Lunedì, 28 Aprile 2025
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Dal 20 ottobre all’8 novembre al Teatro Argentina di Roma debutta in prima nazionale Il Prezzo di Arthur Miller diretto da Massimo Popolizio, in scena da attore e regista di un testo spietato e crudele, con accanto uno dei più prestigiosi nomi del teatro italiano, Umberto Orsini. 

Due grandi interpreti a confronto per un dramma poco frequentato in Italia, ma che riflette sulla questione sociale di un’economia basata sul profitto e sul “prezzo” da pagare per raggiungere i propri obiettivi. Rappresentato nel 1968 a Broadway, per 429 repliche consecutive, il lavoro scandaglia i temi più cari allo scrittore americano: la critica al sistema economico, crudele e spersonalizzante, i difficili rapporti familiari, la responsabilità etica individuale. Una panoramica sul significato della colpa e della complicità, della dignità personale e della coscienza collettiva, ma sempre attraverso lo stile di Miller, (di cui nel 2015 ricorre il centenario della nascita), nel suo mettere al centro il singolo e la propria famiglia all’interno di un sistema dominato dal profitto ad ogni costo.

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Giovedì 15 ottobre (ore 21) sul palcoscenico del Teatro India saliranno i giovani attori con e senza disabilità della Piccola Compagnia del Piero Gabrielli per portare in scena un atipico Purgatorio, una sorta di “parafrasi naif” che attraverserà i versi di Dante con spirito giocoso e vivace. 

Quasi un “bignami poetico” per questo allestimento che la regia di Roberto Gandini propone declinando la lirica drammaticità del sommo poeta con le atmosfere ludiche, felici e allegre, che il gruppo di ragazzi trasferisce nelle scene corali attraverso esuberanti creazioni mimiche e coreografiche. Camminate e attraversamenti tra le terzine della Cantica in cui Dante ritrova gli amici e gli artisti della vita terrena, che l’adattamento di Attilio Marangon e le musiche di Roberto Gori trasformano in un poetico percorso per spettatori-pellegrini.

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Un omaggio al drammaturgo italiano del Novecento più rappresentato al mondo, anche in occasione della ricorrenza degli ottant’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1936. Un adattamento, a un unico atto, nel quale Carlo Dilonardo ha voluto dar vita a uno spettacolo teso a stimolare la riflessione e l’“at-tensione” dello spettatore conducendolo insieme ad attori e personaggi in quella “stanza della tortura” in cui Pirandello fa fronteggiare magistralmente teatro e vita».

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Tempeste solari è il ritratto di una famiglia borghese. Una famiglia in realtà disintegrata dato che i due genitori – lui scrittore di libri di storia, lei donna impegnata a mantenersi giovane e bella nonostante il passare del tempo - sono divorziati da molti anni e i rapporti con i figli assai deteriorati. A loro volta i figli hanno vite private già segnate dal fallimento:  un matrimonio ormai arrivato al capolinea per la figlia, e una radicata incapacità di costruire un rapporto affettivo durevole e maturo per il figlio. La malattia e l’incombente morte del padre porta la famiglia a riunirsi in ospedale al suo capezzale anche se in realtà in modo parziale (la madre e la figlia non si incontreranno mai, e nemmeno si incontreranno il padre e il figlio).

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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