Recensione dello spettacolo Grassa e Viva di Miranda Angeli, in scena al Teatro Lo Spazio dal 24 al 27 novembre 2022
In primo piano, la figura di una donna che giace, nuda, coperta solo da un velo impalpabile a ricordare i monumenti classici, e che sembra celebrare, apparentemente, l’amore di un marito per la moglie, sfidando il tempo e rendendola immortale. Tekla, la protagonista, moglie di un fotografo in crisi, è distesa come se fosse un monumento in marmo dal raffinato gusto gotico, ma si proietta anche al futuro grazie al forte senso plastico che Christian Angeli e Maria Gorgoglione, registi di Grassa e Viva della drammaturga Miranda Angeli, ci fanno respirare in scena, in contrasto con la fissità delle foto della protagonista femminile in bianco e nero che fanno da parete alla stanza.
Scelta registica interessante ambientare tutto in una stanza d’albergo in attesa di una festa a cui forse non parteciperanno mai; nella drammaturgia della Angeli si riconosce non solo la bellezza di un’immagine candida, ma la possibilità che si possa abitare l’immagine stessa, calarsi nel freddo della stessa e, per contrasto, scaldarla come fosse carne pulsante. Grassa e viva, infatti. Non morta, ma carne viva!
L’idolo è lì, quelle forme opulente, pingui, mosse e insieme composte, accompagnano lo spettatore per tutto lo spettacolo che ripercorre il mito di Galatea e Pigmalione. Galatea che si ribella a chi l’ha plasmato e dato la vita! Il pigmalione Adolf si confida con il suo nuovo amico Gustav, gli parla dell’immenso amore che nutre per la moglie Tekla che ha modellato come argilla all’inizio della conoscenza, l’ha fotografata in tutte le sue fattezze, l’ha resa sicura di sé, ma che adesso cavalca le sue insicurezze rispetto alla relazione – relazione che ha minato anche la sua salute. Gustav consiglia ad Adolf di mettere alla prova Tekla: prima osserverà l’amico nell’intimità coniugale, poi gli darà la possibilità di spiarla e di vedere com’è la sua donna quando lui non c’è. Gustav sembrerebbe avere a cuore la sorte del matrimonio di Adolf, ma con perfidia ha architettato il suo piano: annientare Tekla e la sua ritrovata libertà di donna.
La trama, liberamente ispirata a Creditori – capolavoro di August Strindberg del 1888, – potrebbe essere vista come un tipico dramma borghese: una storia di amore coniugale, di tradimento e di vendetta. Con Strindberg, il genere drammatico si evolve tanto da far corrispondere la rottura delle forme tradizionali con la frattura del pensiero. Il dramma perde così la lucidità, la razionalità, per diventare riflesso di coscienza, luogo in cui realtà e sogno coincidono, allegoria e simboli convivono.
Gli attori in scena, bravissimi, Alessia Filiberti, Andrea Lami e Roberto Scorza, hanno un ritmo serratissimo, i dialoghi sono incalzanti, i loro corpi si muovono in continuazione da un posto all’altro chiedendo anche allo spettatore, sottratto alla sua penombra rassicurante, un piccolo sforzo, spinto com’è dalla scena e dalle luci a prendere posizione, scegliendo da sé cosa vedere o non vedere.
Tekla, distesa, scandisce il ritmo con il suo battito insistente, con i rumori sordi, con la sua voce, la sua mimica, ed è bravissima a far emergere il monologo interiore con i cambi di tono: prima è una bambina insicura a scuola, poi una moglie capricciosa, poi l’amante appassionata, poi l’amante delusa e infine con il suo “respira” il simbolo di libertà delle donne.
Fondamentale l’apporto degli elementi tecnici, dei suoni e delle luci. Suggestiva la scelta delle musiche e l’interazione con il canto dei protagonisti.
Grassa e viva di Miranda Angeli è un testo che diventa dramma, efficace nel mostrare la battaglia subconscia tra i sessi, le ripetizioni ossessive e costruisce, proprio come il ricamo che mostra il retro nascosto dell’intera immagine, le parti composite di quella battaglia interiore.
La parte difficile nella messa in scena di questo spettacolo è la narrazione che tocca, con sensibilità, il tema del body shamming, cambiando registro, attraverso le voci di una galleria di personaggi che interagiscono con lo sguardo dello spettatore. L’ironia, ad esempio, diventa così lo strumento di analisi e di distacco dal cinismo dei tempi correnti e lo spettacolo alterna momenti comici a momenti drammatici. Tutti abbiamo vissuto un episodio di scherno, di presa in giro da bambini a scuola, sia dalla parte della vittima che del carnefice: bullismo. Viene affrontato con delicatezza il tema dell’accettazione, della diversità e dell’abuso nelle relazioni, ma emerge, nel contempo, il tema della libertà, del riscatto perché si può splendere sempre, al di là delle mode passeggere.
In fondo, il corpo è solo un involucro che ci è stato dato dalla natura lanciando i dadi, l’anima è un’altra cosa.
Alessandra Perrone Fodaro
27 novembre 2022
Informazioni
Teatro Lo Spazio
Grassa e Viva
di Miranda Angeli
con Alessia Filiberti, Andrea Lami e Roberto Scorza
Regia di Christian Angeli e Maria Gorgoglione
Aiuto regia: Agnese Boretti
Luci e fotografie per la scena di Massimiliano Maggi
Tecnico Luci Andrea Vannini
Musiche di Federica Clementi
Attrezzisti Beatrice Cantalupi e Danilo Pascolini
In scena dal 24 al 27 novembre 2022