Una riflessione su Senzatomica in allestimento nello Spazio Factory – La Pelandra dal 6 marzo al 30 aprile 2015
"IL DISARMO PARTE DA ME"
La bomba atomica per molti è un ricordo lontano, di un passato non vissuto che appartiene ai libri di fisica e storia, ai nonni o addirittura ai bisnonni.
Era la seconda guerra mondiale, Enrico Fermi che "spezza" l'atomo in via Panisperna (proprio qui a Roma) e gli Americani che pongono fine al Conflitto gettando la "Bomba" su Hiroshima e Nagasaki.
E poi ancora la Guerra fredda, il Blocco Occidentale e il Blocco Orientale, Berlino divisa dal Muro, Cuba, la Repubblica Popolare Cinese di Mao Tse-tung, la Cortina di Ferro...ma al di là del troppo "revisionismo storico" fatto negli ultimi 25 anni dai mezzi di comunicazione di massa, quanto la bomba atomica è ancora una minaccia di tutti i giorni tangibile e concreta?
Su questa ed altre questioni pone l'accento Senzatomica, la Mostra multimediale sul disarmo nucleare, che sta portando avanti questa fondamentale campagna di sensibilizzazione su una minaccia che ormai in molti considerano fantascienza ma che in realtà non è così.
All'interno del percorso ci sono oltre 50 pannelli che espongono e cercano di far luce sui molteplici aspetti (storici, scientifici, sociali, culturali ed etici) dell'atomica.
I visitatori, che possono usufruire di guide, si troveranno così faccia a faccia con risposte a interrogativi spesso mai abbastanza sviscerati, del tipo: Cosa accadde a Hiroshima e Nagasaki nell'agosto del 1945? Quali furono le posizioni etiche degli scienziati che parteciparono al progetto Manhattan? Quando e dove venne progettata e costruita la bomba atomica? Che cos è il Manifesto Russel – Einstein? Cos'è un test nucleare? Quanti ne sono stati effettuati ad oggi? Che cos'è l'Orologio dell'Apocalisse? Dove sono posizionate oggi le sue lancette? Quali sono gli effetti di un'esplosione nucleare sull'ambiente e sulle persone? Le armi nucleari danno devvero sicurezza? Qual è alla luce di questo il nuovo concetto di sicurezza? Cosa possono fare tutte le persone comuni per il disarmo?...
Tantissimi interrogativi, ma stavolta con altrettante risposte.
Una riflessione importante quella che viene promossa e proposta dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai per farci capire quanto sia importante sensibilizzarsi ed esprimere poi una propria opinione e a nostra volta sensibilizzare gli altri e dargli il diritto, a loro volta, di esprimere la propria al riguardo.
La mostra attraverso dei monitor ci permette anche di vedere ed ascoltare le testimonianze dirette dei sopravvissuti a Hiroshima e Nagasaki in un documentario che mostra anche materiale storico d'archivio, come fotografie e spezzoni di pellicola, che danno molto da riflettere sul perché gli Americani per porre fine alla Guerra gettarono due bombe delle quali ancora oggi se ne sentono e vedono i danni a livello fisico e psicologico individuale e psicologico sociale
Ultima ma non ultima, la simulazione del "rumore provocato da un'esplosione atomica" ("un urlo di Morte" visto nell'ottica di chi l'ha vissuto e "un frastuono assordante ed agghiacciante" nell'ottica del - se non avviene il disarmo non è detto che non lo viva anche io un giorno - ) annunciata con un annuncio che ricorda un vero e proprio allarme antiaereo.
Tutto questo per sensibilizzare a livello individuale e sociale con l'obiettivo di sottoscrivere entro il 2015 un Trattato nazionale che bandisca le armi nucleari.
Fondamentale è quindi partire dal disarmo interiore individuale per poi arrivare al disarmo nucleare collettivo.
Il primo passo e partire da se stessi, lavorando su se stessi e giungendo alla percezione del proprio valore individuale per trovare attraverso questa consapevolezza la forza interiore di cambiare in meglio quelle situazioni che consideriamo difficili o addirittura irrisolvibili.
Parallelamente alla mostra vera e propria, col passare dei giorni e delle visite, se ne è sviluppata un'altra che è di una profondità, purezza e bellezza inimmaginabili: quella costituita dai tanti disegni fatti dai bambini al termine del percorso a loro dedicato.
Una vera e propria Mostra nella Mostra dove ogni disegno, con i suoi tratti semplici di immediata comprensione e i colori saturi e sgargianti, mette in evidenza come il loro animo non corrotto, dal passare del tempo e quindi dalle imposizioni di pensiero e dal bombardamento mediatico che tutti subiscono durante il cammino della propria esistenza, veda la Pace come qualcosa di immediatamente raggiungibile e realizzabile lì dove agli adulti, invece, sembra sempre più un'utopia irraggiungibile...
...e viene da pensare, alla luce di questo, che sia davvero così?
"HO DIPINTO LA PACE
Avevo una scatola di colori,
brillanti decisi e vivi
avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, alcuni molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti,
non avevo il nero
per il pianto degli orfani,
non avevo il bianco
per i volti dei morti
non avevo il giallo
per le sabbie ardenti.
Ma avevo l'arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e per i nidi,
e il celeste per i chiari
cieli splendenti
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi son seduta e ho dipinto la pace.
(Tali Sorek, 12 anni, India)"
Fabio Montemurro
20 aprile 2015