Sarà in scena al Teatro dei Conciatori di Roma dal 24 marzo al 5 aprile 2015 UN NATALE ROSSO SHERLOCK, testo e regia di Francesca Draghetti. Musiche originali di Nanni Baldini. In scena: Gerolamo Alchieri, Antonella Alessandro, Roberto Stocchi, Giovanni Caravaglio, Sandra Conti. Simone Crisari, Ughetta d’Onorascenzo, Gerry Gherardi.

Uno spettacolo che è un classico della comicità, in testo irresistibile e sempre molto amato dal pubblico.

Mercoledì 18 marzo il Lanificio svela il suo lato folk con il concerto di Livia Ferri. Con la sua voce calda e primitiva e la solida e grezza chitarra, Livia ha vinto la seconda edizione del Roma Contest e aperto il Roma Folk Fest nel maggio del 2014.

Ora la giovane cantautrice romana torna sul palco del Lanificio per presentare il nuovo disco, "A Path made by Walking". Un disco particolare che si svela nell'arco di un anno, cadenzato dal rilascio di un brano ogni 45 giorni. Un cammino a tappe, intenso, personale, ma non solitario che la giovane cantautrice romana ha iniziato a gennaio del 2015 con il primo brano "Hyperbole" presentato in anteprima su Rai Radio2 – Social Club, e proseguito a marzo con "The Boss" in anteprima live su Rai Radio1 – King Kong e in esclusiva streaming su Plindo.com. Un rilascio lento, in linea con il concept del disco: canzoni che sono gradini che portano alla conoscenza di sè stessi, delle proprie scelte, del proprio cammino e che quindi necessitano del loro tempo. 

Some girl(s) è una commedia intrigante e acuta, definita semplicemente un successo dalla critica nazionale, nata dalla penna di uno degli autori americani più acclamati della generazione post-Mamet, Neil LaBute.

Un giovane uomo, insegnante e aspirante scrittore, prima di sposarsi decide di fare un viaggio à rebours nella propria vita,mettendosi in cerca delle proprie ex, per provare - in un paradossale tentativo di espiare gli errori delle vite precedenti - asistemare, come dice lo stesso autore, “il casino che ha combinato nella sua vita sentimentale lungo la strada verso la propria maturità”. 

Ne emerge il tragicomico ritratto, in bilico tra Rohmer e Voltaire, di un uomo-bambino: un adultescente che barcolla trapaura di impegnarsi, senso di colpa e una spietata ambizione che lo spinge, un po’ per cinismo, un po’ per incoscienza, aconsumare e manipolare le donne della sua vita. Simpaticamente sconfitto su tutti i fronti, alla fine sarà capace dirialzarsi, nonostante i lividi, senza pensarci troppo su. E con la stessa leggerezza, o superficialità di sempre, ricomincerà a macinare la propria vita tra un danno e un altro.