Recensione dello spettacolo Dieci piccoli indiani…e non rimase nessuno andato in scena al Teatro Della Corte di Genova dal 22 al 27 novembre 2016
“Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar”così inizia una famosa filastrocca inglese per bambini che è alla base del famoso romanzo di Agatha Christie Dieci piccoli indiani, a volte pubblicato anche con il titolo …E poi non ne rimase nessuno. La storia è molto famosa per gli amanti del genere giallo: otto persone estranee tra loro, vengono inviate dai coniugi Owen a trascorrere alcuni giorni in una splendida villa sull’isola di Nigger Island. Al loro arrivo, trovano soltanto due domestici, ma non i padroni di casa.
Gli ospiti sono condotti nelle loro stanze ed in ognuna è incorniciata la filastrocca dei Dieci poveri negretti. Durante la cena, viene posta l’attenzione al bizzarro centrotavola formato da dieci statuine, i negretti della poesia; al termine delle varie portate, da un grammofono si sente una voce che accusa ogni ospite (compresi i domestici) di un delitto…è l’inizio di un incubo, tutti cominceranno ad essere uccisi uno alla volta, secondo quanto scritto nella filastrocca.
La stessa autrice decise nel 1943 di adattare questo suo lavoro per il teatro ma con un finale diverso. Oggi, per la prima volta, il produttore teatrale Gianluca Ramazzotti, ha finalmente ottenuto dalla Agatha Christie Ltd. i diritti per riportarlo a teatro con il finale originale del romanzo. Però, anche in questa versione teatrale, abbiamo una piccola differenza rispetto al libro: la filastrocca da Dieci poveri negretti diventa dei Dieci soldatini.
Sotto la guida del regista spagnolo Ricard Reguant (il quale ha già portato in scena questo spettacolo con molto successo a Barcellona) dieci attori hanno dato vita e caratterizzato perfettamente i personaggi del dramma, come li aveva immaginati Agatha Christie: Leonardo Sbragia (Anthony Marston), Mattia Sbragia (Blore), Ivana Monti (Emily Brent), Alarico Salaroli (Generale MacKenzie), Carlo Simoni (Dottor Armstrong), Caterina Misasi (Vera Claythorne), Luciano Virgilio (Giudice Wargrave), Pietro Bontempo (Capitano Lombard), Giulia Morgani (Ethel Rogers) e Pierluigi Corallo (Thomas Rogers).
La scenografia, creata da Alessandro Chiti, rappresenta l’interno della villa, in perfetto stile Art decò: al centro, sul fondale, su di una colonna è scritta la filastrocca e su di un ripiano di marmo sono poste le dieci statuette; ai lati del pilastro due vetrate (quella sulla destra dà sulla terrazza, quella sulla sinistra è come uno scomparto segreto). Più avanti, troviamo degli scalini (con un’apertura da cui uscirà fuori il tavolo per la cena) e ai lati del proscenio un divano e una poltrona. Come la scenografia anche i costumi, realizzati da Adele Bargilli, rispecchiano perfettamente l’ambientazione del romanzo, troviamo infatti il tipico abbigliamento della società inglese degli anni ’40 per esempio, nella scena del grammofono, smoking per gli uomini ed eleganti abiti da sera per la Misasi e la Monti.
Una cosa curiosa su cui soffermarci in questo allestimento è la canzoncina dei Dieci soldatini cantata dai bambini e che risentiremo diverse volte durante il giallo. Prima che si alzi il sipario infatti viene cantata tutta, poi per ogni delitto che viene commesso sentiamo il verso corrispondente.
Questa versione con il finale originale del romanzo è stata molto applaudita, sia da un pubblico adulto sia dalle scolaresche. Alcuni spettatori sono sobbalzati dalla sedia, specialmente nel momento dell’ultima morte. Speriamo quindi che questo spettacolo diventi un successo, come merita, alla pari del già famoso Trappola per topi sempre della stessa Agattha Christie.
Gabriele Isetto
28 novembre 2016