Giovedì, 21 Novembre 2024
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Il Mercante di Venezia: l’originale e vivace adattamento di Loredana Scaramella

Recensione de Il mercante di Venezia  in scena al Teatro Olimpico dal 10 al 15 ottobre 2023

 

Ad accoglierci una scenografia scarna, essenziale disposta su due piani evocativa della struttura lignea del Globe Theatre: è così che il Teatro Olimpico ricrea le atmosfere shakesperiane in cui saranno calati gli eventi narrati ne Il mercante di Venezia. Subito però ci accorgiamo dell’inserimento di elementi originali rispetto all’opera conosciuta: i costumi e le musiche di Adriano Dragotta ci riportano ad un’epoca differente da quella immaginata da Shakespeare: gli eventi rappresentati sono stati posticipati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, in un clima più vivace e colorato, quasi da Belle Epoque, anche se l’essenza delle vicende rimane inalterata.

Come è noto, due nuclei narrativi s’intrecciano tra loro: l’ambigua relazione d’amicizia tra Antonio e Bassanio e la conquista dell’amore di Porzia da parte di Bassanio. Shakespeare lascia volutamente nell’ambiguità la natura della relazione tra i primi due, anche se spesso tra i due intercorrono intense dichiarazioni d’amore per connotare il loro rapporto. Tuttavia Bassanio è interessato a sposare Porzia, figura femminile emancipata e fuori dai canoni: viene delineata come una donna bella, intelligente, determinata ad ottenere ciò che vuole, in grado anche di trovare soluzioni originali anche in una situazione apparentemente senza via d’uscita come quella del debito contratto da Antonio con l’usuraio ebreo Shylock per procurare a Bassanio il patrimonio necessario a sposare Porzia.

Siamo di fronte ad una delle opere più discusse e controverse di Shakespeare: la figura cardine dello spettacolo è Shylock, rappresentato come avido e spietato, vendicativo fino all’ossessione. La critica spesso ha ravvisato consistenti tracce di antisemitismo in questa pièce. La regia di Loredana Scaramella riesce però a tratteggiare un personaggio molto più complesso, non appiattito su toni foschi, ma ricco di chiaroscuri che l’interpretazione di Carlo Ragone ha saputo restituire sapientemente. Non sono esasperati gli aspetti di rabbia e malvagità, ma la recitazione equilibrata, pacata, modulata su diverse tonalità ci presenta un essere umano che a tratti riesce a generare paradossalmente empatia nel pubblico. In fondo il risultato di tanto odio verso Antonio nasce da atteggiamenti e insulti continui subiti in quanto ebreo. La realtà è sempre più sfaccettata di quello che appare. Anche la scelta registica di accentuare un taglio comico che vira verso la commedia piuttosto che la tragedia come un materiale impegnativo potrebbe richiedere, si rivela vincente. Battute e tempi comici perfetti, personaggi con tratti esilaranti alleggeriscono molti passaggi della narrazione coinvolgendo più del solito gli spettatori in sala divertiti e partecipi. La regia della Scaramella, inoltre, cala le vicende in un contesto variegato e dinamico: Porzia e i suoi pretendenti cantano e ballano con abiti di scene vivaci e colorati che mutano ad ogni situazione nuova. Infine le musiche di Adriano Dragotta e le voci liriche di Mimosa Campironi e Antonio Sapio aggiungono originalità all’opera conferendola tratti di intensità, poeticità estranei allo spirito originario di Shakespeare.

 

Mena Zarrelli

16 ottobre 2023

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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