Il 17 gennaio del 1899, nello stato di New York, nacque Alphonse Gabriel Capone – noto ai posteri con il mero appellativo di Al -, che la Storia consacrò, oltre che come mafioso, come simbolo del gangsterismo negli USA degli anni ’20. Un uomo che, tramite corruzione, violenza e ricatti, aveva costruito un vero e proprio impero del crimine, impossibile da distruggere. Un uomo che però è stato fermato, da un gruppo di poliziotti, che i posteri chiamarono “Gli intoccabili”. Proprio su loro e su come venne fermato Capone, si basa il film di Brian De Palma del 1987 intitolato appunto “The Untouchables - Gli intoccabili”.
Nella Chicago degli anni ’30, tutto è in mano al boss Al Capone (De Niro). Le autorità decidono che è giunta l’ora di prendere provvedimenti, tramite una “crociata” contro il mafioso. A capo delle indagini viene messo Eliot Ness (Costner). Questi cerca persone incorruttibili, non coinvolte in altre attività, di cui si possa affidare e poter affrontare insieme questa difficile missione. Il primo ad essere ingaggiato è Jimmy Malone (Connery), zelante poliziotto irlandese dalla forte esperienza e molto saggio. A seguire, tra i fidati, c’è l’italo-americano George Stone (Garcia) e il preciso contabile Oscara Wallace. Con loro Ness cercherà di trovare una strada non solo per fermare il boss, ma anche per poterlo incriminare: sarà facile?
Ispirato all’autobiografia di Ness, nonché un omaggio a molti film in generale (la celebre scena della carrozzina nel treno è ovviamente una voluta celebrazione all’altrettanto nota pellicola La corazzata Potëmkin) è un libero adattamento dei fatti accaduti: basti pensare che Ness e Capone non si incontrarono mai. Girato tra Chicago e varie località del Montana, vide la collaborazione di Albert Wolff, ultimo dei veri Intoccabili, che aiutò Costner nel rendere il personaggio di Ness più fedele all’originale. Per il ruolo di Ness, si fecero i nomi di Michael Douglas, Mel Gibson e Harrison Ford. Giorgio Armani, che fornì i costumi, propose anche Don Johnson (che indossava sempre i suoi jeans in Miami Vice e lo aveva definito sua “musa maschile”).
Due sono i veri re della pellicola. Il primo è sicuramente Sean Connery, così convincente da vincere uno dei 4 Oscar della pellicola, cioè quello come Miglior Attore Non Protagonista (unico nell’immensa carriera dell’interprete scozzese).
Il secondo è De Niro e al suo ingaggio si racconta anche un celebre figuraccia del regista. De Niro era fortemente voluto da De Palma per questo ruolo, ma era anche convinto che non accettasse mai. In attesa della risposta, pronto per un no, contattò anche Bob Hoskins, il quale accettò senza esitazione. Il guaio – come ben sappiamo – fu che De Niro accettò e, per sdebitarsi, il regista inviò a Hoskins un assegno e una lettera di ringraziamento, a cui l’attore inviò una risposta per ringraziarlo e per chiedergli lucidazioni di altre pellicole dove non avrebbe voluto farlo lavorare.
L’attore newyorkese si gettò – come sempre – anima e corpo per il ruolo. Non volendo ingrassare usò delle protesi e dei cuscini, così come copiò i vestiti identici a quelli del gangster: si dice che provò anche a rintracciarne i sarti originali. Curiosità è anche la scena della barba, dove l’attore utilizza gli autentici pennelli, rasoi e colonie di Al Capone.
Divenuto un Cult per gli amanti del genere, ci ricorda che la forza di volontà è ben superiore a qualsiasi imposizione esterna, la quale alla fine si dimostra solo…«chiacchiere e distintivo»!
Francesco Fario
21 gennaio 2024