Lunedì, 16 Settembre 2024
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Il piacere dell’onestà: la commedia in cui è la vita che vince contro la forma

Recensione dello spettacolo Il piacere dell’onestà in scena al Teatro de’Servi il 29 e 30 aprile 2023

 

Siamo agli inizi del Novecento in una società in cui le convenzioni sociali e il perbenismo sono una regola di vita. In una delle tante famiglie borghesi del tempo in cui è accaduto un evento imprevisto: la giovane figlia Agata è rimasta incinta del marchese Fabio, un uomo già sposato. Un vero scandalo per l’epoca, la reputazione di entrambe le famiglie coinvolte è seriamente a rischio, se si scopre l’accaduto non ci si potrà più presentare in società in vesti rispettabili. La madre della ragazza e il cugino del suo amante sposato trovano una soluzione: un certo Angelo Baldovino, dalla condotta non sempre ineccepibile, può fingersi il padre del bambino e sposare Agata, così da mettere a tacere tutti benpensanti, nel contempo i due amanti avrebbero continuato la loro relazione segretamente. L’uomo accetta la proposta, ma sin dal primo momento mette un’unica condizione: vorrà rispettare e far rispettare da tutti i soggetti coinvolto, fino allo scrupolo estremo, tutte le apparenze e le regole della vita sociale sino a diventare un tiranno dell’onestà. Queste parole ambigue dal significato incerto, si chiariranno successivamente quando Baldovino avrà una condotta irreprensibile e si sottrarrà ai tranelli di Fabio tesi per eliminarlo dalla vita di Agata di cui è diventato geloso. Alla fine la vita prorompe in tutta la sua forza incontrollabile e rompe le maschere assunte per la rispettabilità e Baldovino e Agata si innamorano veramente mettendo all’angolo Fabio. 

Nei discorsi di Baldovino, c’è la proiezione del pensiero di Pirandello che scandaglia anche in quest’opera la natura dell’essere umano. In ognuno di noi esisterebbe per alcuni aspetti una bestia, ossia la nostra parte incontrollabile, per altri l’intelligenza, quella facoltà che dovrebbe domare la bestia. Purtroppo spesso la bestia sfugge al nostro controllo e rompe le maschere di rispettabilità sociale che ognuno di noi assume quando riveste alcuni ruoli. In questo caso, Baldovino ha deciso di nascondere sotto la forma del marito onesto e irreprensibile i suoi aspetti bestiali, dissociandosi completamente da essi e pretendendo che tutti si comportino come lui. Non fa i conti con il flusso della vita che scorre a prescindere dai nostri intenti e lo porta ad innamorarsi della donna che doveva essere l’altra faccia della machera: sua moglie. Anche in lei accadono le stesse dinamiche: quando scopre la natura meschina di Fabio e comprende i veri sentimenti di Baldovino, sarà presa anche lei dal trasporto verso di lui e deciderà di costruire con lui una vera famiglia. In questa commedia di Pirandello, la vita vince sulla forma liberandone i personaggi, a differenza di altre sue composizioni in cui è sempre la maschera a sopraffare l’autenticità, pena la pazzia. 

La scenografia è costruita con mobili vintage risalenti agli inizi del secolo passato e da pannelli sullo sfondo su cui vengono proiettate luci di colore diverso che mutano assecondando la situazione narrata ed esplicitandone ulteriormente i contenuti emotivi. Anche il colore dei costumi di scena cambia nella parte finale dello spettacolo: il colore si tramuta da nero a bianco quando cadono le maschere ed emerge l’autenticità dei personaggi. L’interpretazione risulta generalmente buona anche se si ravvisano delle criticità in alcuni passaggi. Valentina Martino Ghiglia nelle vesti della madre sembra non combaciare col suo personaggio troppo urlato rendendolo poco credibile e ai limiti della caricatura. Poco convincenti anche le performance attoriali di Monica Belarnelli nel ruolo della figlia e Alberto Melone in quello del suo amante. Risultano invece ben riuscite quelle di Luca Ferrini, nel contempo anche regista dello spettacolo, che calca le scene con sicurezza e disinvoltura, di Michele Cosentini nel ruolo di Angelo Baldonino di cui ricrea perfettamente i tratti ossessivi dell’onestà e di Riccardo Pieretti nei panni del prete. Il pubblico presente in una sala completamente riempita, sembra comunque apprezzare la rappresentazione, mostrando gradimento con calorosi applausi.

 

Mena Zarrelli

1 maggio 2023

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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