Martedì, 25 Marzo 2025
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"A Mirror" al Sala Umberto: quando il teatro si riflette nella realtà

Recensione dello spettacolo A Mirror – Uno spettacolo falso e NON autorizzato in scena al Teatro Sala Umberto di Roma dal 19 al 30 marzo 2025

 

La grande caratteristica del teatro è che lo spettatore sia sempre capace di distinguere la realtà dalla finzione. Cosa accadrebbe se questa distinzione, apparentemente netta, divenisse sempre più sfocata e lo spettatore fosse coinvolto in un gioco di specchi che lo costringesse a riflettere su ciò che sta realmente accadendo? È esattamente questa la forza di A Mirror, il testo di Sam Holcroft che approda al Teatro Sala Umberto con una produzione italiana che riesce a sfruttare con straordinaria efficacia il dispositivo del teatro-nel-teatro. Questo spettacolo non si guarda ma si vive.

A partire dall’ingresso in sala, l’atmosfera che accoglie lo spettatore non è quella di una convenzionale rappresentazione: l’arco con veli e fiori e il Giuramento di Fedeltà degli Sposi e altri dettagli sparsi per il teatro fanno credere, almeno per un momento, di trovarsi a una vera celebrazione. Quando si è in sala, gli ospiti-spettatori prendono posto tra sposi e celebranti che si assicurano che tutti siano pronti per la funzione. È un matrimonio o uno spettacolo teatrale quello a cui ci si appresta a partecipare? Solo gradualmente si rivela la verità: ciò che sembra essere un evento privato è una messa in scena clandestina, un escamotage narrativo che permette agli artisti di aggirare la censura di un regime oppressivo. E in questa recita, lo spettatore diventa un complice involontario della ribellione artistica che si sta consumando sotto i propri occhi. La finzione teatrale diventa così un atto di resistenza, e il pubblico, man mano che si va avanti con lo spettacolo, si interrogherà sul potere della censura e sulla responsabilità di chi vi assiste in silenzio.

È così che inizia quest’opera insolita della drammaturga britannica che qui viene riadattata per il pubblico italiano in modo fedele all’originale ma più coinvolgente. Rispetto alla produzione originale in cui la tensione cresce man mano fino poi a esplodere in un climax di consapevolezza collettiva, la versione italiana diretta da Giancarlo Nicoletti adotta un registro più caldo e punta maggiormente sul carattere emotivo dei personaggi e sull’ambiguità del gioco scenico. Infatti, se nella versione inglese il pubblico resta abbastanza passivo fino alla fine, quella italiana è tutta giocata sull’interazione diretta tra gli attori e la platea fin dal primo momento per creare un senso di complicità più forte. Inoltre, anche la scenografia, curata da Alessandro Chiti, viene resa più realistica con dettagli scenici che rendono decisamente più credibile la farsa del matrimonio tanto da aumentarne l’effetto straniante e immergere lo spettatore nel meccanismo del teatro-nel-teatro di eco pirandelliana.

Il trucco del teatro-nel-teatro non si è mai rivelato così efficace come in questa coproduzione di Altra Scena e Viola Produzioni: la costruzione dell’inganno scenico riesce fin da subito a essere emotivamente e politicamente immersiva. In questo senso, A Mirror sembra voler dialogare idealmente con Sei personaggi in cerca d’autore e Questa sera si recita a soggetto, in cui vengono annullati i confini tra attore e personaggio e la stessa narrazione rivela la finzione. Solo che in questa pièce il mezzo teatrale viene usato come strumento di lotta contro la repressione dello stato autoritario cui sono soggetti i personaggi.

Va detto che il cast scelto da Nicoletti è realmente a prova di colpo di stato: attori amati e conosciuti da un pubblico variegato come Ninni Bruschetta, Claudio "Greg" Gregori, Fabrizio Colica, Paola Michelini e Gianluca Musiu sono stati qui riuniti per regalare uno spettacolo che difficilmente si dimentica. Anche perché ognuno di loro ha portato qualcosa di sé sul palco donandolo al proprio personaggio: Greg ha allietato la falsa funzione con un discorso scanzonato da testimone e una canzone ilare a cui il pubblico non ha saputo rinunciare; Colica è rimasto fedele alla propria espressività da social dimostrando al contempo la sua crescita professionale come attore; la Michelini si è rivelata molto credibile in ruolo fuori dalla comfort zone dei social. Menzione speciale per Bruschetta che ha ricoperto il ruolo principale in modo egregio: ora rivelava l’anima più cupa, ora quella più illogica del suo personaggio, dimostrandone l’ambiguità e l’assurdità insieme. Ed è proprio sull’onda di questo doppio registro che l’illusione scenica riesce a sovrapporsi alla realtà al punto che lo spettatore riesce a distinguere la farsa solo all’entrata in scena di Musiu, protagonista di un gran bel colpo di scena.   

A conti fatti, A Mirror è un’opera molto attuale e necessaria in un’epoca in cui ci si è resi conto che chi ha il controllo della narrazione e della comunicazione ha più di un’arma politica tra le mani. Questo testo riesce a trascinare il pubblico in un’esperienza che non si limita alla semplice visione, ma lo costringe a riflettere e a interrogarsi sul proprio ruolo di spettatore e, forse, anche di cittadino. E quando il sipario si chiude e l’illusione si dissolve, un dubbio resta: quanto di ciò che chiamiamo realtà è, in fondo, solo una messa in scena?

 

Diana Della Mura

23 marzo 2025

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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