Recensione dello spettacolo Natale in casa Cupiello andato in scena al Teatro della Pergola di Firenze dal 27 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017
Dopo aver recensito questo spettacolo il 31 ottobre 2016 (quando era in scena al teatro Parioli Peppino De Filippo (potete leggerla cliccando qui) Gabriele Isetto ci propone un'analisi incentrata sulla scenografia e i costumi.
Nelle vacanze di Natale è stata rappresentata, al Teatro della Pergola, la commedia in tre atti Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo che profuma ancora di modernità sebbene abbia compiuto ben 85 anni. Il grande Eduardo inizialmente concepì quest’opera come un atto unico, che oggi corrisponderebbe al secondo atto, ma non soddisfatto ne aggiunse altri due perché meglio fosse chiara la personalità e l’umanità dei suoi personaggi.
Non sto qui a dilungarmi nello spiegare la vicenda, sicuramente ben nota a tutti gli appassionati del genere, ma mi preme sottolineare come anche in questo caso il grande Genio napoletano sia riuscito a mettere in scena la commedia della vita anche se in maniera a tratti umoristica, tant’è che non a caso la compagnia dei fratelli De Filippo si chiamava del “teatro umoristico”.
Per la prima volta il figlio di Peppino, Luigi, si è approcciato alla regia di questo lavoro portandolo in scena con la sua compagnia “I Due della Città del Sole”. La scenografia è curata da Alessandro Chiti e i costumi da Mariarosa Donadio
Assistendo a questo spettacolo si può vedere come siano rispettate, d’altronde come sempre negli spettacoli di Eduardo, le didascalie attente e minuziose che il drammaturgo vergò di propria mano.
Il primo atto rappresenta la stanza di Luca Cupiello, sul fondo della scena si aprono due porte e una finestra. Le quinte sono rivestite da una consunta carta da parati arabescata, tipica delle case di un tempo, sui toni del giallo ocra. Sulla destra vediamo un cassettone con specchiera e sopra, tra due candele votive, una statuetta della Vergine; accanto, un vecchio lavabo, composto da bacinella e brocca e sulla sinistra due letti con testiera in ferro battuto; sul comodino accanto al letto matrimoniale è in costruzione il presepe a cui tanto tiene il protagonista. Sulle pareti figure di santi.
Nel secondo atto, che rappresenta la sala da pranzo, la carta da parati è rosso bordeaux con disegni beige. A sinistra della porta un mobile-vetrina, a destra una credenza su cui fa bella mostra il classico presepe napoletano curato da Luca Cupiello. Completa la scenografia un tavolo da pranzo rotondo. Il terzo atto ripropone la stessa scena del primo, anche se con piccoli ed irrilevanti cambiamenti.
Anche la confezione dei costumi rispetta il volere di Eduardo, infatti ben rappresentano l’appartenenza alla bassa borghesia dei personaggi.
Stridente il confronto tra la classicità della messinscena e dei costumi, con la forzata modernizzazione e forse impoverimento del testo, che si è voluto spiegare fin troppo, togliendo allo spettatore la possibilità di dare una propria lettura dei fatti.
Gabriele Isetto
13 gennaio 2017