Venerdì, 18 Ottobre 2024
$ £

La ferocia di Nicola Lagioia: l’ingorgo del passato, un vicolo chiuso da cui non si esce mai

La ferocia di Nicola Lagioia in scena al teatro Vascello in Roma, nell’ ambito della rassegna  “Romaeuropa Festival 2023”, dal 31 ottobre al 2 novembre 2023

 

“Una pallida luna di tre quarti illuminava la statale alle due del mattino. La strada collegava la provincia di Taranto a Bari, e a quell'ora era di solito deserta…”

(incipit “La ferocia”)

 

Nel 2015 Nicola Lagioia riceve il premio Strega con “La ferocia”, il romanzo racconta il crollo di una famiglia, con dei sistemi deviati e mette in scena una galleria di personaggi spaventosi e realistici, probabile rappresentazione di un paese rovinato dal mito della crescita economica, ottenuta, se serve anche con il malaffare. Una storia familiare imponente, che prende vita sul palco del teatro Vascello in Roma, nell’ ambito della rassegna  “Romaeuropa Festival 2023”, dal 31 ottobre al 2 novembre, grazie alla messa in scena della compagnia VicoQuartoMazzini. 

L’idea scenografica di Daniele Spanò già di per sé funziona assai, un interno di una casa, che si trasforma durante la rappresentazione, con un voce narrante che entra nel corpo della struttura e appare e scompare, tenendo un occhio sempre vigile sul racconto. Questo piccolo stratagemma è a nostro parere una soluzione potente di continuità con il romanzo di Lagioia, come se le pagine del libro fossero sempre presenti, sfogliate da un lettore che le trasforma volta per volta in immagini. L’incipit è il ritrovamento del corpo di Clara, una dei tre figli dei Salvemini, che è solo un pretesto per tessere un racconto crudo e “feroce”, appunto; per mettere in discussioni i costumi di una famiglia barese dalla facciata apparentemente intoccabile. Intoccabile appunto come la scenografia, un impianto statico che si trasforma a secondo dell’evoluzione della storia. La drammaturgia curata da Linda Dalisi, che ha maneggiato e trasformato il romanzo per oltre un anno prima di giungere a conclusione è necessariamente depurata da alcune parti, ha però focalizzato l’interesse sui blocchi narrativi che era necessario trattare. Il richiamo evidente a tutto il teatro del primo ‘900, alla sua verità cruda, dove non corre il sangue fisico come in Artaud, o Jarry, ma qui il sangue è nel testo, tagliente, negli attori che lo recitano con un’astrazione che lo rende ancora più doloroso. Clara, la figlia morta, l’incipit, la chiave che apre la porta dei peccati della famiglia Salvemini, seppure non è mai in scena, c’è sempre; esattamente come i personaggi del teatro greco, simbolici fino a rendersi assolutamente indispensabili. Il pater familia,  Vittorio Salvemini, costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, senza scrupoli e infedele,  grazie all’ interpretazione di Leonardo Capuano, mostra non solo la sua crosta lurida, ma anche il disfacimento di un uomo avido di potere che non ha saputo tenere insieme i pezzi di una famiglia che spunta incolta come i fasci delle piante di  mais che crescono in scena e la invadono in vari momenti come gramigna. Bella l’interpretazione di  Francesca Mazza, la moglie della famiglia Salvemini, unica donna in scena, impoverita di senso dinanzi a quel groviglio di passioni dissennate che la travolgono. Fa l’eco alla figlia morta, che invece non si è sottratta a quei peccati,  lo fa con la sua figura quotidiana, di chi subisce un maschilismo insito che non si sottrae a manifestarsi. Tra gli attori anche  Roberto Alinghieri, Gaetano Colella, Enrico Casale, Andrea Volpetti e  Michele Altamura e Gabriele Paolocà, che ne hanno curato anche in modo sapiente la regia. 

Un tema classico dunque, che è però declinato dentro la più vivida e carnale delle contemporaneità, trasformando, la famiglia Salvemini in un ritratto contemporaneo che non si può risolvere senza slacciare i nodi di un ingorgo del passato, dal quale forse non si esce mai. 

 

 

Barbara Chiappa

4 novembre 2023

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori