Venerdì, 08 Novembre 2024
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Tempi nostri. Un notte invernale, stranamente tiepida ed immersa in un silenzio surreale. Una piccola stazione di periferia. Una panchina a centro scena, il profilo di un lampione sul fondo. La scatola nera evoca l'infinità della notte, ma anche un limite invalicabile e claustrofobico. Sulla panchina è seduto un uomo sulla quarantina. Ai suoi piedi una vecchia borsa, si rigira fra le mani un piccolo libro, come indeciso se sia davvero il caso di iniziare a leggerlo. All'improvviso il silenzio viene scosso da un suono assordante. Lo stridio di un treno che giunge ad altissima velocità e sembra frenare bruscamente. L'uomo, trasalendo, guarda davanti a sé, verso il binario ideale sul quale è in arrivo il convoglio. Il treno si ferma, poi riparte.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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