Giovedì, 19 Settembre 2024
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Milano Off Fringe Festival, come uscire dai “non luoghi”, utilizzando le arti performative

#recensione Milano Off Fringe Festival, dal 25 settembre all’8 ottobre 2023

 

Nel 2009 esce il romanzo “Regno a venire” di James Graham Ballard, un  testo crudo e polemico su una classe borghese che alla fine non riesce a risolversi in ciò che ha creduto. L’analisi critica di Ballard trova come stratagemma narrativo, la critica dei “non luoghi” già teorizzati da Augè e che in questo caso vengono demoliti come precetti di luoghi in cui manifestarsi nella propria individualità e inevitabilmente nel senso comune. 

Citare Ballard per raccontare l’esperienza vissuta da chi vi scrive in un fine settimana lungo attraverso i luoghi del  Milano Off Fringe Festival, che si è tenuto dal 25 settembre all’8 ottobre 2023, è una piccola iperbole stilistica per manifestare quella che a nostro parere rimane l’idea principe che anima i Fringe, soprattutto negli ultimi anni; uscire dai “non luoghi”, utilizzando le arti performative e riappropriarsi di territori periferici e spesso lontani dal centro città in cui esibire esperimenti di teatro indipendente. 

Il Fringe Festival nasce a Edimburgo nel 1947, quando otto compagnie teatrali scartate dalla prima edizione del Festival Internazionale di Edimburgo decidono di avviare un festival indipendente, il nome del festival  Fringe (“ai margini” appunto) sospende questo tipo di kermesse su un filo di variabili che non possono necessariamente appartenere a quello che abitualmente dichiariamo il linguaggio del teatro. Ecco perché nei Fringe, a nostro parere, bisogna sempre attraversare i luoghi e ciò che vi si rappresenta non staccando mai lo sguardo dal perimetro sociale e storico che ne vede la messa in scena. 

Il Milano Off Fringe Festival nato nel 2019 con l’intenzione di attivare un Fringe Festival in un quartiere in trasformazione ma già con l’idea di ampliarsi ad altri quartieri periferici della città, seppur rispetta i principi tipologici di ogni Fringe, aggiunge ad essi la variabile di un’organizzazione suddivisa per quartieri e affidata per ognuno di essi a un ente che lavori in zona o comunque la conosca. Ciò lo rende un festival diffuso che ha la potenzialità di scegliere le location giuste e attivare un pubblico fatto in primis di residenti. Un impresa di realizzazione complicata viste le dimensioni di una città come Milano, in cui ogni quartiere, ogni vicolo, ogni angolo di strada si caratterizza con le proprie peculiarità.

Ballard , forse avrebbe in questo caso definito Milano come “la città senza luoghi, dalle possibilità infinite, dalla mobilità perenne, dagli spazi senza mura né confini, dove comunque non possono esistere più i non luoghi”.

Alla sua quinta edizione il Festival del teatro Off e delle arti performative che per due settimane ha coinvolto la città di Milano e i suoi quartieri con 49 spettacoli,190 repliche, 12 diversi spazi performativi e oltre 80 eventi gratuiti tra focus, workshop, incontri. Il tutto ancora una volta sotto la  direzione artistica di Francesca Vitale e Renato Lombardo, fondatori delle Associazioni culturali Milano OFF e La Memoria del Teatro; scelto inoltre nelle attività del Comune tramite il bando “Milano è viva”, per la valorizzazione dei quartieri e la loro connessione in una rete diffusa. 

12 spazi performativi convenzionali e non convenzionali che hanno creato il loro cartellone scegliendo gli spettacoli da rappresentare tra quelli delle compagnie che sono state selezionate da una giuria tra le oltre 150 che hanno aderito al bando del MI OFF 23. Le location: Casa Museo Spazio Tadini, Isolacasateatro, Fabbrica di Lampadine, Aprés Coup, Tencitt Cantine piemontesi, Scuola Puecher, WOW Museo del Fumetto, Quarta Parete, Slow Mill, Società Umanitaria, le due sale di Imbonati 11 Art Hub. 

 

Abbiamo scelto di raccontarvi alcuni di questi spettacoli partendo proprio dall’analisi dello spazio che li ha accolti. 

Spazio Apres- Cup in Porta Romana; è una sorta di Wunderkammer dove arredo e dettagli, rigorosamente originali, riportano alla prima metà del Novecento, dai servizi da thè alle abat-jour déco e liberty.

Spettacolo r/Place

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r/Place è il primo esperimento teatrale di indagine proposto da Enchiridion sul mondo di internet. Una conferenza-spettacolo che racconta di un particolare evento accaduto nel 2017 all’interno del sito Reddit. In un monologo inframmezzato da video il giovane e bravo Matteo Sintucci ci racconta l’esperimento di Reddit del 2017, che consisteva nel dare accesso agli utenti che vi partecipavano ad un’enorme tela composta da 1.000.000 di pixel e ad una tavolozza di 16 colori. I partecipanti potevano utilizzare ognuno un solo pixel alla volta e aspettare del tempo per inserirne uno successivo. Il fenomeno che diviene in breve tempo un centro di comunicazione alternativa crea dei gruppi di discussione e socializzazione e la tela in brevissimo tempo si realizza parcellizzandosi magicamente nella divisione in veri e propri stati. La tela quindi si identifica in luoghi con vere e proprie dinamiche sociali e politiche , insomma un esperimento antropologico in forma digitale che racconta in pieno la nostra umanità. Lo spettacolo è esattamente un racconto cronachistico dell’evento con una volontà divulgativa che esula probabilmente dal mero fatto teatrale, in questo possiamo definire la messa in scena assolutamente riuscita le cui finalità non possono essere differenti da quelle proposte. Un tema che forse andrebbe approfondito, quanto meno per capire cosa accade all’uomo dinanzi alla responsabilità di gestire in modo comunitario uno spazio vuoto.  A fine spettacolo Matteo Sintucci ci ha messo in contatto con la tela realizzata, posta fuori dal teatro e si presta anche a raccontare con approfondimenti il frutto del loro studio. 

 

Spazio: Fabbrica di lampadine, spazio polifunzionale che si occupa della realizzazione di workshop creativi, produzioni artistiche, team building, progetti ad alto impatto, formazioni ed eventi tra aziende. 

Spettacolo: Noia

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Un piccolo spettacolo di appena 20 minuti , che onestamente lascia un po’ quel senso di fame che ti viene dopo aver preso un aperitivo, insomma una sorta di racconto breve, a nostro parere non finito, che non si può iscrivere nella categoria short comedy. Cosa è mancato? Probabilmente e banalmente, il tempo; ed è un peccato, poiché la compagnia Labirinti teatro che lo ha messo in scena ha avuto una discreta intuizione e delle buone capacità interpretative. Lo spettacolo non vuole né denunciare, ne spiegare, si presta banalmente a mettere in mostra uno spaccato di umanità annoiata che sviluppa patologie ed ossessioni neanche più degne di essere chiamate tali; la noia del vivere che non viene analizzata nel profondo (e questa poteva essere la tragicomica intuizione), si banalizza e sorprende in un niente di gesti ripetuti, silenzi e piccoli divertimenti inutili.  I personaggi che finiscono letteralmente “in mutande”, anzi senza, su dei cessi, bella metafora di una società che oramai non è neanche più mancante di senso del pudore, ci potevano raccontare qualcosa in più, acchiappare quelle intuizioni e dettagliarle in uno sviluppo. Ci auguriamo che questo piccolo spettacolo sia un incipit di un’idea che se elaborata con cura può dare belle sorprese. 

 

Spazio: Isolacasateatro è associazione culturale no profit situata in una casa a corte nel cuore del quartiere Isola. Si affaccia su una grande terrazza con importanti opere d’arte contemporanea. L’associazione è attiva dal novembre 2004 e si  occupa della promozione di attività culturali e artistiche rivolte in particolare ai giovani, agendo quale potenziale catalizzatore di idee e di aggregazione sociale.

Spettacolo: Marta e Olmo 

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Questo spazio magico nel centro del quartiere Isola, ci regala con lo spettacolo “Marta e Olmo” interpretato da Amandine Delclos e Andrea Chiapasco davvero una bella emozione. Nonostante la messa in scena sia ospitata all’interno di una appartamento, questa intimità probabilmente valorizza e rende preziosa la messa in scena. La storia è quella di due giovani che si incontrano su un territorio di confine durante la prima guerra mondiale. Marta è una portatrice, ossia colei che seppellisce i corpi abbandonati, senza badare a quale schieramento appartengano, Olmo è figlio di un’italiana e di un austriaco. La figura di Marta indaga a fondo la presenza delle donne all’interno del conflitto e in particolar modo la figura delle portatrici carniche, scritta tra l’agosto del 1915 e l’ottobre del 1917, e forse unica nella storia dei conflitti armati. Una guerra feroce che vide la necessità di tutti gli uomini al fronte, tanto a un certo punto da richiedere necessaria la presenza anche delle donne di Paluzza che si misero a disposizione per portare in spalla ciò che occorreva ai soldati.  Venne costituito un vero e proprio Corpo di ausiliarie formato da donne più o meno giovani, della forza pari a quella di un battaglione di circa 1.000 soldati. La bellezza di questo racconto, neanche troppo noto, di Giordano V. Amato, è fiorito attraverso l’interpretazione di questi due giovani attori, che hanno spino la trama sul filo di un’emozione crescente, merito di una capacità interpretativa senza alcuna sbavatura. Davvero una bella sorpresa.

 

Spazio: Officine Puecher, all’interno della scuola G. Puecher, nella quale operano diverse discipline artistiche. 

Spettacolo: L'Amor che (non) move il Sole 

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Questo spettacolo, collocato a nostro parere nel luogo perfetto in cui poteva performarsi al meglio, ossia il teatro di una scuola, è stato forse il più acclamato dal pubblico giovane, per la sua caratteristica divulgativa semplice e divertente di una storia, quella di Galileo Galilei, che ai giovani studenti è fatto assai noto. La scuola G.Puecher, che lo ospita, istituto che crede fortemente nello sviluppo delle arti, soprattutto teatrali, come correlato agli strumenti educativi che adopera giornalmente (così ci racconta l’illuminata dirigente Anna Teresa Ferri) ha inanellato una serie di sold out grazie proprio alla messa in scena del bravo Beppe Allocca. La trama ripercorre le battaglie che hanno reso Galilei il più celebre uomo di scienza del pianeta. Una storia del passato, calata nel presente in una messa in scena in cui il mattatore Allocca si trasforma in Galilei, in giornalista, in papa Urbano VIII, in Dante, affrancandosi anche a piccoli video preregistrati che danno movimento alla performance. Un anno di preparazione, così racconta Allocca, per mettere su uno spettacolo in cui un racconto da libri di testo assume una forma nuova, comica e accattivante che suscita oggettivo divertimento nel pubblico in buona parte giovanissimo.  Gli studenti del Puecher, inoltre, sono quelli scelti tra altri per il progetto Lo Studente in Giuria, dove i giovani, dopo  un percorso di formazione vengono avviati alla competente valutazione di un progetto di spettacolo e mediante una scheda da loro stessi predisposta esprimono i personali giudizi sugli spettacoli cui partecipano. Non ci stupiremmo se fosse proprio il bravo Allocca a ricevere la corona di vincitore. 

 

 

Dal centro alla periferia, il Fringe Milano OFF, nei vari quartieri della città, per ridare storia ai quartieri, una storia che pare sfuggire in un tempo in cui  esiste solamente il presente, tristemente rappresentativo della nostra epoca e come afferma .

Il Fringe vi/ci aspetta a  Catania OFF Fringe. www.cataniaoff.com dal 16 al 29 ottobre 2023.

 

 

Barbara Chiappa

11 ottobre 2023

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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