Recensione dello spettacolo La ragazza sul divano in scena al teatro Vascello dal 16 al 21 Aprile 2024
Valerio Binasco, premiato regista e attore italiano, ritorna per la sesta volta a mettere in scena il suo amato autore norvegese, premio nobel per la letteratura 2023, Jan Fosse. Dice di amarne l'umanità rarefatta e la sensazione di “fuori fuoco” della realtà.
Lo fa con delicatezza e cura, trovando la preziosità di emozioni e disagi incastonata in storie semplici di affetti e non affetti quotidiani e di vita.
Racconta una donna depressa in conflitto con sé stessa, con la famiglia e con la sua arte che gli riempie gli spazi e lei disprezza.
L'atmosfera è rarefatta, ben inquadrata dalla scenografia minimalista e sospesa, fatta di mobili sparsi e isolati, come isole a sé stanti o tane per i personaggi e i loro umori, di pareti grigie che col loro squallore rappresentano benissimo lo stato emotivo della protagonista. Pareti su cui a tratti compare una stanza in controluce dove sbirciare fatti più intimi o drammi di sfuggita.
La musica è atmosferica, anch'essa sospesa e minimalista, crea dubbi, attese e stasi in un tempo che puzza di passato.
Il tema principale è sicuramente l'abbandono che si trasmette in tutte le storie qui racchiuse, relative alla figlia infelice, alla madre nevrotica, al padre distaccato. Tutti si lasciano e si reincontrano dopo tempo, svuotati dell'essenza che li ha uniti come a certificare che non c'era null'altro da dire, da fare.
I quadri della donna, proiettati su d'uno schermo, nonché oggetti scenici di contorno abbandonati a lato, sono realizzati dalla protagonista per tutta la vita senza ottenere successo né riscontro. Essi rappresentano quindi la metafora delle sue relazioni e del suo sentirsi inadatta e incapace di vivere.
Incastrata nel tempo e fissa nella sua stanza, insoddisfatta cronica, persa nel fluire che per lei è immobilità. Vive nel pensiero non nell'azione.
Lo scorrere della pièce è fatto di notevoli simbolismi, percezioni e ascolti interiori, dialoghi senza speranza, tradimenti, confessioni amare o dolorose, tutto portato con delicatezza che riesce a toccare gli spettatori più sensibili.
C'è un certo fatalismo nelle scelte dei personaggi che si trasmette dai genitori ai figli. Esso sfocia in un pessimismo di vita, “la vita è ciò che non si vede, ciò che passa, che si trasforma.” Sfocia in un inquietudine interiore, una fuga dagli altri per rinchiudersi in sé stessi. Grandi solitudini.
Qui ritroviamo costante il tema e la riflessione sul tempo, passa inesorabile fuori e attorno, in contrapposizione con la donna protagonista che rimane fissa nella sua sedia, nella sua casa, nel suo mondo statico, malinconico e impotente, mentre gli altri si muovono e la vita scorre. Risalta la sua incapacità di vedere al di là delle cose: “Son brava a disegnare, a vedere, ma non so dipingere”.
Ha una difficoltà coi colori e a dipingere ciò che sente.
L'originalità concettuale emerge da questo connubio nell'intera pièce di due “sé” della protagonista contemporaneamente presenti, i quali si alternano nella vita scenica e nella narrazione: la ragazza insicura, imbronciata che si affaccia al mondo e la donna matura, ormai senza luce e confusa, persa nelle sue stesse ossessioni. Come in un quadro di Klimt. Come se il passato sia sempre presente. Non se ne libera.
Il regista parla di pensiero “Zen”: “Jan Fosse mette in primo piano il vuoto, il nulla, il silenzio”. Esistenzialismo a piene mani che Binasco dice costantemente ritmato “in levare”, con sprazzi di humor e poesia.
Demian Antonio Aprea
25 Aprile 2024
informazioni
dal 14 al 21 Aprile 2024
Teatro Vascello
LA RAGAZZA SUL DIVANO
Regia : Valerio Binasco
Con: Pamela Villoresi, Isabella Ferrari, Valerio Binasco, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte.