Lo abbiamo intervistato a distanza di un mese all’interno del quale lo scenario è nuovamente mutato: la voce e la velocità delle parole sono quelle di chi è rimasto mortificato e ferito per l’ennesima beffa ricevuta ai danni del Teatro. Ma dalla rabbia di Gennaro D’Avanzo, direttore artistico del Teatro Villoresi di Monza, sgorga il copioso zampillo della creatività, tanto più potente quanto compresso e imbrigliato. Così, attraverso iniziative inedite che solo la passione e l’amore potevano concepire, D’Avanzo crea un nuovo modello di fare arte unendo teatro, poesia e quella autentica passione che il suo pubblico sente vibrare come un gesto d’amore vero.
Le espressioni superiori dell’essere umano, quali le arti, imbrigliate da qualcosa di molto terreno e miope, come un Dpcm. Non è un irritante controsenso già in partenza?
Eduardo già lo scriveva: quando il mare è calmo tutti sono bravi a portare la nave ma solo quando il mare è in tempesta si vede il bravo marinaio. I politici professionisti, non avendo la cultura teatrale, non colgono la situazione reale. Se la motivazione della chiusura dei teatri è la tutela della salute, i politici mi devono spiegare perchè tengono aperte le tabaccherie. A causa delle sigarette muoiono in media ottantatremila persone all’anno per tumore alle vie respiratorie, lo stesso tratto che viene colpito dal Covid 19: quindi è solo una questione di introiti visto che in Italia fumano dodici milioni di persone. Con lo scopo di capire dove avessero contratto il virus, alcuni studiosi hanno intervistato un campione di quattrocento infettati chiedendo loro dove fossero stati gli ultimi quindici giorni: nessuno di loro era stato a teatro. Dalle mie analisi e considerazioni, che ormai faccio da venticinque anni, si evince che in Italia solo il tre per cento della popolazione va a teatro: ciò significa che il pubblico, distanziato e protetto, ha meno possibilità di infettarsi rispetto a quando entra in un bar o sale sulla metro.