Sabato, 21 Dicembre 2024
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Recensione della mostra Occhi come lanterne danzanti. Storia e restauro della Madonna del latte di Murillo dal 19 maggio all’11 luglio 2021 presso Gallerie Nazionali d’Arte Antica – Palazzo Barberini

 

Il grande pubblico di oggi conosce poco la Madonna del latte del pittore spagnolo Bartolomé Esteban Murillo. Ma non è sempre stato così: in passato figurava tra le opere più ammirate della Galleria Corsini, tanto che il suo nome trova posto in diversi resoconti di viaggio, diari, articoli di giornale, addirittura in lettere. Le più celebri delle quali portavano nientemeno che la firma di Gustave Flaubert. Nel 1851, infatti, in riferimento alla tela lo scrittore francese dopo aver dichiarato alla madre «c’è da diventare pazzi», rincara la dose con il fraterno amico Louis Bouilhet: «sono innamorato della Vergine di Murillo della Galleria Corsini. La sua testa mi perseguita e i suoi occhi continuano a passarmi davanti come due lanterne danzanti». E osservando i tratti di questa Madonna così umana, si capisce bene perché. 

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L’evento clou che riapre il mondo culturale a Roma dopo un anno di lock-down e frustrante inattività.

 

Finalisti di livello internazionale da tante nazioni del mondo e italiani.

Uno sponsor attualissimo come Raybotics con il suo rivoluzionario robot disinfettante ai raggi Uv-C e ozono 

Una giuria di qualità prestigiosa con la partecipazione ad esempio del giornalista Francesco d’Ayala e Nicolas Ballario divulgatore e conduttore di programmi sull’arte contemporanea di Sky Arte e Rai Radio Uno. 

 

Il contest, una nuova formula di partecipazione all’arte.

Arte al Carotene è una formula nuova di contest, perché trasforma le restrizioni imposte dalla pandemia in opportunità, offrendo ad artisti e pubblico un modo interattivo di mostrare e fruire l’arte, che prevede la reazione e non solo la visione da parte del pubblico, sia sulle piattaforme social sia, in caso fosse possibile alla data della mostra conclusiva, in una vera e propria galleria nel centro storico di Roma.

È un contest internazionale perché, sfruttando l’ubiquità offerta dai social, permette ad artisti e pubblico di tutto il mondo di parteciparvi. Ed è internazionale per l’ubicazione fisica della mostra in una delle zone più frequentate da artisti e turisti a Roma.

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Recensione del progetto Sol Indiges. Arte pubblica a Pomezia tra mito e futuro. Inaugurazione de L’antiporta di Agostino Iaruci. Dal 29 marzo presso Biblioteca comunale Ugo Tognazzi di Pomezia 

 

Un tempo esisteva un santuario dedicato al dio Sole inteso come progenitore di tutte le cose: sorgeva alla foce del fiume Numico, dove sarebbe sbarcato Enea e sorse la città di Lavinium. Tutto questo avveniva nelle campagne limitrofe a Pomezia e ci si rivolgeva a questa divinità con l’appellativo di Sol Indiges: non è decisamente un caso, dunque, se il Comune di Pomezia - in collaborazione con la Fondazione Pastificio Cecere e con la curatela di Marcello Smarrelli - ha deciso di intitolare così il progetto che ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale cittadino tramite interventi legati all’Urban Art. Fondendo, così, antico e contemporaneo in una celebrazione delle origini di una terra carica di miti, storie e personaggi. 

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Sol Indiges è il progetto del Comune di Pomezia, in collaborazione con la Fondazione Pastificio Cerere e a cura di Marcello Smarrelli, nato per incrementare il patrimonio culturale della città attraverso un programma di interventi di Urban Art, nell’intento di riannodare il filo della storia contemporanea di Pomezia con il mito delle origini: un contributo della città alle celebrazioni nazionali per il settecentesimo anniversario della morte di Dante, considerato il ruolo centrale che Enea e Virgilio hanno avuto nella Divina Commedia.

Il progetto si inserisce nel contesto di una visione politica più ampia che caratterizza le scelte dell’attuale amministrazione, volte a favorire processi creativi indirizzati alla formazione e alla rigenerazione urbana, con la partecipazione attiva dei cittadini e dei giovani in particolare.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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