Recensione dello spettacolo Civico 15 in scena al Teatro Trastevere dal 21 al 26 febbraio 2017
“Scusi sa per caso quanto dura?” domando al signore che è seduto accanto a me in platea. “Non saprei dirle, minimo sei ore”, mi risponde.
Certo, perché quando si ha a che fare con una assemblea di condominio si sa quando comincia ma non si sa mai quando finisce. Specialmente se hai a che fare col tuo vicino di pianerottolo col quale manco ti saluti. E con la signora del piano di sopra che permette al suo cane di fare i suoi bisogni giù per la tromba delle scale. E col signore che abita al secondo piano di cui non ricordi neanche il nome. Per non parlare dei cinesi che, col ristorante al piano terra, infestano il cortile con odori di fritto e scarico.
E poi c’è da approvare l’installazione dell’ascensore, c’è da discutere della pulizia delle scale, dell’illuminazione, delle copiose perdite d’acqua in cantina, l’approvazione di bilancio…insomma una vera e propria “rissa” – non la si può definire diversamente, chi nella vita ha partecipato almeno ad una sola assemblea di condominio lo sa bene – che non poteva trovare ambiente migliore di una palestra (dove sfogarsi col prossimo).
È qui che si svolge l’assemblea del Condominio di Via Garibaldi 15, occasione per scaricare le proprie lamentele con l’altro, e ripristinare ordine e organizzazione (almeno) in quella sorta di minimondo in cui ci ritroviamo a convivere ogni giorno. Ed eccola la palestra, davanti ai nostri occhi abbiamo un tavolino, sei sedie, una per ciascun condomino/attore (Silvia Cox, Albamarina Dei, Fabrizio Nicoletti, Olimpio Pingitore, Francesca Targa e Gianlorenzo Tennenini), una cavallina, due anelli appesi alla fune e due spalliere svedesi.
Dicevamo, punto fondamentale dell’o.d.g. è l’installazione dell’ascensore fortemente voluta dal signor Parigi (che ha un polmone solo e convive con la sorella grassa che manco riesce a entrare e uscire dalla porta di casa, figuriamoci fare le scale). L’ascensore ha però dei costi, e c’è ancora da sistemare l’impianto idrico (come fa la parrucchiera a fare lo shampoo alle clienti?), l’illuminazione e la perdita d’acqua nelle cantine di cui, da anni, se ne occupa il signor Vignoli (e non solo, visto che nel tempo libero tresca con l’amministratore del palazzo). Tuttavia, gran parte dei condomini vorrebbe rimuoverlo dalla carica di idraulico del condominio vista la sua inefficienza, ma il signor Vignoli fa notare che, in realtà, il suo è un favore che sta facendo alla comunità visto che il suo lavoro non viene nemmeno remunerato, il tutto con l’appoggio della consorte ignara dei continui tradimenti da parte del marito. Poi c’è il Sig. Ricci, musicista incallito, che da quando i suoi genitori gli hanno lasciato in eredità l’intero appartamento al quarto piano ha deciso di unire le due unità demolendo il muro divisorio (o portante?) per far entrare meglio il pianoforte. Vogliamo poi aggiungere i continui piagnucolii del bimbo al secondo piano? E, soprattutto, cosa sono i continui gemiti che si sentono all’una di notte al primo piano nell’appartamento dove non abita più nessuno?
Questi e tanti altri temi vengono affrontati nella commedia di Olimpio Pingitore, temi che più di tanti altri ci accomunano nel quotidiano perché, vuoi o non vuoi, col vicino ti ritrovi sempre a scambiare qualche battuta più che il buongiorno o la buonasera, confessioni o pettegolezzi, scaramucce e, il più delle volte, (purtroppo!) anche controversie giudiziarie. Chi infatti non si è mai trovato faccia a faccia con il proprio vicino/nemico o con la vicina/amica e, durante la seduta, riderci, litigarci, soffrirci per poi alla fine sparlare degli assenti?
Attraverso questo divertentissimo spettacolo Olimpio Pingitore offre al pubblico uno spaccato di vita reale, un’occasione non solo per ridere e per passare del tempo “in tranquillità”, ma anche per confrontarsi e interrogarsi su se stessi con una semplice commedia. La magia del teatro sta proprio in questo: offrire spunti di riflessione patendo dai ritagli più banali della vita comune, scoprendo così che anche quello che reputiamo banale non è altro che noi, il reale, il quotidiano.
Nel mettere in scena questo testo Pingitore si è rivelato un attento osservatore delle dinamiche sociali, specie quelle che prendono vita dai microcosmi, perché solo analizzando questi piccoli vissuti di quotidianità ci si può rendere conto di quello che siamo diventati nella società moderna, una società liquida (per coniare un termine di Zygmunt Bauman) che dà poca importanza ai rapporti umani, dove siamo bravi solo a parlarci uno sopra l’altro avendo disimparato ad ascoltarci. Quale ambiente migliore può fungere da “esempio” se non una assemblea di condominio, dove si discute solo delle proprie necessità e desideri senza tener conto anche delle esigenze del vicino? Quante volte le suddette assemblee sono andate a vuoto (perché, alla fin fine, rivelatesi inconcludenti)?
Volete sapere quella di Civico 15 come va a finire? Non vi resta che scoprirlo partecipando alla prossima riunione da qui fino al 26 febbraio.
Al Teatro Trastevere ovviamente.
Costanza Carla Iannacone
22 febbraio 2017