A Roma, nei pressi di via Merulana, c’è una cornetteria storica che di notte è molto frequentata. La felicità in questo luogo ha un costo molto basso, cinquanta, ottanta centesimi per un buon cornetto, con ottima farcitura. Durante la settimana questa cornetteria è punto di ritrovo di alcuni venditori di rose. Questi dopo ore passate in giro per ristoranti e osterie nella speranza di vender i fiori simbolo d’amore, con i pochi guadagni in tasca, vanno a cenare lì. Quando stanno insieme riescono a trovare la forza per sorridere della vita, mal comune. Quando invece sono da soli, diventa molto più difficile.
Eccolo che sta lì, fermo, con il corpo abbandonato sullo sgabello. Il cornetto viene avvicinato alla bocca con fare meccanico. La mandibola mastica solo per memoria muscolare. Lo sguardo vitreo è perso nel vuoto, a sognare, immaginare chissà che, chissà quale passato, amore o legame lontano. Il mangiare diventa solo una cosa necessaria per far sì che il corpo possa continuare a sopravvivere, il gusto del cibo non ha più senso, manca la felicità. Questa è la sensazione che si può trovare ogni qual volta si ha a che fare con la perdita dell’amore.