Quello degli zombie è sempre stato un genere di grande successo che, da La notte dei morti viventi (1968) alla saga Resident Evil, ha tenuto con il fiato sospeso milioni di appassionati. Ma il piccolo schermo aprì le porte allo “zombie seriale” solo quando nel 2010 andò in onda la prima puntata di The Walking Dead, tratto dal fumetto creato da Robert Kirkman. Le sei puntate della prima stagione furono una scommessa, che venne ripagata da un numero di ascolti così alto da portare subito alla conferma della seconda stagione.
Certo, non è stato facile mantenere vivo l’interesse del pubblico nell’arco di dodici anni di programmazione. Se nelle prime stagioni il nemico da evitare e sconfiggere sono stati gli zombie, ben presto si è instaurato lo schema del villain da sconfiggere, dal Governatore ad Alfa passando per Negan, un modello diventato ben presto prevedibile e ridondante. Ma la forza del prodotto è stata quella di trasformarsi, proprio nel momento di maggior pantano, e cambiare la propria narrazione: da racconto dell’avvento dei morti che camminano e terrorizzano tutti al racconto di uomini che con le loro azioni fanno ancora più paura dei morti.
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