#recensione dello spettacolo "L'albero di Natale" in scena al teatro Golden dal 22 novembre al 18 dicembre 2016
Dal clima natalizio che richiama un po’ al miracolo, L’albero di Natale, in scena al Teatro Golden fino al 18 dicembre, è quella commedia che anticipa le feste, che fa pregustare il cenone della vigilia, l’attesa dell’antivigilia e il pranzo in famiglia del 25. Scritta da Augusto e Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli “L’albero di Natale” è una commedia romantica, divertente con momenti di dialettica brillante che racconta l’incontro tra due persone ferite dalla vita, ognuno a modo loro, seppur per diversi motivi, bloccate tra i muri che, vuoi mentali e psicologici, vuoi emotivi, emozionali o sociali, gli eventi della vita hanno costruito loro intorno.
Bravo il regista Toni Fornari, a rendere leggera e invitante la trama pur proponendo tematiche di drammi vissuti dai protagonisti (chi la morte della moglie, chi un forte complesso di peter pan, chi, invece, la cruda realtà dello sgretolamento irreversibile – all’apparenza – dei propri sogni), merito anche di un cast d’eccezione che sa tenere banco con verve, simpatia e ritmo sempre calzante. Ad Andrea Lolli ed Emanuela Fresi il compito sempre arduo di colorare con spennellate di humor nostrano i vari momenti del racconto: bravissimi i due a “palleggiarsi” la battuta in un torello sempre dinamico e vivace di botta e risposta che pone al centro della disputa comica i due equilibratori Simone Montedoro e Daniela Marra i protagonisti della vicenda che, mossi dal caso e gestiti dal destino, fanno del loro fortuito incontro quell’essenziale quid che dà il via al tutto, che scioglie le riserve oltre che le briglie, fino ad allora strette e ben salde nelle mani di una razionalità talvolta castrante, delle vite dei quattro.
Un incontro, insomma, destinato a stravolgere tutto l’equilibrio, anche malsano, che i protagonisti della vicenda si erano creati: chiudersi al mondo, agli altri oltre che ai propri sogni e desideri, rappresenta pur sempre una sorta di perverso segnale di immaturità che nella sua distorta stasi, appanna menti, animi e occhi di chi preferisce non azzardare ad uscire dalla propria zona di comfort.
La commedia, dunque, segue un po’ l’andamento delle luci di natale al neon: si accende luminescente mostrando un sorriso pronto a tramutarsi in risata, mentre getta un pizzico di amarezza (durante i racconti che mettono a nudo le ferite dei due protagonisti) nel momento in cui la luce, soffusa, regala un’ombra sentimentale che pian piano, comunque, tende a sciogliersi con l’andare della narrazione.
Ovvio, il finale è, prevedibilmente, un the end a lieto epilogo, ma d’altronde è la magia del Natale a muovere e smuovere gli animi di questa commedia dai toni freschi e divertenti: un antipasto leggero e piacevole che già ci accompagna verso le festività.
Federico Cirillo
28 novembre 2016