Domenica, 08 Settembre 2024
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Il tango delle capinere: Emma Dante in una danza lunga una vita

Recensione dello spettacolo Il tango delle capinere, in scena al Teatro Argentina dal 2 al 14 al maggio 2023

 

Se la  recensione dello spettacolo "Il tango delle capinere" di Emma Dante,  potesse avere come incipit un dialogo, forse sarebbe questo: "Cos'è l'amore?";  "Una danza!";  un paio di battute, una manciata di parole che rappresentino senza troppi fronzoli il sentimento da sempre più raccontato. Una danza a ritroso, che esordisce con le ultime battute della vita di una coppia, quando canuti e stanchi ci si sorregge l'un l'altro aspettando la fine. Una danza che all'inizio sono solo gesti e movimento, accompagnati da due bauli sul palco, in cui gli attori nascondono tutti i cambi di scena dello spettacolo; uno stratagemma non nuovo, se non fosse che a ringiovanire questa trovata scenica ci pensa il cammino a ritroso. Il tempo che viaggia all'incontrario veste i due personaggi dei corpi consunti e li veste di una maturità prima e di una gioventù poi, che rendono tutto lo spettacolo estremamente poetico.

Emma Dante, la regista di questo prezioso atto unico sa fare bene esattamente questo, cambiare i parametri di un racconto e riscriverlo in un linguaggio mai banale, sempre suggestivo. Con il tempo che si riaggomitola su se' stesso, i corpi dei due attori acquisiscono la libertà della giovinezza, la forza della parola, quella che una coppia racconta nel suo vivere quotidiano. I movimenti di un danzare insieme che attraversa i due personaggi accompagnati dalla colonna sonora, che svolge un ruolo davvero portante, con alcune canzoni degli anni ‘60 e ‘70 (da “Lontano lontano” di Tenco a “E se domani” di Mina, “Natale” di De Gregori, “Il tango delle capinere” della Pizzi che intitola lo spettacolo). È  il ballo il centro di tutto la messa in scena: tra un tango e un twist, un hully-gully e un ballo della mattonella i due si dichiarano il loro perenne amore. “Il tango delle capinere”, con Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, mai sazi di possedere la scena con pienezza, più che  competenti in tutte la completezza che il teatro della Dante impone è ispirato a “Ballarini”, ultimo capitolo quasi in forma di studio della “Trilogia degli occhiali” che la regista riprende e sviluppa.  E’ evidente lo sforzo che la Dante fa di leggere in profondità il senso vero della vecchiaia, attraverso il ricordo di una vita di coppia, fatto muovere all’indietro come uno di quei librini per immagini con cui ci facevano giocare da bambini, un film animato. Non c’è dolore, non c’è pentimento, non c’è rassegnazione, ma il giusto incedere storto e barcollante dei vecchi, quelli che vedi nei parchi a tenersi per mano, danzatori di una vita che li ha posseduti, ma che alla fine non li ha soggiogati. Il finale poi è magico, un pezzo alla volta tutti i frammenti del “film” vengono riposti nel baule, oggetti, abiti, immagini;  la scatola dei ricordi finalmente si chiude, portandosi con sé i corpi dei due. 

 

“So che un amore

Può diventare bianco

Come quando di vede un’alba

Che si credeva perduta”.

Alda Merini

 

Barbara Chiappa

3 maggio 2023

 

 

 

 

informazioni

“Il tango delle capinere”

Di Emma Dante

Regia Emma Dante

Con Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco

Luci Cristian Zuccaro

Assistente alla regia Daniela Mangiacavallo

Produzione Atto Unico

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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