Sabato, 18 Gennaio 2025
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Mastandrea da sfigato a Team Leader è il “Migliore”

Recensione dello spettacolo Migliore, in scena al teatro Ambra Jovinelli dal 15 al 4 Febbraio 2025

 

Valerio Mastandrea, vestito in completo nero su sfondi neutri colorati o neri, si presenta in scena con le sue semplicità e scioltezza tipiche e ci racconta una storia di trasformazione umana.

La sua cifra immancabile a teatro come al cinema di comicità diretta e franca viene subito riconosciuta e amata dal pubblico, anche con “Migliore”, viaggio d'un uomo qualsiasi, letteralmente ingenuo e sfigato, per il quale il lavoro è tutto, ma che circostanze fortuite della vita portano a diventare cinico e di successo. Uno che non ha più nulla da perdere e influenza gli altri.

Una favola leggera che tuttavia ci narra alcune contraddizioni e pregiudizi della società d'oggi. 

A volte la spregiudicatezza e il distacco possono prevalere su valori etici e morali, dove la sicurezza in sé stessi vince su tutto. Mattia Torre, famoso sceneggiatore per il cinema e teatro, conosciuto tra l'altro per aver partecipato alla scrittura della serie televisiva “Boris”, scrive con intelligenza e magistralmente un testo dinamico e ritmato, delinea un'ampia gamma di personaggi attuali, dalla stronza mozzafiato e inarrivabile, al cliente esigente, dal vicino prepotente e superbo, al cane minaccioso e alla vecchina intransigente e così via. Su questi caratteri Valerio si destreggia con maestria e brio dando loro colore e voce diversa e frizzante per ogni personaggio. L'attore romano calibra perfettamente pause e i ritmi comici.

Focalizziamoci sul protagonista, un venditore di carte di credito, timido e ansioso, docile, timoroso, un signor nessuno, tenero nel suo non voler pestare i piedi agli altri, anzi portato a accondiscenderli in ogni modo, pronto a “offrire l'altra guancia”. Ma la parabola narrativa è ben congegnata, tutto prepara l'iperbole della seconda parte. I luoghi comuni vengono qui mostrati e poi irrisi.

Ce la farà quindi il nostro antieroe a conquistare la vanesia e terribile figlia del capo?

Temi principali trattati appaiono il lavoro, il successo, la morte, l'amore, la percezione di sé, il rapporto con l'altro, l'ingiustizia.

Questa pièce fu scritta una ventina di anni fa da Mattia Torre, vincitore nel 2019 del David di Donatello per la sceneggiatura originale “Figli”. Mattia ci ha lasciato sei anni fa. Ci piace ricordarlo per la sua penna fluida, attuale e fortemente sarcastica, anche con quest'opera.

In conclusione, dopo la visione di questo monologo comico, si palesa una domanda: qual è il momento in cui in una persona si rompe qualcosa dentro? Scatta una molla per cui egli cambia, si trasforma e altrettanto fà la sua vita, come per il buon Alfredo di questa commedia? Nel bene o nel male a seconda dei casi. 

Ciò in fondo ricorda il geniale e acuto monologo di Baricco, “Novecento”, diventato poi il famoso film “Il pianista sull'oceano” che recita le seguenti parole: “perchè un quadro cade? Cosa spinge un quadro a cadere proprio in quell'istante, dopo lungo tempo? O è colpa del chiodo...”

 

Demian Antonio Aprea

17 Gennaio 2025

 

informazioni

dal 15 Gennaio al 4 Febbraio 2025

Teatro Ambra Jovinelli

MIGLIORE

Produzione: Nuovo Teatro

Testo e regia: Mattia Torre

Con: Valerio Mastandrea

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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