Sabato, 18 Gennaio 2025
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Al Teatro Quirino, Filippo Dini regala un’esperienza teatrale intensa e memorabile

Recensione dello spettacolo “Parenti terribili” in scena al Teatro Quirino di Roma dal 14 al 19 gennaio 2025

 

È considerata una delle più famose e meglio rappresentative opere della drammaturgia di Jean Cocteau: Les Parents Terribles è più di una commedia, è una lente di ingrandimento sulle malattie che affliggono l’animo umano, su quelle dinamiche disfunzionali che spesso e volentieri si mettono in atto consciamente e inconsciamente nelle relazioni con gli altri e con sé stessi. Meccaniche che poi sono le stesse che muovono la società odierna, per cui si può ben affermare che il racconto di questi parenti terribili altro non vuole che evidenziarne i malesseri, sempre più radicati e intriseci.

Tutto parte da una famiglia come tante, che vive in una casa come tante in una città come tante: Yvonne è una madre non più giovane che ha trascurato il marito Georges per riporre tutte le proprie attenzioni sul figlio Michel, ormai ventiduenne, con cui ha sviluppato un rapporto più che morboso e ossessivo. Dal canto suo, Georges cerca di sentirsi ancora uomo e trova un po’ di conforto sentimentale in una relazione extraconiugale. Muove le fila del carrozzone la zia Léonie, rimasta in famiglia proprio per tenere vicino a sé il suo amato Georges. A scombussolare questo fragile status quo, sarà l’arrivo di Madeleine, la ragazza di cui Michel è innamorato.  

Filippo Dini, qui regista e attore, ha scelto un testo denso di significati per chiudere la sua triade di spettacoli sulla famiglia: il testo di Cocteau, che per come è orchestrato rievoca un po’ i modi del teatro tragicomico degli antichi romani, non fa altro che aprire il sipario sulle disfunzionalità umane e sociali. La famiglia qui è il ritratto delle fragilità e delle ambiguità dell’animo umano, che si ripropongono all’interno del tessuto sociale. Nelle vesti di regista, Dini non smette di stupire: restando fedele all’opera originale, riesce a far mettere a nudo e mette sotto i riflettori l’essenza di ogni personaggio, e il pubblico diviene subito partecipe del climax sul palco e consapevole delle imperfezioni e delle debolezze di ciascun protagonista. 

Il cast è davvero superbo: Mariangela Granelli, la nostra Yvonne, con la sua interpretazione sembra reggere l’intero spettacolo. È lei la vera protagonista: da quando si apre il sipario fino alla fine riesce a eviscerare tutte le emozioni, le ossessioni, le morbosità e l’amoralità di Yvonne, e le sbatte in faccia a una platea di cui manipola le sensazioni con la sua potenza attoriale. È lei che dà vita sia ai momenti drammatici che a quelli comici, a cui partecipa lo stesso Dini, il cui personaggio emerge con più prepotenza nelle scene con la Madeleine di Giulia Briata o la Léonie di Milvia Marigliano. Sa tener testa a sua madre il Michel di Cosimo Grilli che trasmette bene l’altalena di emozioni da cui viene sopraffatto e dilaniato il suo personaggio. 

In questo carrozzone di emotività, fondamentale è il ruolo della scenografia curata da Maria Spazzi che riflette il groviglio interiore di ciascun personaggio. La camera da letto di Yvonne è disordinata e sempre poco illuminata a rappresentare l’inquietudine della protagonista, mentre il dedalo di pannelli che le si sviluppa dietro sembra quasi raffigurare il labirinto di sentimenti degli altri abitanti della casa. I pannelli poi si sollevano verso l’alto per dar forma all’appartamento di Madeleine, un luogo ordinato e luminoso che all’occorrenza, come la sua proprietaria, sa anche celare l’ombra.

In questo atto unico di un’ora e cinquanta le convinzioni dello spettatore sulla famiglia vengono messe a dura prova e ci si rende conto che comprendere la natura di certe relazioni può essere anche un’impresa difficile proprio perché controllate da un ingranaggio che permette di nasconderne le tortuosità. Proprio per questo, la messinscena regala al pubblico un’esperienza teatrale intensa e memorabile.

 

Diana Della Mura

17 gennaio 2025

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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