venne per la prima volta in Italia un manager gli disse che per essere famoso da noi avrebbe dovuto scrivere un brano che potesse essere fischiettato, nacque così Libertango, che è il più conosciuto del suo repertorio ma vi assicuro che ci sono tanti altri brani da scoprire. La nostra missione è proprio questa, farlo riscoprire e scoprire agli appassionati di musica. Una missione che abbiamo concordato con la moglie che ci ha dato l’incarico di mettere su un concorso dedicato alle musiche di Piazzola al quale lavoreremo subito dopo la fine del festival.  

Difficile definire Oriana Fiumicino in poche frasi. Se ti capitava d’incontrarla anni fa alla facoltà di Lettere e Filosofia, dipartimento Discipline dello Spettacolo, potevi osservarla impegnata a costruire una maschera di cuoio per lo Zanni della Commedia dell’Arte. Qualche anno più tardi, se accendevi la radio e capitavi sulla frequenza di Radio Deejay o successivamente di Radio Capital, potevi ascoltare la sua voce accompagnarti nelle ore del mattino, mentre sceglieva i brani più adatti ai tuoi gusti. Se invece ti trovavi a Milano e andavi a una delle serate del Playback Theatre  (clicca qui per leggere l'articolo) ecco che tra gli attori della compagnia I lunamboli c’era anche lei. Qualche anno dopo, potevi vederla recitare sul palco De fame – se non chiedi non sai, testo di teatro narrazione da lei scritto e interpretato, sulla fame che attanagliava i romani nei terribili anni dell’occupazione nazista. L’incontro con il musicista Roberto Pentassuglia e con la sua chitarra, le permette di ritrovare la musica, il ritmo, il respiro appropriato ad accompagnare e sostenere le sue parole. Il testo dello spettacolo WOP – Quando gli italiani erano WithOutPassport, sulle migrazioni italiane in America di fine ‘800, è finalista al premio di drammaturgia femminile “Donne e teatro” e vince il premio “Bianca Maria Pirazzoli” sempre per la drammaturgia. Nel frattempo la Fiumicino si specializza in Teatro Terapia, consegue l’abilitazione all’insegnamento di lettere per la scuola media, ma quando in libreria si imbatte nella storia di Nicolò Azoti, sindacalista ucciso dalla mafia, non resiste alla tentazione e scrive per lui il corto teatrale Il cappotto. 

 

Qual è il comune denominatore che lega tante e tali esperienze?

Credo che il denominatore comune sia la Parola. Tutto quello che faccio nasce dal bisogno di comunicare e molta della nostra comunicazione passa attraverso la Parola, quella stampata sulle pagine di un libro, quella che passa attraverso un microfono, quella lanciata in classe sperando che arrivi a destinazione e anche quella non detta, quella che non diventa voce ma si fa corpo. Uno sguardo, una carezza, un abbraccio sono l’essenza dietro le parole.

Utilizzare l’arte come terapia, per alleviare o superare un iniziale stato di difficoltà o sofferenza dell’essere umano è quanto di più affascinante si possa fare nella propria vita. Se tutte le espressioni artistiche già racchiudono in sé una dirompente carica positiva, che scardina strutture distorte, dà voce a emozioni e pulsioni nascoste, contribuisce alla cultura di un popolo, rende liberi gli esseri umani, le artiterapie compiono, in questa ottica, un ulteriore balzo in avanti. In esse l’artista si pone a fianco del paziente, mettendogli a disposizione tutto il suo talento, gli studi, le capacità. L’arte diviene quindi il linguaggio per entrare in contatto, il mezzo per operare un cambiamento, la via per prendersi cura e migliorare la qualità della propria vita.  

Dopo aver parlato di logoteatroterapia e di comicoterapia, affrontiamo oggi la musicoterapia, grazie a un’intervista alla musicoterapista Valentina Mikulic.

La prima cosa che colpisce chiunque entri in contatto con lei, è la serenità che traspare dal suo sorriso, unita a una estrema capacità di guardare ciascuno dritto negli occhi e connettersi con la verità dell’essere. Questa autenticità Mikulic la riporta in ogni rapporto che costruisce, da quello con il piccolo paziente irrequieto e non-verbale, a quello con l’adulto affetto da disabilità intellettiva o con la giovane futura mamma preda di ansie e paure per il piccolo che nascerà. 

La metodologia che Mikulic utilizza è la musicoterapia. Scopriamo grazie a lei qualcosa di più di questa efficacissima disciplina.

 

Parlaci di te..

Mi chiamo Valentina Mikulic e sono di origine bosniaca ma nata nel 1973 in Germania. Nel gennaio del 1993 sono arrivata in Italia, scappavo dalla guerra.  Nel 2001 mi sono diplomata in musicoterapia. 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori