Lunedì, 25 Novembre 2024
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Serata Campanile è un recital all’insegna del grande divertimento, ma un divertimento pieno di riflessione e di eleganza, perché Campanile basa la sua poetica e il suo humor sul gioco di parole colto e raffinato. In questo momento in cui la volgarità culturale e lessicale trionfa, vogliamo proporre un modo diverso di divertirsi in cui il riso scaturisca dalla comicità di una penna graffiante e intelligente. Campanile racconta un’Italia comica, tenera, sprovveduta, feroce, patetica…non così lontana dall’Italia di oggi. E la sua “grazia” ci porta a un’acuta riflessione.

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Il ritorno de La rivolta degli oggetti de La Gaia Scienza non può non portarsi dietro parole e immagini degli anni in cui è nata, i segni di un momento storico – gli anni ’70 – che ha disegnato l’orizzonte culturale e vitale del nostro paese. Le tre settimane di programmazione dello spettacolo al Teatro India saranno accompagnate da un calendario di eventi, mostre, incontri, e attraversate da molti che in quegli anni hanno iniziato a produrre pensiero radicalmente critico, in ambito culturale, politico e artistico.

Immagini inedite, una collezione di documenti mai assemblati per una esposizione pubblica, materiali editoriali eccezionali, installazioni, letture e interventi di personalità decisive allora, come ancora, nell’attuale panorama artistico e intellettuale italiano: tutto per squarciare una visione sul passato, ma anche e soprattutto per prendere da quel passato strumenti che possono aiutarci a rivoltare un immaginario presente.

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Prosegue allo Spazio 18b la Rassegna Rewind, dedicata agli spettacoli di maggior successo della scorsa stagione, con Rieducazione Sentimentale di Alice Lutrario, vincitore della prima edizione della rassegna "Sostantivo Gender- rassegna La Karl Du Pignè” 2018/19, in scena dal 17 al 20 ottobre.
Rieducazione Sentimentale, interpretato da Elisa Rocca e Gaia Petronio e diretto da Massimo Roberto Beato, è una parabola che porta alle estreme conseguenze un pensiero univoco, incapace di concepire la diversità, l’individualità, la complessità multiforme dell’umano. In un’aula troviamo un’allieva e un’insegnante: ci sono delle verità che è giusto trasmettere e delle convenzioni che non si possono ignorare.

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Quello tra Lady Macbeth e suo marito è l’unico matrimonio davvero funzionante in Shakespeare, dice con ragione molta della critica ufficiale. Un’unione fatta di amore, ambizione, attrazione e certamente, complicità. Fino ad un certo punto, fino a quando lei, come potrebbe capitare e capita in molti matrimoni, non vede un lato di lui che la delude profondamente. Fino a quando Shakespeare smette di mostrarceli in scena assieme. Fino a quando lei si suicida.
La protagonista spiega e analizza con macabra ironia tutto questo ed altro, come una ricercatrice di laboratorio, costretta in una sorta di limbo, forse quello cui sono condannati i suicidi, dove rivive la sua storia d’amore e la scompone per il pubblico. Lo fa in modo crudo e crudele. Prima di tutto con sé stessa.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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