Recensione dello Spettacolo Se tornassi indietro in scena al Teatro Golden dal 3 al 14 maggio 2023
“Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!»
(Friedrich Wilhelm Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 341.)
È possibile vivere una vita senza rimpianti né rimorsi? Forse sì, a patto di viverla due volte.
"Se tornassi indietro", in scena al Teatro Golden di Roma dal 3 al 14 maggio, è una commedia esilarante, leggera e romantica, sugli intramontabili e universali concetti del Tempo, dell’Amore e (del senso) della Vita.
Il pretesto narrativo, né insolito né originale ma semplice ed efficace, è quello di un matrimonio sull’orlo di una crisi: una giovane coppia sposata e con un figlio piccolo, perfettamente calata in una scenografia che proietta lo spettatore nella loro abitazione moderna, ripercorre tutto il repertorio dei cliché di una convivenza matrimoniale. Alex, un emozionato Emanuele Propizio al suo primo esordio a teatro, è un marito distratto e con la testa tra le nuvole. Le doti canore e musicali dell’attore fanno subito gioco al contesto scenico che si trasforma in una sala prove dove l’artista, seduto di fronte alla tastiera di un pianoforte, cerca l’ispirazione per il suo singolo “Peli”. Il flusso creativo sarà presto interrotto da Silvia, una splendida e credibile Irene de Matteis nei panni della moglie che, appena rientrata, lo accusa di negligenza e lo addita di essere superficiale e assente. La prima scena scorre così come su un ring, con colpi e contraccolpi inferti a ritmo di iperboliche e tragicomiche discussioni familiari, rivendicazioni, recriminazioni, rimorsi e rimpianti: è il 7 maggio del 2019, il loro quinto anniversario di sposalizio – ma Alex, giunto a un punto di non ritorno, è convinto di volersi separare e all’indomani andrà certamente via di casa. Succederà davvero?
Le luci della notte si spengono in sala e sui pensieri dei due amanti, che, come da copione, si addormentano separati, lei sul letto e lui sul sofà. Niente sembra poter essere più come prima.
Eppure, ecco la svolta, l’innesco della storia che, riaccesi i fari sul secondo atto, con un espediente narrativo ormai conosciuto ma sempre vincente, si ribalta: lo spettatore viene trasportato oltre il realismo scenico, in un’avventura che catapulta il protagonista a ritroso nel tempo, come Alice nel Paese delle Meraviglie mentre capitombola inizialmente confusa e smarrita all’interno del tunnel del coniglio. In un loop temporale apparentemente senza fine, per altri cinque atti della pièce teatrale, un anno per ogni risveglio, il calendario affisso al muro accanto ai quadri colorati del salotto di casa, segnerà il 7 maggio, del 2018-2017-2016-2015-2014: l’eterno ritorno dell’uguale. La naturalezza interpretativa e la generosità di Irene de Matteis, insieme con la spontaneità artistica e la romanità di Emanuele Propizio, che di scena in scena allenta l’emotività fino a sentirsi completamente a proprio agio nei panni del personaggio protagonista, accendono per tutta la durata dello spettacolo il pubblico in sala, che ride, sorride, applaude e infine, immedesimandosi, si commuove.
Perché “Se tornassi indietro” è un pensiero che prima o poi raggiunge ognuno di noi, nella speranza ancora fantascientifica di viaggiare nel tempo per riavvolgere il nastro e scrivere una nuova storia, correggerla là dove si sono depositati i rimpianti, dove i rimorsi hanno avuto la meglio, una nuova sliding door. Eppure: “Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: «Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: «Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina»? (La gaia scienza, Libro IV, n. 341). Qualsiasi sia la risposta, se l’intento del teatro non è tanto quello di inviare un messaggio ma di creare una catarsi, una simbiosi tra attore e spettatore, il proposito in questo caso è andato a buon fine: sceneggiatura, scenografia, attori, voci fuori campo, illuminazione e musiche, ogni particolare della rappresentazione concorre a creare un’atmosfera divertita e leggera, lasciando nello spettatore, al termine dello spettacolo, quelle sensazioni di solleticato benessere e scomoda curiosità che significa che la commedia è riuscita.
Francesca Sposaro
10 maggio 2023
informazioni
SE TORNASSI INDIETRO
di Massimo Natale ed Ennio Speranza
soggetto di Andrea Tagliacozzo
Regia di Massimo Natale
una produzione ATPR Ass. Teatri Per Roma
con: Emanuele Propizio e Irene de Matteis