Presentazione del saggio La scommessa cattolica di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti al Teatro Piccolo Eliseo il 6 novembre 2019
“C’è ancora un nesso tra il destino delle nostre società e le vicende del Cristianesimo?” E’ questa la domanda che si pone “La scommessa cattolica” l’ultimo lavoro di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, presentato al nuovo appuntamento Eliseo Cultura. La scelta del titolo, come ci dicono i due autori, non è affatto casuale alla luce del futuro del Cristianesimo, in una civiltà in cui il progresso scientifico, la razionalità, la tecnologia sembrano aver soppiantato interamente la spiritualità. I due docenti di Sociologia dell’Università cattolica di Milano, nonché marito e moglie, provano ad analizzare il rapporto tra Cristianesimo e Modernità alla presenza illustre del neocardinale Matteo Maria Zuppi, del giornalista Corrado Augias e del vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Ad accoglierli, il padrone di casa Luca Barbareschi, che dopo un breve saluto lascia la parola agli autori. Mauro Magatti, noto anche come editorialista del Corriere della Sera, nel salotto culturale di Casa Eliseo ha scelto il ruolo di conduttore-mediatore del dibattito in cui si cercherà di sviscerare i principali nodi affrontati nel saggio. Si alternano le voci di Chiara Giaccardi e quella di Corrado Augias, quasi agli antipodi.
Ci si confronta sul futuro del Cristianesimo: l’accademica Giaccardi trova una possibilità di salvezza nel Vangelo, citando le Sacre Scritture, mentre Augias contrappone l’importanza della dottrina come collante sociale, strumento di salvezza di una società allo sbaraglio. Da intellettuale ateo, come ribadisce più volte nel corso della serata, Augias ritiene fondamentali le radici cristiane per il futuro dell’Europa e accusa S.E. Zuppi di “manipolare goffamente” un personaggio storico della portata di Cristo. Pur non credendo nella sua divinità, egli ritiene che il messaggio dell’ebreo vissuto in Palestina per 33 anni, possa essere una delle poche vie d’uscita in una società in cui sono tramontate le grandi ideologie del Novecento, i partiti e le associazioni sindacali non sono più in grado di parlare alla gente. Forse solo il Cristianesimo come fenomeno storico può smuovere giovani in cui è completamente assente la dimensione spirituale, afferma ancora Augias. S.E. Zuppi ammette, non rinunciando ad una certa vena ironica, “che forse qualche problemino è evidente che la Chiesa in Europa e negli U.S.A. ce l’abbia” e non nasconde che i primi ad osteggiare un rinnovamento reale e profondo sono proprio all’interno del mondo ecclesiastico. Per lui la scommessa può essere vinta andando tra la gente e seguendo l’esempio di Papa Francesco, portavoce di un cristianesimo sudamericano più sentito e autentico di quello occidentale. La dottrina, come la intende Augias, è un elemento successivo alla fede, senza la quale la dottrina cattolica non avrebbe senso.
La sfida e quindi la scommessa, ci dice infine l’accademica e costituzionalista Marta Cartabia, è proprio tenere insieme le polarità costituite da una modernità, in cui le grandi domande esistenziali sembrano non avere più senso, e una Chiesa che invece conserva nel messaggio evangelico ancora una portata rivoluzionaria, in cui c’è ancora “qualcosa di inaudito da dire”.
Anche quest’appuntamento del ciclo Eliseo Cultura, si è rivelato un successo di pubblico numeroso, partecipe ed entusiasta. I presenti, anche in quest’occasione, tornano a casa con la consapevolezza e la pienezza interiore di aver assistito ad un evento di grande spessore umano e culturale, in cui tante posizioni e punti di vista anche apposti si sono alternati, ma tutti portatori di un valore aggiunto ad un dibattito esistenziale e culturale sempre più arido e depauperato di spiritualità.
Mena Zarrelli
8 novembre 2019