Recensione dello spettacolo Il tango delle capinere, in scena al Teatro Argentina dal 2 al 14 al maggio 2023
Se la recensione dello spettacolo "Il tango delle capinere" di Emma Dante, potesse avere come incipit un dialogo, forse sarebbe questo: "Cos'è l'amore?"; "Una danza!"; un paio di battute, una manciata di parole che rappresentino senza troppi fronzoli il sentimento da sempre più raccontato. Una danza a ritroso, che esordisce con le ultime battute della vita di una coppia, quando canuti e stanchi ci si sorregge l'un l'altro aspettando la fine. Una danza che all'inizio sono solo gesti e movimento, accompagnati da due bauli sul palco, in cui gli attori nascondono tutti i cambi di scena dello spettacolo; uno stratagemma non nuovo, se non fosse che a ringiovanire questa trovata scenica ci pensa il cammino a ritroso. Il tempo che viaggia all'incontrario veste i due personaggi dei corpi consunti e li veste di una maturità prima e di una gioventù poi, che rendono tutto lo spettacolo estremamente poetico.
Emma Dante, la regista di questo prezioso atto unico sa fare bene esattamente questo, cambiare i parametri di un racconto e riscriverlo in un linguaggio mai banale, sempre suggestivo. Con il tempo che si riaggomitola su se' stesso, i corpi dei due attori acquisiscono la libertà della giovinezza, la forza della parola, quella che una coppia racconta nel suo vivere quotidiano. I movimenti di un danzare insieme che attraversa i due personaggi accompagnati dalla colonna sonora, che svolge un ruolo davvero portante, con alcune canzoni degli anni ‘60 e ‘70 (da “Lontano lontano” di Tenco a “E se domani” di Mina, “Natale” di De Gregori, “Il tango delle capinere” della Pizzi che intitola lo spettacolo). È il ballo il centro di tutto la messa in scena: tra un tango e un twist, un hully-gully e un ballo della mattonella i due si dichiarano il loro perenne amore. “Il tango delle capinere”, con Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, mai sazi di possedere la scena con pienezza, più che competenti in tutte la completezza che il teatro della Dante impone è ispirato a “Ballarini”, ultimo capitolo quasi in forma di studio della “Trilogia degli occhiali” che la regista riprende e sviluppa. E’ evidente lo sforzo che la Dante fa di leggere in profondità il senso vero della vecchiaia, attraverso il ricordo di una vita di coppia, fatto muovere all’indietro come uno di quei librini per immagini con cui ci facevano giocare da bambini, un film animato. Non c’è dolore, non c’è pentimento, non c’è rassegnazione, ma il giusto incedere storto e barcollante dei vecchi, quelli che vedi nei parchi a tenersi per mano, danzatori di una vita che li ha posseduti, ma che alla fine non li ha soggiogati. Il finale poi è magico, un pezzo alla volta tutti i frammenti del “film” vengono riposti nel baule, oggetti, abiti, immagini; la scatola dei ricordi finalmente si chiude, portandosi con sé i corpi dei due.
“So che un amore
Può diventare bianco
Come quando di vede un’alba
Che si credeva perduta”.
Alda Merini
Barbara Chiappa
3 maggio 2023
informazioni
“Il tango delle capinere”
Di Emma Dante
Regia Emma Dante
Con Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
Luci Cristian Zuccaro
Assistente alla regia Daniela Mangiacavallo
Produzione Atto Unico