Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione de “Il Convalescente” di Jessica Anthony edito da Pidgin Edizioni. Una casa editrice napoletana nata nel 2017 sotto forma di associazione culturale che si pone l’obiettivo di promuovere una letteratura diversa, più audace e spregiudicata, più sopra le righe e fuori dagli schemi..



“Il Silenzio, ho notato, mette la gente a disagio, e la musica torna sempre utile. Alla maggioranza delle persone non basta ascoltare il ronzio di un frigorifero pieno di carne.”
                                                                                                                     ( Rovar Àkos Pfliegman)

 

 

Come la nascita di un nuovo Universo, in una delle infinite pieghe del continuum spazio – temporale, tutto ha inizio col susseguirsi di una serie curiosa di rocambolesche coincidenze. Ma siamo solo (e già) in medias res, o giù di lì. Qualcosa (giustamente) non torna, anche se vedremo che, come in ogni storia ben scritta e narrata, alla fine tutti i nodi verranno al pettine e si scioglieranno. Tornando a noi, voltata pagina ci ritroveremo pressapoco alla fine del primo decennio del Terzo Millennio, ma finito il capitolo verremo catapultati nel IX secolo d.C., qualche pagina dopo nel 1985, e così via, di volta in volta, sarà un continuo viavai lungo la linea del tempo e gli intricati sentieri della Storia e dei ricordi.

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I libri con cui arricchire le nostre vita

 

 

“La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.”

Fernando Pessoa

Come diceva Fernando Pessoa la letteratura è la conferma che la vita non basta? Forse si! Probabilmente in alcuni momenti la vita con tutto i suoi accadimenti non ci è sufficiente e quindi abbiamo un desiderio insito nel nostro profondo che ci spinge a leggere. Ma non è necessariamente vero, a volte si vivono momenti altamente emozionanti e leggere può diventare un modo per evadere da se stessi ed essere altri. In ogni caso leggere sembra sopperire ad una mancanza, un qualcosa che ci impedisce di essere pienamente appagati e quindi ci rivolgiamo all’arte e alla letteratura.

Per aiutarvi a scegliere l’opera con cui arricchire le vostre vite vi proponiamo a seguire la nostra consueta selezione delle novità letterarie.

 

Narrativa

 

Basta un caffè per essere felici di Tashikazu Kawaguchi, Garzanti

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L'aroma dolce del caffè aleggia nell'aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può vivere un'esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l'esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gōtaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno un conto in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. 

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Recensione del libro Logoteatroterapia. Il teatro per la disabilità della comunicazione di Cecilia Moreschi edito da WriteUp Site. Piccola casa editrice che cura dalle pubblicazioni universitarie ai testi per bambini cercando di fare proprie alcune proposte del millennio: leggerezza, rapidità, visibilità e…

 

Logoteatroterapia è una parola lunghissima, anche difficile per certi versi, che ha però il dono di racchiudere un’esperienza sul campo densa di esperienze uniche, quelle della sua ideatrice Cecilia Moreschi. 

L’intento di questo libro è il fornire un manuale, teorico e fondativo della disciplina, con cui trasmettere le pratiche e le riflessioni volte all’utilizzo del teatro nella cura delle disabilità. Una sfida apparentemente impossibile che l’ideatrice applica tutti i giorni nelle scuole, nei centri di riabilitazione, con i piccolissimi e con gli adolescenti: un metodo che consentirà alle/agli insegnanti e agli/alle operatrici del settore di utilizzare il teatro non solo per imparare a gestire l’emotività, ma anche per intervenire in maniera efficace su una serie di patologie legate alla sfera della comunicazione e dell’apprendimento.

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Recensione del libro Io sono l`abisso di Donato Carrisi edito da Longanesi, una casa editrice caratterizzata per la vocazione anticonformista e la libertà delle scelte.

 

Sono le cinque meno dieci esatte. Il lago s’intravede all’orizzonte: è una lunga linea di grafite, nera e argento. L’uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Non prova ribrezzo per il suo lavoro, anzi: sa che è necessario. E sa che è proprio in ciò che le persone gettano via che si celano i più profondi segreti. E lui sa interpretarli. E sa come usarli. Perché anche lui nasconde un segreto. L’uomo che pulisce vive seguendo abitudini e ritmi ormai consolidati, con l’eccezione di rare ma memorabili serate speciali. Quello che non sa è che entro poche ore la sua vita ordinata sarà stravolta dall’incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Lui che ha scelto di essere invisibile, un’ombra appena percepita ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il rischio non è solo quello che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente. Il vero rischio è, ed è sempre stato, sin da quando era bambino, quello di contrariare l’uomo che si nasconde dietro la porta verde. Ma c’è un’altra cosa che l’uomo che pulisce non può sapere: là fuori c’è già qualcuno che lo cerca. La cacciatrice di mosche si è data una missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l’oscura fama che la accompagna. E quando il fondo del lago restituisce una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C’è soltanto una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l’ombra invisibile che si trova al centro dell’abisso.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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