Recensione di ‘Fantozzi. Una tragedia’ con la regia di Davide Livermore al Teatro ‘Giovanni da Udine’
‘Fantozzi. Una tragedia’ è lavoro teatrale complesso, che con grande merito il Teatro ‘Giovanni da Udine’ propone al suo pubblico
Un team di quattro autori (Gianni Fantoni, Davide Livermore, Andrea Porcheddu, Carlo Sciaccaluga) lavora, con passione e cuore, sui testi di Paolo Villaggio e mette in scena la storia di un eroe melanconico, vittima dei nostri tempi e degli stereotipi.
Impresa certamente titanica: doveva confrontarsi con i film, popolarissimi e sempre in rete; con le trasmissioni televisive; con il ricordo ancora vivace e perennemente divisorio del grande comico; con lo stile asciutto e caustico dei libri, motore originario di tutte le produzioni.
La prima sensazione che si respira è grande stima, rispetto ed attenzione nei confronti dell’autore: un autentico omaggio, mai una speculazione furba od una impresa meramente commerciale.
Non ci sono eccessi, mai nessuna gigioneria, tutto scorre pulito e cinico, dando prova che è stato possibile trovare il giusto equilibrio per far convivere ‘lei è una merdaccia’ con le considerazioni più profonde, senza penalizzare né l’una, né l’altra.
Si sono sottolineate metafore amare, come il volo libero che può essere inevitabilmente solitario; ricostruite, senza copiarle, scene iconiche come quella della proiezione della ‘ corazzata Potëmkin’; tratteggiate figure nuove, quale il ‘Dizionario fantozziano’, che consentono di mantenere la narrazione in una costante dimensione metateatrale, che le elegantissime scene di Lorenzo Russo Rainaldi rendono metafisica, anche grazie alle belle luci di Aldo Mantovani ed ai riusciti costumi di Anna Verde.
In effetti quella cui assistiamo è una tragedia nel senso classico: esiste un destino che condanna a priori il povero ragioniere; c’è un coro, formato da tutti i personaggi della storia, che staziona in scena quasi sempre; si alternano gli stili recitativi; abbiamo una versione aggiornata delle grandi figure del teatro classico: la regina diviene ‘La contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare’; l’usurpatore è il megadirettore che ama il biliardo ma millanta lauree mai ottenute; i traditori prendono le forme dei compagni d’ufficio; la ninfa tentatrice è la Signorina Silvani; la fanciulla pura si specchia nella piccola ed innocente Mariangela e così via.
Un allestimento funzionale, efficace, raffinato e dotto, che è una battaglia vinta per il celebrato regista Davide Livermore, affiancato da Laura Cleri
Un lavoro finto comico, melanconico e prezioso, il cui primo merito è incoronare Fantozzi come una delle grandi figure teatrali del nostro tempo.
Certamente in questo senso fondamentale l’apporto dato da Gianni Fantoni, generoso e commovente protagonista, che raccoglie il testimone dall’amico Villaggio, che lo aveva designato suo successore, o forse sarebbe meglio continuatore. Attore dalle basi tecniche solidissime, trova sfumature preziose per tratteggiare il suo personaggio, certamente più commovente che cinico, più poetico che compiaciuto.
Peccato che un volume altissimo dell’amplificazione, per lui e per gli altri interpreti, abbia reso faticosi alcuni passaggi, addirittura incomprensibili certe frasi.
Gli fa da spalla il credibile Ragionier Filini di Cristiano Dessì, correttamente lontanissimo dal modello di Gigi Reder: altissimo, flessuoso quando gioca a tennis, pavido quando deve difendere il ragionier Ugo. Vincente la scelta di aver voluto un attore più giovane del ragioniere, quasi a dire che per lui, al momento in cui lascia l’antro lavorativo, ci sono ancora delle possibilità di riscatto.
Arrivista, calcolatore, sprezzante, autoreferenziale, il geometra Calboni che Paolo Cresta cesella con abilità, regalandoci sguardi ebbri di invidia, perfino per la povera Mariangela, che la bravissima Ludovica Iannetti interpreta con ricchezza di toni, grande vivacità scenica e senza cadere mai nello stereotipo del ‘mostro’. Una figlia affettuosa, persino caritatevole, che regala momenti di struggente poesia e sa mettere gli affetti davanti ad ogni disavventura.
Marco Gravina è un aitante fornaio, forse un po’ legato all’esempio originario di Abatantuono, ma certamente adatto ad essere l’oggetto del desiderio della Signora Pina, una straordinaria Valentina Viraldo, capace di commuovere quando abbassa lo sguardo, di coinvolgere intensamente nei momenti di ribellione, di farci cogliere ogni sfumatura di rassegnazione, di tristezza, di affetto. Una prova maiuscola, che la segnala come una delle attrici più interessanti fra quelle in tournée in questo periodo.
Simonetta Guarino è un divertente ‘dizionario fantozziano’, cinica e sagace come Villaggio, capace di destreggiarsi con gli accenti, è una sorta di grillo parlante, una specie di ‘prologo’ trasversale, che commenta le vicende con disincanto. Ruolo complesso, interpretato con bravura.
Infine le due ‘dame’.
Da una parte la brava Rossana Gay che interpreta due icone della vicenda: la Contessa Serpelloni Mazzanti Vien dal Mare e ‘ la bianchina’, la mitica macchina del ragioniere. Per la prima inanella con misurata sapienza birignao e movenze snob, per l’altra un accento romano popolaresco che porta ad una dimensione vacanziera. La nobildonna appare fragile e vetusta, il veicolo è solido e comunicativo. Passaggi rapidi e complessi, che vengono superati brillantemente.
Volutamente brutta e tanto sgraziata la Signorina Silvani del bravo Lorenzo Fontana, forse un po’ defilata rispetto al ruolo portato al cinema da Anna Mazzamauro, ma certamente ben caratterizzata.
Una grande serata, intensa, melanconica, a tratti triste, come sarebbe piaciuta sicuramente a Paolo Villagio e che il pubblico, numeroso ma non numerosissimo, ha salutato con applausi convinti e chiamate al proscenio per tutti.
Gianluca Macovez
18 gennaio 2025
informazioni
FANTOZZI. UNA TRAGEDIA
da Paolo Villaggio
drammaturgia Gianni Fantoni, Davide Livermore, Andrea Porcheddu, Carlo Sciaccaluga
Ragionier Ugo Fantozzi : Gianni Fantoni
Il geometra Calboni: Paolo Cresta
Il ragionier Filini: Cristiano Dessì
La signorina Silvani: Lorenzo Fontana
La contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare :Rossana Gay
Cecco, il fornaio :Marcello Gravina
Dizionario fantozziano Simonetta Guarino
Mariangela :Ludovica Iannetti
La signora Pina: Valentina Virando
scene Lorenzo Russo Rainaldi
costumi Anna Verde
supervisione musicale Fabio Frizzi
luci Aldo Mantovani
regista assistente Laura Cleri
regia Davide Livermore
produzione Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation
Udine, Teatro Giovanni da Udine, 17 gennaio 2025