Recensione del libro Little Boy, di Lawrence Ferlinghetti, edito da Edizioni Clichy. La casa editrice nasce a Firenze nell’ottobre 2012. Edizioni Clichy si propone fin dal suo esordio come una casa editrice completamente indipendente, con un’identificazione forte e coerente sia nella scelta dei testi sia nella tipologia dei libri, immediatamente riconoscibili anche materialmente.
"Il fascino dei bambini sta nel fatto che con ognuno di loro tutte le cose vengono rifatte, e l’universo rimesso alla prova. Quando camminiamo per strada e sotto di noi vediamo le deliziose teste bulbosa di questi funghi umani, il triplo delle dimensioni che dovrebbero avere in proporzione al loro corpo, dovremmo sempre ricordarci innanzitutto che ognuna di quelle sfere contiene un universo nuovo fiammante, nuovo quanto era nuovo il mondo il settimo giorno della creazione. In ognuna c’è un nuovo sistema di stelle, nuova erba, nuove città, un nuovo mare." (Gilbert Keith Chesterton)
"Tutto è partito dalle figurine Liebig che trovavo nei dadi del brodo, quando ero bambino a Venezia. O in quelle che si trovavano nei pacchetti di sigarette inglesi e che ho conosciuto qualche anno dopo. I miei coetanei si entusiasmavano per quelle dei calciatori che a me non interessavano. Ero affascinato da quelle figurine che ritraevano uomini dipinti e tatuati come i Papua, spiagge esotiche, o soldati in strane uniformi. Ho cominciato a sognare e a fantasticare sui mari del Sud, partendo da lì. E poi ci sono stati i libri, i film, i fumetti di Franco Caprioli. O le collane della Sonzogno che ho iniziato a leggere quando avevo 7 o 8 anni, e il bel racconto di uno scrittore irlandese, Henry de Vere Stacpoole, Laguna blu, da cui hanno tratto un brutto film. Quando ho cominciato ad avere una certa indipendenza economica sono cominciati i viaggi veri. Ero emigrato a Buenos Aires e lì si è fatto sentire il richiamo del Pacifico; l'Atlantico lo conoscevo già, nel Mediterraneo ero di casa, l'oceano Indiano l'avevo imparato a conoscere quando ero stato in Etiopia. È cominciato tutto così." (Hugo Pratt)
A leggere l'ultima fatica narrativa del poeta americano Lawrence Ferlinghetti c'è, in senso buono, da perdere la testa.
Non si fa in tempo ad intraprendere la via maestra dell'esistenza di quest'uomo che già, dopo poche pagine, ci si ritrova in una qualche diramazione laterale che, a sua volta, dopo una lunga serie di tornanti finisce in un trivio che sfocia rocambolescamente in un'alteria secondaria che sale a zig zag su su su in cima a una ripida salita che precipita vertiginosamente a picco tra le braccia di un dirupo, che in un alternarsi di sbandate e ritorni in carreggiata, confluisce a precipizio sulla via principale intrapresa poco prima e...così via senza tregua per 240 pagine dense di reminiscenze biografiche, fatti storici, incontri, scontri, amori, disamori, rielaborazioni e riflessioni.