Napoli – Un lavoro che nasce da un’esperienza ben precisa, vissuta attivamente dal collettivo Putéca Celidònia, a partire dal 2018, all’interno del Rione Sanità di Napoli. Un viaggio attraverso vicoli, case, storie, donne e uomini che abitano il quartiere partenopeo, in un’indagine sulla paralisi emotiva e fisica che queste persone si impongono per mancanza di mezzi.
Dopo il debutto al festival Primavera dei Teatri 2023, torna in scena dal 30 novembre al 10 dicembre al Ridotto del Mercadante di Napoli “Felicissima jurnata” lo spettacolo di Putéca Celidònia, già vincitore del premio della Giuria Popolare condotta da Daniele Aureli Tuttoteatro.com Dante Cappelletti XV edizione e finalista di Forever Young - La Corte Ospitale 2022, prodotto da Cranpi e Teatro di Napoli.
“Felicissima jurnata”, scritto e diretto da Emanuele D’Errico – vincitore del premio L. Visconti 2023 e del Premio Gerardo D’Andrea 2023 per la nuova drammaturgia – e interpretato da Antonella Morea e Dario Rea, cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e i protagonisti di “Giorni Felici” di Samuel Beckett.
«Nel 2018 abbiamo iniziato a portare il teatro in mezzo ai vicoli bui e abbandonati del Rione Sanità – spiega il collettivo, il cui percorso tra teatro e impegno sociale è stato insignito del Premio Gennaro Vitiello 2023 – e dopo aver preso confidenza con il quartiere, abbiamo avuto la possibilità di entrare in alcuni dei tipici bassi napoletani, trovando al loro interno una situazione surreale. Così abbiamo deciso di iniziare questo viaggio, portando con noi una macchina da presa e le domande che il testo di “Giorni Felici” ci aveva mosso. Siamo entrati in queste case, ci siamo immersi nelle storie e nei mondi delle persone che le abitano, lasciandoci sorprendere dai loro racconti, così pregni da poterci scrivere romanzi per ognuno di loro».
Il testo è venuto da sé, lo hanno scritto le storie di Assunta, Pasqualotto, Angela e di tutti gli altri abitanti del Rione Sanità. “Felicissima jurnata” è anche la storia di una donna di centonove anni che ancora si trucca, che mette lo smalto e “sente” la gente intorno che suona e che canta.