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Le poetiche "Luci della ribalta" di Chaplin-Salines

Recensione dello spettacolo Luci della ribalta, in scena al teatro Quirino dal 31 gennaio al 12 febbraio 2017

Non è facile affrontare una storia come quella descritta in “Luci della ribalta”. Questo per tanti motivi. In primo luogo perché quel film, del lontano 1952, è un vero e proprio testamento spirituale dell’arte e del genio di Charlie Chaplin. Secondo perché risulta più che mai vicino a noi, per sentimenti espressi e riflessioni in grado di far scaturire nelle menti degli astanti. 

Vista questa premessa è doveroso cominciare questa recensione facendo i complimenti a tutta la compagnia che, capitanata da Antonio Salines (nei panni di Calvero) è riuscita a portare a teatro una versione vicinissima alla perfezione e dalle sfumature altamente poetiche. Merito anche dell’adattamento di Eleonora Zacchi che già in passato si è distinta per aver avuto intuizioni geniali (vedi Personaggi in cerca di Attore del 2010). Brava sul palco anche Marianella Bargilli, che però non risulta del tutto “perfetta” per un personaggio come Terry, che difatti rimane decisamente troppo rigida e forte caratterialmente, tanto da rendere aspri, quindi imperfetti, i suoi momenti di massima depressione. 

Abbiamo già assistito ad un numero considerevole di spettacoli teatrali che si sono avvalsi videomapping e dell'interaction design. Il più delle volte però la scelta sembrava essere più un pretesto per risparmiare sulla scenografia, che in tempi di crisi può essere una bella nota in meno sul libro delle spese. Questa volta invece l’uso che ne è stato fatto è stato fantastico, il migliore fra quelli finora visti, un giusto connubio fra passato e futuro. Non solo la scenografia, materiale non è stata privata della sua importanza, ma grazie al sapiente uso del mapping e delle belle scene create da Federico Cautero, il palco è diventato una vera e propria matrioska. Ciò non solo ha dato maggiore profondità ma ha reso l’intero scorrere della storia, con relativi cambi di scena, decisamente più fluidi e godibili.  

Cosa ci rimane al termine dello spettacolo? Non solo a noi, ma alla platea tutta, almeno a sentire dai commenti all’uscita del teatro, la storia di Calvero e Terry ha ricordato che nella vita si deve essere sempre felici per quello che si possiede… e se frugandosi nelle tasche ci si accorge di non avere più risorse materiali non importa, basta un sorriso e una passione, un sogno, per rendere il futuro un bel cammino da intraprendere. Se Antonio Salines, che da anni voleva portare questo spettacolo a teatro, è riuscito a condurci a fare questo ragionamento nelle due ore scarse di messa in scena allora vuol dire che può ritenersi più che soddisfatto. Il suo “Luci della ribalta” è uno degli spettacoli più interessanti e in grado di rimanere dentro degli ultimi anni.

 

Enrico Ferdinandi

5 febbraio 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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