Venerdì, 22 Novembre 2024
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Recensione di Zothique 14 Speciale 100 anni di Weird Tales! di AA. VV., edito da Dagon Press. Piccolissima realtà editoriale teramana fondata da Pietro Guarriello nel 2005 e portata avanti negli anni assieme a un gruppo di amici accomunati dalla passione per H. P. Lovecraft e la Letteratura Fantastica.

 

L’immaginazione dell’uomo, in materia di mostri, è limitata” (Jorge Luis Borges)

 

Costantemente attenta alle piccole realtà editoriali, La Platea, che sta sempre sul pezzo, recupera e segnala, per la gioia degli appassionati di genere, un volume uscito a marzo di quest’anno per i tipi di Dagon Press.

Tutto ebbe inizio nella seconda metà del ‘700 quando scrittori come Horace Walpole ed E. T. A. Hoffmann diedero il LA.

Da lì in a una sessantina d’anni, una seconda generazione di autori, del calibro di E. A. Poe Mary Shelley Ambrose Bierce e Jack London, si accordò sulla stessa frequenza d’onda dando il via, a loro volta, all’esplorazione di ciò che c’era (e continua ad esserci) oltre i confini della linea d’ombra dell’animo umano.

A raccogliere questa eredità letteraria negli anni venti del ‘900 ci penserà, come ci raccontano i vari contributi del numero 14 di Zothique, il pulp magazine emblema del Fantastico, in tutte (o quasi) le sue declinazioni, per eccellenza: Weird Tales.

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“Lei scrive, scrive, ma il guaio è che prova più gusto a scrivere che a leggere, mentre scrivere vuol dire dire partecipare a un lavoro collettivo, avere una propria idea della situazione della letteratura attuale e di una direzione verso la quale si vuole svilupparla. Se no le cose che Lei scrive, belle o brutte che siano, non entrano nel discorso generale, cioè non servono.” Così Calvino a Stelio Mattoni il 17 Maggio del 1965: tralasciando le circostanze specifiche che portano l'autore-editore-innovatore – di cui ricorre il centenario quest'anno- a scrivere a Mattoni, quel che interessa è la concezione emersa chiaramente in queste poche righe. Scrivere vuol dire non leggere ma aver già letto, aver chiaro dove sia già stata la letteratura e dove ancora possa stare. Il talento letterario non può che essere sostenuto da un'assidua frequentazione con i modelli: idea che accompagnerà Calvino fin negli ultimi anni. Come fatto notare efficacemente da Eraldo Bellini ( Calvino e i classici italiani, Eraldo Bellini, Edizioni Ets, 2019), tale predisposizione d'animo doveva essergli nata dal ruolo di editore e consulente che ricoprì per Enaudi ma ciò non toglie che tale convinzione fu talmente salda da guidarne la penna vita natural durante. Ancora illuminanti, a tal proposito, le pagine che aprono il catalogo della mostra di Tullio Pericoli Rubare a Klee, scritte vent'anni più tardi. La poesia nasce sempre da altra poesia, anche se tale nascita si configura necessariamente come un furto, anche se inconsapevole: è quanto sostiene lo scrittore in queste poche pagine. Quanto alla sua esperienza, Calvino si difende dalla mancanza di consapevolezza: io ho sempre avuto coscienza di prendere dei prestiti. Ed ancora, la suggestiva definizione di lettura :“ Forse la lettura è già questo un furto. C'è questa cosa lì, chiusa, questo oggetto da cui si carpisce qualcosa che c'è chiuso dentro. C'è uno scassinamento, c'è un furto con scasso in ogni vera lettura.”

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Recensione del libro Cleopatra e Frankenstein di Coco Mellors, edito da Giulio Einaudi editore.

 

Coco Mellors, giovane scrittrice inglese, con il suo romanzo d’esordio, Cleopatra e Frankenstein, ci stupisce narrandoci dell’amore in tutte le sue forme: verso se stessi, verso gli amici, verso la persona con cui si vuole passare il resto della vita, verso un ricordo… Un amore però realistico, sospeso, sotteso, quasi invisibile che tutti a loro modo agognano e non sempre  riescono a trovare. Un romanzo di successo restato allungo ai vertici della classifica inglese e da cui sarà tratta anche una serie tv.

Un romanzo sulle fibrillazioni dell’amore, su tutte quelle relazioni imperfette nate da serate inaspettatamente perfette e, soprattutto, su New York: ancora una volta sfrenata, eccessiva, meravigliosa, irraggiungibile. Quando Cleo e Frank si incontrano, nell’ascensore di un grattacielo a Manhattan la sera di Capodanno, non sanno che da lì a sei mesi si sposeranno e andranno a vivere insieme. Ma quello che appare come un idillio, finirà per essere un infelice punto di svolta nella loro vita e in quella degli amici più cari.”

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“Diceva che una vita senza Dio  non ti prepara ad una morte serena senza Dio. A questo non so rispondere. Nemmeno io. Devo andare. Hasta luego, compadre”. Cormac McCarthy

 

Il 13 giugno,  il quasi novantenne, Cormac McCarthy ci ha lasciato dopo averci donato numerose opere meravigliose e in suo onore il primo libro della nostra lista di consigli letterari sarà il suo ultimo libro pubblicato. Con il suo stile secco, la durezza degli argomenti trattati, il suo ricorrente  racconto del male e della sofferenza ha raggiunto un grande pubblico che non aveva paura di affrontare argomenti scomodi. 

Ma come sempre nella nostra rubrica troverete anche le novità letterarie del momento.

Ecco a voi:

 

Il passeggero di Cormac McCarthy, Einaudi

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Durante una missione di recupero al largo della costa del Mississippi, Bobby Western vede quel che non avrebbe dovuto vedere: un JetStar apparentemente intatto adagiato sul fondale e, in cabina, chiome fluttuanti, bocche aperte e occhi vuoti, nove corpi senza vita. Da dove viene quell’aereo, che fine ha fatto la scatola nera? Queste le domande a cui Bobby, perseguitato da due emissari governativi «con un’aria da missionari mormoni», non sa dare risposta. Capisce allora di dover scomparire. Del resto a fuggire ci è abituato, da tanto tempo è inseguito dai sensi di colpa nei confronti del mondo e di lei, Alicia Western, sua sorella. Mente matematica sopraffina ed esperta mondiale di violini cremonesi, anche Alicia, come Bobby, ha guardato dove non doveva guardare, nel cuore delle tenebre. Alicia ha provato a opporre l’ordine del numero al caos della vita ma non ce l’ha fatta perché «certe cose un numero non ce l’hanno». Ora cosa resta a Bobby, se non la fuga? Via da New Orleans, Knoxville e la baia petrolifera della Florida, da bettole, bagnarole e topaie. Via da tutto quel rumore, via dalle oscure macchinazioni del potere, verso una nuda bicocca dall’altra parte dell’oceano, verso un posto senza compagnia né legge né letteratura, dove non c’è altra realtà del ricordo e la fisica si fonde nella metafisica. Perché questo siamo noi: «dieci percento biologia e novanta percento mormorio notturno».

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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