Recensione dello spettacolo ‘Serial killer per signora’ in scena al Teatro Sala Umberto dal 24 gennaio al 5 febbraio 2017
Metti una sera a teatro. Metti due figli d’arte che si esibiscono insieme sul palco e nascerà lo spettacolo perfetto. Gianluca Guidi, figlio di Johnny Dorelli e Lauretta Masiero, e Giampiero Ingrassia, figlio del mitico Ciccio, si ritrovano di nuovo insieme in un lavoro che prende origine dal racconto “No way to treat a lady” di William Goldman, e che è stato adattato in una piacevole ‘musical comedy’ da Douglas J. Cohen.
Sebbene il titolo non faccia presagire nulla di buono, dato che viene nominato un serial killer, lo spettacolo, per quanto ‘spacciato’ come noir, appare tutt’altro, e non perchè i protagonisti vadano ‘fuori tema’, ma perché è proprio Cohen ad aver pensato di affrontare un argomento piuttosto serio con così tanta... leggerezza. Probabilmente, però, questo disturberà o deluderà quanti si aspetteranno di assistere a un thriller all’americana anziché a un musical: lasciato sullo sfondo l’aspetto più cupo del serial killer, infatti, il testo si confronta con la personalità dell’omicida, cercando di farlo apparire come un uomo vittima della sua sfera familiare e del contesto sociale, scavando nella sua intimità fino a convincere il pubblico che anche un serial killer può avere un’anima. A contribuire a ciò, è anche il personaggio del detective, che pure si presenta come un uomo vittima delle circostanze e dal carattere debole che diventa più forte e sicuro di sè proprio grazie all’importanza che assume questo caso seriale.
Abbandonato quindi il lato noir, il pubblico ha modo di divertirsi durante la messinscena e, nel caso specifico, di apprezzare la bravura dei due protagonisti: Ingrassia veste i panni di Morris Bromo, il detective che si mette sulle tracce dell’omicida seriale fino a rimanerne intensamente coinvolto, mentre Guidi, oltre a dirigere gli attori in scena, interpreta proprio il killer Christopher Gill che, cercando di emulare i successi della madre, un’attrice appena scomparsa, tenterà con i suoi delitti di conquistare un titolo sulla prima pagina del New York Times. Il rapporto che si crea tra i due è a dir poco simbiotico, dato che ognuno di loro dipende dall’altro per il successo delle rispettive carriere lavorative fino ad arrivare all’inevitabile tragico finale.
Di per sè la commedia musicale non appare delle più brillanti: sia le musiche che i testi sanno di già sentito e la trama manca del mordente necessario per tenere alto l’interesse del pubblico, ma per fortuna in questa versione a dirigere l’orchestra è Gianluca Guidi, che si è affidato a un cast davvero di alto livello. Sul palco, infatti, oltre a Ingrassia e allo stesso Guidi, troviamo anche Alice Mistroni e Teresa Federico, le due anime femminili della commedia, che si sono dimostrate bravissime a interfacciarsi con i due partner, in particolar modo la Mistroni ha saputo dar vita e volto a una incredibile varietà di personaggi.
Il sodalizio artistico tra Ingrassia e Guidi si dimostra ancora una volta efficace, e proprio perché insieme ci piacciono e trasmettono molto al pubblico, vorremmo vederli presto insieme in un altro progetto più... gustoso.
Diana Della Mura
29 gennaio 2017