Recensione del musical The Rocky Horror Show - European Tour per la regia di Christopher Luscombe in scena al teatro Sistina dal 29 novembre al 4 dicembre 2016.
Sono ormai quarant'anni che questo spettacolo infiamma i palchi ed i pubblici di tutto il mondo.
The Rocky Horror Show, è lo straordinario musical, frutto della Science Fiction da cui il suo autore Richard O'Brien trasse a piene mani riferimenti di film e personaggi per costruire un mondo di fantascienza ed horror nel quale il pubblico in sala è invitato ad entrare.
Il film che venne realizzato pochi anni dopo con lo stesso O'Brien nei panni di Riff Raff, il maggiordomo del castello che accoglie la coppia dei giovani fidanzati Brad e Janet, ebbe un altrettanto mirabolante successo, tanto da entrare subito nei cult della cinematografia.
La storia ben nota riprende personaggi, atmosfere ed ambientazioni molto simili a quelle del coevo Frankestein Junior film di Mel Brooks, realizzato nel 1974.
Il protagonista, alieno e transessuale Frank N Furter concede ospitalità nel suo castello alla coppia di giovani fidanzati sopracitata perché sorpresi da un temporale, e coglie l'occasione per mostrargli sia il risultato del suo esperimento: il suo Rocky (qui Dominic Andersen, a cui mancano solo i blond hair), alto, muscoloso, bello e con poco cervello che per fargli esplorare la loro sessualità.
Liam Tamne veste il ruolo di Frank N Furter che con buone probabilità qualsiasi attore vorrebbe annoverare nella sua carriera teatrale, una parte non semplice perché calcata magistralmente da Tim Curry sia nel musical che nell'adattamento cinematografico del 1975. Eppure Tamne riesce a trasmettere quella carica sensuale mista a mascolinità che seppe esprimere Curry magari non accentuando oltre i limiti la componente perversa però esprimendo l'eros in maniera altrettanto pungente. Il plauso più che meritato va alle performances vocali di tutti i componenti, effettivamente nessuno escluso che arrivano a picchi interpretativi come nel brano Once in a While, dove Richard Mike riesce a trasmettere con un'infinita tenerezza quell'innocenza dei primi amori che il personaggio di Brad nel film non è riuscito del tutto ad esprimere dato che è stata eliminata. Poi i ruoli femminili, Janet, Magenta e Columbia, rispettivamente interpretati da Haley Flaherty, Kay Murphy e Georgia May Foote. La prima dolce ed ingenua quanto il suo promesso sposo si rende presto audace sdoganando il suo fascino seduttivo già nell'interpretazione di Over at the Frankenstein Place che dopo in Touch-a, Touch-a, Touch-a, Touch Me.
Quindi Columbia, la groupie di Frank N Furter, innamorata del suo idolo e amante dell'ex amante di lui Eddie (Paul Cattermole). Caratteristiche del personaggio sono la vulcanicità con cui si manifesta e la stridula voce che fa il verso ai gridolini delle fan dello Star System, e così la Murphy incarna perfettamente quelle vesti eseguendo anche il disastroso tip tap che dimostra la fragilità di quel sistema da cui lei stessa proviene.
Magenta, che nel film era interpretata da Patricia Quinn che prestò le labbra alla locandina del film è la domestica di Frank N Furter insieme al fratello e maggiordomo Riff Raff ha un ruolo che sembra quasi di contorno all'inizio ma in realtà ben definito e determinante e se nell'originale la sua sessualità veniva espressa più dalle movenze e dalla sua timbrica vocale in questa rappresentazione invece si concede spazio anche alla sua fisicità dato che veste panni simili a quelli di una sex slave quindi meno castigata che in una divisa da domestica e più contemporanea.
Ed arriviamo al personaggio di Riff Raff, qui interpretato da Kristian Lavercombe, il quale si trova ad affrontare un duro banco di prova dato che non si scontra solo con la bravura del suo interprete originale ma rappresenta l'incarnazione del musical stesso considerato che O'Brien scrisse sia i testi che le musiche. Lavercombe riesce però senza alcuna avance competitiva a rappresentare ed incarnare quel ruolo con la stessa natura parodistica e dal carattere oscuro ed inquietante.
L'allestimento delle luci e delle scenografie accoglie il pubblico in un'atmosfera che coinvolge immediatamente quasi non ci fosse una distanza tra la platea e la scena dato che spesso raggi luminosi e colorati investono i volti del pubblico e degli attori. Il Time Warp è di tutti ed infatti il pubblico travestito e non partecipa ai balli sfrenati e interagisce con i personaggi, inserendosi con puntualità ed attenzione nei dialoghi tra questi. Merito della rottura della quarta parete anche del narratore Philip Franks che in stile perfettamente british accompagna lo svolgimento con ironia ed un aplomb quasi nobiliare dilettandosi in un italiano arrangiato che fa da inframezzo al testo interpretato totalmente in inglese.
I tempi sono cambiati, i rivolgimenti sociali e politici, le mode, gli usi e i costumi anche ma i sentimenti di questo musical risorgono ogni volta vividi e trascinanti come la voglia di esprimersi sessualmente e liberamente di chiunque.
S.D.
03/12/2016