Il romanzo “I fratelli Karamazov” è uno dei libri più conosciuti, amati e discussi della storia della letteratura mondiale. Ultima opera di Fëdor Dostoevskij, questo continua ad ispirare e a ricevere omaggi. In questi mesi troviamo a teatro una sua riproposizione ad opera della Compagnia Mauri Sturno, in coproduzione con il Teatro della Toscana, con Glauco Mauri in scena tra i protagonisti e la regia di Matteo Tarasco. Il regista ha rimarcato la necessità di rileggere e mettere in scena quest’opera di Dostoevskij, un libro che “ci restituisce il coraggio di essere nuovamente eloquenti e profondamente umani”.
L’opera ruota intorno le vicende della famiglia Karamazov, una famiglia straziata da un conflitto interno atroce, che porterà all’assassinio di Fëdor Pavlovič Karamazov, il capofamiglia. Si scontrano accesissime passioni, diverse attitudini e opposte visioni del mondo. Il tormento, la colpa e il dubbio pervadono le coscienze dei coinvolti nel misfatto. Tutti si scoprono in qualche maniera compromessi, legati in modo indissolubile dal rapporto di sangue che li lega l’un l’altro, condannati dal nome Karamazov. Come si legge nel XI capitolo del libro: “Karamazov è appunto una natura dalle due facce, dai due abissi, che anche durante la più irrefrenabile delle baldorie potrebbe fermarsi d'un tratto se qualcosa dall'altro lato lo colpisse”.
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