Recensione dello spettacolo Un The Tango per Evita, in scena al teatro Sistina il 9 gennaio 2017
Emozionante spettacolo quello dell’altra sera al Teatro Sistina nato da un’idea dell’attrice Fatima Scialdone, dedicato a Eva Peron, a cui l'Ambasciata della Repubblica Argentina e l’Istituto Italo Latino Americano hanno concesso il Patrocinio.
Lo spettacolo, la cui Prima Nazionale è stata nell’ Agosto 2012 e che ha avuto numerose repliche prestigiose non solo nella Capitale, e che si è voluto riproporre durante le repliche, fino al 15 gennaio corrente, nello stesso Teatro, del musical EVITA, interpretata da Malika Ayane, per dar modo di conoscere questo straordinario personaggio ancora di più anche attraverso la prosa, la musica e il tango; è un surreale momento in cui nella sua tomba monumentale nel “cementerio de la Recoleta”, nella capitale argentina Eva Peron magicamente rinasce per un pomeriggio e dà un Thè-Tangò, nel perfetto stile parigino del 900.
In attesa dei suoi ospiti racconta la storia del “giallo della sua Mummia” che, a seguito delle vicende politiche del vedovo che venne deposto nel 1955 da un colpo di Stato, fu oggetto di decine di trasferimenti, e che approdò anche il Italia, prima nel 1957 a Genova dove pervenne da Buenos Aires a bordo del transatlantico “Conte Biancamano”, in una bara a nome della defunta italiana Maria Maggi De Magistris e, dopo un breve passaggio a Roma, il corpo venne inumato nella tomba 41 del campo 86 del cimitero Maggiore di Milano. E il suo ritorno ufficiale in Argentina con la tumulazione nella definitiva tomba di Recoleta nell’ottobre 1974.
Eva incontra e rievoca i suoi Amori e i personaggi della sua vita tra dialoghi, canzoni e tanghi, ironici, comici, crude verità storiche, drammatiche, che segnarono la “svolta” sociale e culturale del secolo passato, e che fanno di Lei una delle donne più importanti non solo del Sud America ma del Mondo. Un simbolo della lotta per i Diritti della Donna, per la difesa dei più deboli, dei poveri, degli artisti, degli operai: quella che venne definita “La Madonna dei Descamisados”.
Al suo Thè-Tangò ricompaiono il suo amico e musicista Enrique Santos Discepolo al pianoforte, Astor Piazzolla con il suo bandoneòn, il Generale Juan Peron, Agustin Magaldi, cantante di origine italiana, che a soli 14 anni, circuendola, la portò via dal suo paese verso Buenos Aires, promettendole un futuro da attrice e Libertade Lamarque, attrice in auge della grande borghesia argentina.
Il Thè Tangò termina al levarsi della luna, tra tanghi battute e milonghe e man mano gli ospiti torneranno alle loro “fredde dimore”.
Evita ritrovatasi sola, nella memoria del suo passato ripercorre la sua vita: da bimba, una figlia illegittima (la prima legge che portò oltre al voto alle donne, fu il riconoscimento della paternità per i figli illegittimi) a compañera, a donna di potere e di lotta, fino alla sua malattia (un cancro all’utero), che la sconfisse a soli 33 anni (26 luglio 1952).
Così tra un pensiero del passato e uno sguardo al cielo del futuro, Evita scompare, tra le note cantate di un ultimo tango nella notte eterna, sicura della sua immortalità e dell’amore dei suoi descamisados.
Alfredo Rovere
12 gennaio 2017