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L’ELEGANTE BOTTEGA DEL CAFFE’ SECONDO MAURIZIO SCAPARRO

Recensione dello spettacolo La bottega del caffè andato in scena al Teatro Goldoni di Livorno il 24 e 25 gennaio 2017

Il Carnevale di Venezia e i classici equivoci: ecco gli elementi che fanno da sfondo alla Bottega del caffè di Carlo Goldoni, commedia in tre atti rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1750. A differenza di altre commedie del drammaturgo veneziano, che sono scritte in dialetto, questa è comprensibile da tutti per il suo linguaggio semplice.

Maurizio Scaparro, famoso regista e critico teatrale italiano ci propone una versione “pulita” e fedelissima al testo originale e come afferma nelle “Note di regia”, ha voluto mettere in scena La bottega del caffè, per il suo desiderio di parlare del Carnevale di Venezia.
Sul palcoscenico vediamo recitare nove attori, tutti eccezionali, anche se quattro di loro hanno spiccato sugli altri: Pino Micol (Don Marzio), Vittorio Viviani (Rodolfo), Ruben Rigillo (Flaminio/Conte Leandro) e Alessandro Scaretti (Trappola). Il resto del cast è composto da: Pietro Masotti (Eugenio), Marta Nuti (Placida), Maria Angela Robustelli (Vittoria), Ezio Budini (Pandolfo) e Giulia Rupi (Lisaura).
All’aprirsi del sipario vediamo una scenografia fissa e costruita (quasi architettonica) a due piani ideata da Lorenzo Cutùli, il quale ha firmato anche i costumi. Sul fondo centralmente sono presenti delle scale che portano in uno spazio extrascenico sulla destra, la bottega del caffè con un tavolino e due sedie fuori e la casa di Lisaura con relativo balcone; sulla sinistra la bisca e in alto delle finestre da cui si affacciano i protagonisti.
I costumi, realizzati dalla sartoria Tirelli di Roma, riproducono fedelmente l’epoca in cui la commedia è ambientata, il 1750, infatti vediamo alternarsi calze, gilet, stivali, lunghi cappotti e tricorni per gli uomini, mentre per le donne gonne e corpetti. Infine, non potevano certo mancare le tipiche mascherine per gli occhi.
Goldoni, se fosse stato ancora vivo, sarebbe rimasto molto soddisfatto di questo allestimento della sua commedia. È un bene che il pubblico in teatro fosse formato quasi tutto da scolaresche. Speriamo che questo spettacolo continui il suo tour anche nella prossima stagione.

Gabriele Isetto
25 gennaio 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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