Sabato, 23 Novembre 2024
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Rocky horror show: un musical che vuole sdoganare la liberalizzazione dei costumi sessuali

Recensione dello musical Rocky horror show in scena al Teatro Olimpico dal 21 al 26 novembre 2023

 

1973: cinquant’anni fa debuttava a Londra il rivoluzionario e scandaloso musical dal titolo Rocky horror show. L’accoglienza del pubblico e della critica nell’immediato risulta alquanto tiepida e molte repliche furono annullate probabilmente per il suo significato eversivo e alquanto provocatorio in un contesto storico ancora resistente al cambiamento dei costumi sessuali avvenuto oggi. Lo spettacolo infatti ci racconta di una giovane coppia senza esperienze che si perde durante un viaggio e si ritrova all’interno di un castello dell’horror gestito da alieni giunti sul nostro pianeta per sperimentare relazioni sessuali con gli umani. Nella visione della realtà di queste bizzarre creature non esistono limiti di alcun tipo per cui all’interno del castello i due giovani conosceranno il transessuale Frank che li inizia alla vita sessuale trasportandoli in un vortice di bisessualità, omosessualità e orge. I due protagonisti si lasciano trascinare scoprendo gli estremi a cui si può giungere nella ricerca del piacere fisico. Alla fine di quest’avventura non saranno più le stesse persone e non è chiaro se la loro relazione proseguirà, ma sicuramente con caratteristiche differenti da prima. 

I costumi estrosi ed eccentrici fatti di reggicalze, completini intimi, paillettes colorate sembrano stridere con la scenografia disegnata dai toni tenui e fiabeschi. Soprattutto nella prima parte, prima dell’entrata nel castello, Brad e Janet sono vestiti con colori chiari intonati con gli elementi di scena disegnati, mentre all’interno i colori diventano più scuri e l’abbigliamento trash. Le coreografie e la recitazione quasi sempre corale sono vivaci e dinamiche, coordinate nei gesti e nei movimenti. La recitazione e le canzoni sono interamente in inglese, si evidenziano le voci possenti, chiare, squillanti di tutti gli attori in scena, particolarmente di Haley Flaherty nelle vesti di Janet. La presenza dell’attore Greg nel ruolo di narratore, con i suoi interventi esilaranti, conferisce un tocco di leggerezza e comicità ad uno spettacolo che può essere considerato una commistione di generi tra musical, horror, fantascienza e parodia. Il leit motiv è la volontà di scuotere e scandalizzare l’ipocrita società borghese degli anni Settanta che nasconde dietro l’apparenza del perbenismo le loro vere pulsioni che lo spettacolo vorrebbe sdoganare.   

Mentre sul palco si succedono coreografie e musiche il pubblico in sala molto giovane è in buona parte mascherato anch’esso con boa piumati, paillettes, costumi da alieno, partecipa attivamente riproponendo le coreografie dei balli e facendo da spalla a Greg che ha il ruolo del criminologo narratore. È presente un’identificazione del pubblico con le tematiche presentate che apre degli interrogativi: nonostante siano trascorsi 50 anni dal debutto, le nuove generazioni sentono ancora così limitata la loro possibilità d’espressione da sentire l’esigenza d’immedesimarsi in uno spettacolo che inneggia ad una liberalizzazione massima dei costumi sessuali? È necessario ancora combattere contro pregiudizi ed etichette coniati per chi non vive una sessualità standard? Dall’atteggiamento degli spettatori, sembrerebbe di sì.

 

Mena Zarrelli

24 novembre 2023

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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