Recensione di ‘Les Virtuoses’ nella stagione dell’ERT FVG in scena al Teatro Sociale, Gemona del Friuli, il 9 gennaio 2025
Alle volte le programmazioni delle realtà decentrate regalano veri gioielli.
Occasioni preziose ed affascinanti, che parlano una lingua differente, antica e nuova, capaci di muoversi su più piani di lettura, divertendo, emozionando, trascinando.
Non c’è dubbio che è quello che l’Ert ha saputo fare proponendo a Gemona del Friuli e Sacile lo spettacolo: Les Virtuoses, del duo francese Mathias & Julien Cadez, al loro debutto italiano.
Troppe volte si legge di disaffezione del pubblico, di distanza fra sala e platea, ma forse bisognerebbe avere il coraggio di sostenere con più coraggio queste proposte capaci di voler dire qualcosa di nuovo; bisognerebbe che chi pianifica le stagioni scegliesse, come in questo caso, di valorizzare gli artisti, non perchè passano in televisione o sono popolari per un film di cassetta, ma perché sono bravi.
La verità è che , come dimostra l’ente teatrale regionale, è necessario che le istituzioni credano nel pubblico, non lo considerino una massa apatica e per forza ipertradizionalista, quasi che abbonato fosse un titolo di pigrizia invece che di fiducia negli organizzatori.
Chi decide le stagioni deve avere il coraggio di valorizzare le platee, offrendo loro delle suggestioni non scontate, che lo aiutino a crescere, a gustare la magnificenza di proposte alternative , che magari sappiano stupire senza per forza tramortire.
Questo spettacolo, diciamolo subito, è stato un successo. Grande, franco, autentico, deciso, con una spontanea standing ovation, non comune nelle riservate sale friulane, applausi prolungati ed il pubblico che lasciava la sala a fatica, quasi sperasse in un fuori programma a cesellare la serata.
‘Les Virtuoses’, titolo appropriato ma tutto sommato poco accattivante perché fa pensare a sale tradizionali e programmi da Conservatorio, è una cavalcata garbatamente irriverente fra musica e magia, protagonisti due concertisti che si accapigliano per impossessarsi del grande protagonista della serata: un pianoforte.
Ogni genere di dispetto va bene per raggiungere la tastiera, dalle pacche sulle spalle alle sedute rubate , dagli spartiti sottratti agli incendi sul palcoscenico.
Per un’ora e mezza abbondante, su una piacevole struttura scenica magnificamente illuminata da François Clion, che firma anche regia e direzione di produzione, è un susseguirsi di gag, di giochi, di trucchi, di scherzi ma, contemporaneamente, è anche una lunga, inappuntabile esecuzione musicale, nella quale non si perde il ritmo, non ci sono defaillance, nonostante i due fratelli Cadez , vestiti con gusto e funzionalità da Dominique Louis, compiano una vera staffetta, passandosi la tastiera come fosse un testimone ed alternando un brano all’altro in un forsennato rincorrersi di armonie e frasi musicali riprese, arrangiate, interpretate, cucite.
Lunghi ed appassionanti i pastiche musicali, che partono dalle composizioni settecentesche per arrivare al rock, passando per Piazzolla e Bizet, pastellando per ognuno i giusti colori, inanellando un’atmosfera dietro l’altra, riuscendo ad incantare, ogni volta per pochi istanti perché giù era in agguato il passaggio successivo.
Mentre suonano, benissimo, trovano il modo di ballare, correre, distendersi, perfino volare.
Quando uno è alla tastiera, l’altro fa apparire una colomba fra le pagine di uno spartito.
I tentativi di cantare sono difficoltosi perché dalla bocca, ora dell’uno ora dell’altro, appaiono palline in quantità, che poi corrono sul palcoscenico, sul quale ha da poco volteggiato un tavolino.
Fuochi, candele che si accendono e spengono, pianoforte in fiamme e mani bruciacchiate incantano il pubblico, che dopo qualche minuto viene portato in fondo al mare, in una ‘sonata in apnea’ di intensa suggestione narrativa.
C’è qualche brano realmente a quattro mani, ma più spesso sono due mani alla volta che si contendono l’uso della tastiera.
Su quel palcoscenico succede di tutto: piove, si balla il tip tap ma anche la ‘Febbre del Sabato sera’, arrivano delle grottesche ballerine brasiliane, ci si sfida a colpi di orchestra, si tratteggia poesia delicata e si suona rock duro. Ci sono numeri di ogni tipo, dai giochi di prestigio al trasformismo in un continuo crescendo che non ha tempi morti o cali di tensione.
Si duella a colpi di direzione d’orchestra, ci si perde in mefistofeliche apparizioni fumose e si rincorre il volo di una fiammella che sale e scende, rapendo i sogni di chi guarda.
Si ascolta tanta tanta buona musica eseguita superbamente ma soprattutto si ride moltissimo, sempre con garbo, misura, con ironia ed autoironia.
Uno spettacolo fantastico, nel senso e nelle accezioni più ampi, che, come si diceva, attanaglia il pubblico, che commenta, sghignazza, interagisce, batte le mani, emette versi ed esplode in tanti lunghissimi applausi, sia alla fine che durante lo spettacolo a sancire la bravura degli interpreti, supportati dagli interventi ironici e ridicoli di Anthony Rzeznicki e Anthony Coudeville, ma anche il merito di chi è riuscito a portare in Italia, per due sole serate, uno spettacolo di così tanto valore.
Gianluca Macovez
11 gennaio 2025
informazioni
LES VIRTUOSES
uno spettacolo musicale di e con Mathias & Julien Cadez
e con Anthony Rzeznicki e Anthony Coudeville
regia, luci e direttore di produzione: François Clion
costumi di Dominique Louis
tecnico del suono: Xavier Buda
produzione: Live Arts