Sabato, 21 Dicembre 2024
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#riflessione

Partiamo dal commento di una nostra lettrice, che sulla pagina facebook de La Platea, ha mosso un dissenso su una recensione affermando che questa non invogliava lo spettatore ad andare a vedere lo spettacolo: “infatti è una recensione, non un comunicato stampa”, la risposta.

È sì, sembrano essere poche le persone, interessate più o meno al teatro che hanno chiara questa differenza e questo per diverse, buone, ragioni che ora vi andiamo a spiegare. La prima sta nella mancanza di recensioni vere, volete sapere il perché? Semplice, il web pullula di piccole e medie realtà (blog e siti di pseudo informazione) che pur di andare a teatro gratis, mediante i famosi due accrediti (da bon ton è usanza lasciare un accredito per il giornalista e uno per l'accompagnatore/rice) concessi dagli uffici stampa alle “testate”, si limitano a parlare solo bene, il più delle volte scopiazzando proprio il comunicato stampa. Comunicato stampa che lo ricordiamo deve invogliare le persone ad andare a teatro mettendone in risalto le peculiarità.

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Sempre più spesso, nell’attesa che si alzi il sipario che decreta l’inizio dello spettacolo, ci si trova ad avere di fronte, o accanto, la signora intenta a farsi un selfie con l’iPhone, a truccarsi in poltrona, a scorrere le foto sul cellulare o a chattare su whatsapp. A nulla valgono le raccomandazioni della voce al microfono che avvisa gli spettatori in sala di spegnere i telefonini per non disturbare chi è seduto vicino e il divieto di riprese video e audio della rappresentazione. Per non parlare di coloro che prendono posto a spettacolo già cominciato.
Qual è il pubblico che va a teatro?

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#riflessioni

Veramente i teatri sono sempre vuoti? Gli italiani non amano il teatro? Gli spettatori rinunciano a causa dei prezzi troppo alti o è solo una scusa? Cerchiamo di fare chiarezza partendo da una base certa, quella data dall’ultimo sondaggio Doxa relativo alle abitudini culturali degli italiani.

Nel corso dell’ultimo anno, fra gli intervistati, solo il 40% ha dichiarato di essere andato a teatro almeno una volta. Percentuale all’interno della quale è emerso che ad amare il teatro sono per lo più persone con un’età compresa fra i 55 ed i 65 anni. Altro dato su cui riflettere, sempre da fonte Doxa, è un forte aumento di spettatori nel sud Italia.

Quindi i giovani non vanno a teatro? Abbiamo avuto modo di parlare con l'amministrazione del Piccolo teatro di Milano – teatro d’Europa, fiore all’occhiello nostrano ed abbiamo scoperto che non è proprio così. Difatti il teatro milanese può vantare una statistica incredibile: un numero di abbonati all’altezza delle prime squadre di Serie A, oltre 23 mila. Di questi circa la metà (il 46%) sono giovani con un età al di sotto dei 26 anni.

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#riflessioni

 

Stare tutta la serata seduti sul divano a fissare lo schermo, piatto, del televisore. Passare ore ed ore a scrollare il telefonino alla ricerca degli aggiornamenti più interessanti postati dai propri contatti. Tenere in mano, fermi come mummie, tablet che portano la nostra cervicale ad assumere una forma sempre più curva.

L’intrattenimento passa sempre di più per un filtro, quello dello schermo, che ci allontana dalle forme del reale. Al contempo aumentano con sempre maggior frequenza persone, ragazzi in particolar modo, con problemi legati all’apprendimento, all’empatia, con difficoltà ad istaurare e mantenere sani rapporti sociali.  A venire meno è la funzionalità dei così detti neuroni specchio, che sono in grado di lavorare sul cervello innescando una vera e propria forma di pre-comunicazione, che precede il linguaggio e che è fondamentale per l’interazione con l'altro.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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