Martedì, 26 Novembre 2024
$ £

Big Little Lies II – La serie sulle ferite dell’anima

Dopo due anni di attesa (insoliti per una serie tv) Big Little Lies ci riporta sulle spiagge della bella Monterey, California. Il finale della seconda stagione è andato in onda lo scorso martedì 23 luglio, alle 21 su Sky Atlantic. La prima serie è stata acclamata dalla critica come uno dei migliori prodotti HBO, trionfando agli Emmy del 2017 e ai Golden Globe del 2018.

 

L’Oceano. La Pacific Coast Highway. Il Big Sur. Monterey è più splendente che mai. La sigla di Big Little Lies – Cold Little Heart di Michael Kiwanuka – ci culla e ci accompagna in questa nuova, attesissima stagione.

Dal montaggio, alla fotografia, alla scelta della colonna sonora. Tutti fattori che concorrono a renderla una delle serie più belle prodotte da HBO (di cui, en passant, ci teniamo a ricordare le top series I Soprano, Sex&The City, Il Trono di Spade, True Detective). 

Big Little Lies racconta dei drammi di un gruppo di donne della splendida località balneare di Monterey, California. Una serie diabolicamente intelligente, che sa mescolare il melodramma dell’alta borghesia con i pesanti temi dello stupro e degli abusi domestici, senza mai risultare ridondante e volgare. Con una raffinata e ovattata eleganza.

La nuova regia di Andrea Arnold fa da subito apprezzare la sua forte impronta in rosa. La Arnold è stata scelta da HBO proprio per la tangenza del suo lavoro con quello del regista della prima stagione, Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club, Wild), il cui inconfondibile e unico stile è caratterizzato dall’uso di una luce naturale, concentrato sulla performance.

Da menzionare la decisione di HBO di incaricare Jean-Marc Vallée nel rimontaggio del girato della Arnold per modularlo e renderlo in linea con il suo stile, tanto osannato dopo il debutto della prima stagione. Scelta che ha sollevato non poche polemiche, risolte nell’ultimo aggiornamento (25 luglio) della rivista Indiewire che ha chiarito come fin dal principio la regista fosse d’accordo con la produzione nella rielaborazione del suo lavoro finale, uniformandolo stilisticamente a quello di Vallée.

Altra scelta strategica da sottolineare è l’ingresso nel cast (un cast già stellare, composto dall’elite proveniente dal Cinema Kidman – Witerspoon –  Dern) di Meryl Streep, l’attrice più amata di Hollywood, che con Big Little Lies fa il suo primo debutto nella serialità televisiva. La Streep veste i panni dell’addolorata e spietata mamma di Perry, Mary Louise, una donna spezzata dal lutto, che vuole conoscere la verità sulla morte del figlio ad ogni costo. Sia pure fronteggiarsi con la nuora in tribunale per l’affidamento dei figli.

I primi secondi della prima puntata si aprono su una strana Bonnie dallo sguardo vacuo. Finalmente, vediamo anche le altre: Celeste, Madeline, Renata e Jane. Ecco tornate le Monterey five, unite, legate l’un l’altra da un segreto. Quel segreto, che da subito prende le sembianze di un enorme e pesante macigno che perseguita le loro menti fino a trasformarsi in ossessione. Quasi ogni puntata si avvia con i flashback che riportano ognuna delle protagoniste alla morte di Perry, giorno che le ha unite per sempre con un legame indissolubile: il segreto, la colpa. 

L’ultimo ricordo che abbiamo della prima stagione è la sera dell’omicidio di Perry. Ripercorrendo la memoria, ci riaffiorano le immagini di quell’ultima serata: la festa, il litigio, la scalinata. Mentre la prima stagione di Big Little Lies era orientata alla rivelazione del finale, orchestrata su una serie di flashback e ricordi, con una narrazione orizzontale continua, questa seconda serie approfondisce l’individualità dei personaggi. Le loro storie, i drammi e le ferite di ognuno. 

È un trionfo al femminile. Allo scadere della seconda stagione, ognuna delle protagoniste riscatta sé stessa dagli abusi e dai soprusi subiti, in un crescendo di consapevolezza e maturità di forte impatto psicologico. Alcuni nodi vengono al pettine, alcuni sospesi si risolvono, pur tuttavia lasciando numerosi interrogativi irrisolti. Big Little Lies in questa seconda stagione si licenzia con un finale aperto che lascia spazio all’immaginazione e non chiude il cerchio della narrazione. Riveleranno la verità le Monterey five? Si libereranno dal fardello del segreto? Cosa succederà dopo?

Le probabilità di una terza stagione sono remote, forse addirittura da escludere. Lo ha dichiarato il presidente HBO Casey Bloys all’Hollywood reporter, ribadendo quanto fosse stato difficile già per la seconda stagione riunire tutto il cast e incastrare gli impegni delle singole star. E forse è meglio così. Un approfondimento potrebbe corrompere la magia suscitata dall’incerto.

Un finale aperto crea aspettativa, suggestione e magia. Dà la possibilità all’osservatore di viaggiare con la fantasia, di immaginare le possibili circostanze ripercorrendo i ricordi e le esperienze già osservate, per fonderle con i propri desideri. Negli Stati Uniti, l’ultima puntata ha raggiunto oltre tre milioni di telespettatori, fra messa in onda, repliche e streaming. Il numero più alto mai registrato dall’intera serie, nonostante il già confermato boom della prima stagione. La seconda stagione di Big Little Lies si conferma quindi un ottimo prodotto televisivo, soddisfacendo quasi completamente le aspettative dei fan più fedeli.

 

Martina Paliani

26 luglio 2019

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori