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La Baita degli spettri, metti una vacanza in compagnia coi fantasmi

Recensione dello spettacolo La Baita degli spettri andato in scena al Teatro L'aura dal 29 marzo al 2 aprile 2017

BaitaSpettri

La baita degli spettri è un horror comedy che ricorda molto le sit-com americane con un finale che richiama vagamente il film del regista spagnolo Alejandro Amenàbar con protagonista Nicole Kidman. In realtà è una commedia composta da non sensi, detective improvvisati, interrogatori incasinati e fantasmi che esistono e non esistono.
Ci troviamo in una sperduta baita di montagna dove cinque amici hanno deciso di trascorrere alcuni giorni in vacanza.

L'ambientazione ha tutto ciò che serve per catapultare lo spettatore in una situazione da humor comico piuttosto che un horror. Ci sono due divani, un tavolino con vassoi ricolmi di bicchieri e bottiglie, un cordless, una radio, un clarinetto, un appendiabiti, una tenda che separa il salone in cui si svolge la scena dalla cucina e una porta che segna l'ingresso nella baita. Tutti questi elementi scenici non hanno niente di cupo, tutt'intorno è un'esplosione di colori resi ancora più vivi dai dialoghi e dai costumi indossati dagli attori.
La vicenda si svolge in maniera molto serrata. Katia (Katia Leardi), Elisa (Elisa Nichelli), Simone (Simone Buffa), Paolo (Paolo Russomanno) e Alessandro (Alessandro Capone) sono appena giunti alla baita quando Paolo avverte loro che sul luogo incombe una lugubre leggenda che vuole il posto infestato dai fantasmi. Nonostante tutto i cinque compagni decidono di trascorrere la notte lì tra strani rumori, scricchiolii, telefonate minacciose, grida di orrore e la visita di un altrettanto strano personaggio che si fa chiamare Grugno (Giulio Pierotti) e che fa l'impagliatore di animali. Nel corso della commedia assistiamo a quella che dovrebbe essere una pacifica vacanza in montagna, ma ben presto scopriamo che Paolo soffre di doppia personalità, Alessandro le pensa di tutte per portarsi a letto Katia, Simone è in preda ai sensi di colpa per aver rubato il denaro a sua sorella (ogni occasione sarà buona per ripetere che ormai è pulito per aver confessato) e non solo – è lui infatti il personaggio più amorfo – , Elisa non può bere alcolici sennò son guai e Grugno, alias Giulio, non si sa – salvo alla fine – se sia veramente lui l'assassino del posto.
Ne La baita degli spettri insomma non c'è un filo logico che mette insieme tutti i pezzi della storia, ed è proprio questo nonsense che fa scattare la risata, a creare equivoci, situazioni ilari, parossismo e dialoghi spinti al limite dell'incomprensione e del grottesco. La sua struttura punta tutto sull'interpretazione degli attori, senza i quali non ci sarebbe niente da ridere; sono loro infatti ad essere il vero punto di forza di questo spettacolo che, con le sue battute e il suo ritmo, fa persino dimenticare di assistere ad un horror.
Altra questione è poi il tempo. I giorni e le notti si alternano nella baita, durante il corso della rappresentazione il pubblico lo avverte: la scena non è statica, c'è ritmo, azione, tensione, irruzione.
Il finale poi è ad effetto sorpresa, prima di raccogliere gli applausi finali ecco gli stravaganti personaggi offrire al pubblico quello che è stato il backstage della commedia, dall'invio dei curriculum fino alle prove finali prima della messa in scena (anche qui con tanto di situazioni comiche e grottesche da strappare altre risate).
Una piacevole serata trascorsa, dunque, tra seghe elettriche, fantasmi, maniaci e amici.

 

Costanza Carla Iannacone
3 aprile 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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